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The Binding of Isaac: Rebirth – Anteprima

“Alla Chiesa non piace questo elemento”

The Binding of Isaac, oltre ad essere uno splendido indie, è un fulgido esempio di come si possa essere scomunicati in tempo zero. Ovviamente stiamo scherzando, ma i riferimenti religiosi sono una costante, a partire dalla trama stessa di gioco, che strizza appunto l’occhio al biblico sacrificio di Isacco, in cui ad Abramo viene chiesto di sacrificare il figlio, che verrà poi sostituito con un capretto tramite l’intercessione di un angelo. Peccato che nel gioco non ci siano apparizioni divine pronte a fermare Mom e i suoi malvagi aiutanti. Per continuare poi su questa falsa riga, durante il gioco ci sono tante altre citazioni religiose, piccole e grandi, come i quattro già citati Cavalieri dell’Apocalisse, il Diavolo raffigurato come il Cattolicesimo vuole, con corna e gambe di caprone e tanto tanto altro. Uno degli oggetti per esempio è la tiara papale, che contornerà Isaac di una mistica aura divina e fornirà una protezione contro gli attacchi nemici, senza contare la corona spinata indossata da Gesù e chi più ne ha più ne metta. Proprio dietro a queste particolari scelte c’è un rifiuto per la pubblicazione del gioco, che spiega anche perchè sia stato così difficile vederlo su console. Il no è stato dato da Nintendo, a cui è stato proposto di pubblicare il titolo su 3DS, adducendo la motivazione di “questioni religiose”. Sony invece ha deciso di dare (fortunatamente) una chance a The Binding of Isaac, puntando a diffonderlo su PlayStation Vita, che grazie al fattore portabilità si adatterà alla perfezione allo stile “toccata e fuga” del titolo, aggiungendo poi anche una versione per PlayStation 4, sicuri che anche sulla console fissa ci si divertirà come non mai.
Ma ovviamente non si poteva trasportare tutto identico, ed è stata necessaria una modifica totale, un rifacimento quasi da zero per riuscire ad avere un perfetto passaggio da PC, ed è per questo che, dopo avervi parlato del gioco in sé, vi introduciamo a quanto è in arrivo per le console Sony, ossia The Binding of Isaac: Rebirth.

sins binding isaac rebirth psvita release
Insieme a tanti altri nemici biblicamente evocativi, troviamo anche i sette peccati capitali, riproposti come Mini Boss all’interno dei dungeon. Pittoreschi, senza ombra di dubbio, e anche parecchio pericolosi

E il terzo giorno…

Dal 4 Novembre prossimo avremo modo di giocare questo capolavoro anche sulle nostre console fisse e portatili. Ma fino a che punto può essere interessante giocare The Binding of Isaac Rebirth? Se non lo avete mai provato, il mondo creato da Edmund McMillen vi rapirà e non riuscirete a uscire più dal tunnel, ritrovandovi a parlare con amici e parenti di come in quella partita, in cui avevate la Ladder, il Laser e l’Odd Mushroom, eravate dei veri mostri di potenza.
Se invece avete già terminato più e più volte il gioco sul vostro computer non disperate, perchè, come detto poco fa, la versione Rebirth non è una semplice rivisitazione per console, ma un gioco del tutto nuovo. Innanzitutto il titolo è stato completamente riprogettato per passare dall’obsoleta versione in Flash a qualcosa di moderno, in modo da non generare fastidiosi rallentamenti e problemi di freeze qua e là. In correlazione con questa modifica è stato anche necessario trasformare la grafica e cambiare leggermente la struttura dei dungeon per rendere il tutto più appetibile.
Ma la veste grafica non è tutto, e per far vivere esperienze di gioco sempre nuove gli sviluppatori hanno inserito nel gioco nuovi potenziamenti, nuovi avversari sempre più pericolosi e mortali e da quello che si vocifera anche un personaggio del tutto inedito.
Tutto qui? Sì e no, perchè pur modificando qualcosa il gioco rimane basilarmente lo stesso, anche perchè come si suol dire “squadra che vince non si cambia”, e così è stato anche per Isaac e soci. Lo sbarco su console ha però permesso di introdurre una novità che convincerà anche i più restii a spendere di nuovo per un gioco già fruito anni fa. Si tratta infatti della modalità cooperativa locale, che permetterà a due giocatori di collaborare per sconfiggere i mostri e sfuggire alle grinfie della perfida mamma. Ovviamente il risvolto negativo è che potreste rovinare delle amicizie in questo modo, soprattutto se “l’amico” deciderà di rubarvi il potenziamento più forte del gioco oppure vi farà inavvertitamente fuori con un’esplosione mal calcolata.

Isaac schema
Una “normale” sessione di gioco include cappello a cilindro, corna demoniache, raggio laser che esce dall’occhio e nugolo di bombe al seguito. E pensate cosa può succedere nelle partite più strane.

Conclusione

Rebirth va quindi a migliorare sensibilmente il suo predecessore, sbarcando in esclusiva su PlayStation per rubare la scena a tutti anche nel salotto di casa. Visti i contenuti però, che potrebbero risultare offensivi e a volte un poco blasfemi, vi consigliamo caldamente di giocarlo quando la vostra anziana nonna che tiene sempre il rosario in borsa non sarà a casa. A parte i toni marcatamente gore e anticlericali del gioco comunque, rimane un lavoro incredibile a cui il suo creatore si è dedicato anima e corpo, cosa che si può vedere in ogni oggetto, in ogni personaggio e in ogni nemico.
Insomma, ci sono tutte le premesse per aspettare con ansia il 4 Novembre, tanto più che si vocifera che The Binding of Isaac: Rebirth sarà uno dei titoli offerti gratis ai possessori di un abbonamento PlayStation Plus proprio in quel mese. E’ superfluo dire che se così sarà non ci saranno proprio motivi validi per non calarsi nello scantinato e iniziare questa magnifica avventura.

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Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.