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God of War Ragnarok chiude la saga norrena, Cory Barlog ne spiega il motivo

God of War Ragnarok concluderà ufficialmente l’epopea di Kratos e di Atreus nelle terre norrene. Rispetto a una più tradizionale trilogia infatti, gli autori hanno scelto di agire diversamente, spiegando poi i motivi dietro tale decisione.

Come descritto dal PlayStation Blog nei giorni scorsi infatti, Ragnarök permetterà di esplorare tutti i Nove Regni, includendo anche Vanaheim, Svartalfheim e Asgard. In una recente intervista concessa al canale YouTube Kaptain Kuba, Cory Barlog ha ammesso che la decisione di non programmare una trilogia è data dai tempi di sviluppo troppo estesi. Sviluppare una trilogia avrebbe inoltre creato il rischio di rendere il racconto più o meno forzato.“Penso che uno dei motivi più importanti sia che il primo gioco ha richiesto cinque anni. Il secondo gioco, non so quanto tempo ci vorrà, ma ci impiegheremo un periodo di tempo quasi identico. E poi se pensate a, wow, un terzo capitolo sviluppato con le stesse tempistiche, stiamo parlando di un arco di quasi 15 anni per una singola storia e mi sembra sia eccessivo” ha affermato l’attuale direttore creativo del gioco.

Compresa la situazione, l’ex direttore generale ha pertanto parlato con Eric Williams, dicendogli che fosse preferibile chiudere con la seconda storia. Approfondendo la sua visione, Barlog ha detto: “La maggior parte di ciò che stavamo cercando di fare dall’inizio era dire qualcosa su Kratos e Atreus, il nucleo del motore della storia è davvero la relazione tra questi due personaggi e la sua complessità si irradia come onde in uno stagno. E potremmo trasformarlo in un oceano e far andare quelle onde per migliaia di miglia, ma è necessario e vantaggioso? O sentiamo come se si stesse allargando troppo, le increspature si allontanano troppo, e tu rischi di perdere di vista la trama?”. God of War Ragnarok uscirà nel corso del 2022 per PlayStation 4 e PlayStation 5.

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Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.