Publisher: Necrophone Developer: Necrophone Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1-4 PEGI: 16 Prezzo: 17,99 € Uscito originalmente nel 2014, i ragazzi di Necrophone hanno rilanciato sul mercato digitale una versione aggiornata e migliorata di Jazzpunk, chiamata semplicemente Jazzpunk Director’s Cut. Prima di partire con la recensione vera e propria, è doveroso introdurvi brevemente in merito a che cos’è veramente questo titolo. Il gioco nasce semplicemente con lo scopo di far divertire il giocatore grazie ai suoi scherzi sparsi per tutta la mappa di gioco, niente di più semplice, un’idea geniale che ha permesso alla software house di creare un titolo davvero esilarante e aperto a qualsiasi tipo di videogiocatore. Fatta questa breve introduzione, mettetevi comodi, preparate una scorpacciata di risate e gustatevi la nostra recensione di Jazzpunk Director’s Cut. Benvenuto in città Jazzpunk Director’s Cut, come la sua versione originale, è ambientato in una realtà alternativa in cui da diversi anni persiste una condizione di guerra fredda combattuta dalle maggiori potenze mondiali; alcune potenti organizzazioni effettuano missioni segrete, come possono essere spionaggio e attacchi haker. E’ difficile incanalare il gioco in un genere preciso, ma potremmo dire che si tratta di un’avventura in prima persona che si incontra a metà strada con un sandbox riempito di minigiochi. Spetterà al nostro protagonista Polyblank porre fine a questa guerra, viaggiando in diversa località come possono essere l’ambasciata russa o una Tokyo stile anni Cinquanta. La nostra prima missione si svolgerà all’interno di una ambasciata russa, dove il compito è quello di recuperare dati sensibili; inutile anticiparvi che all’interno dello scenario si nascondono un’infinità di gag pronte a strapparvi una risata. Inoltre il titolo già dalla prima missione ci darà la possibilità di esplorare a nostro piacimento la mappa di gioco, scoprendo tutte le gag presenti; infatti, un nostro consiglio è quello di non prendere seriamente la quest principale, ma di scovare ogni singola sorpresa che ha nascosto la software house, anche per aumentare la longevità del titolo altrimenti piuttosto rivedibile – nel caso andiate dritti come un treno verso il completamento del gioco, infatti, ci mettere circa quattro ore a vedere scorrere i titoli di coda. Una nota molto positiva che ci ha colpito è l’umorismo presente in ogni dialogo, i personaggi sono ben studiati e pronti a strappare un sorriso anche grazie alla loro voce robotica e al modo in cui la pronunciano; continuando con le note positive, se parleremo con determinate persone potremo iniziare delle piccole side quest davvero esilaranti, come per esempio spruzzare del profumo al sapore di feromoni di piccione addosso ai passanti (ecco, a volte, come in questo caso, è evidente come il concetto di “ironia” sfoci un po’ troppo liberamente in quello di “cinepanettone”, ma per fortuna il difetto, se così si può definire, non compromette l’esperienza di gioco NdD). Insomma, Jazzpunk Director’s Cut mantiene le stesse caratteristiche che rendeva unica già la sua versione base, confezionando un pacchetto completo, variando da esilaranti gag a missioni secondarie.

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