Resident Evil – Vaccinati contro il virus T

Special thanks – Gennaro Favatà

Resident Evil è senza alcun dubbio uno dei brand videoludici più celebri in assoluto nel mondo dei videogiochi. Alla saga creata da Shinji Mikami dobbiamo il genere “survival horror” e molto probabilmente anche il concetto di zombie nei videogiochi. Al primo episodio, rilasciato nel ’96, succedettero molti altri: RE 2, RE 3, RE Code: Veronica X, RE Rebirth, RE 0 ed infine la saga Outbreak. La svolta vera per la serie però, arrivò nel 2005 con l’ottimo Resident Evil 4: via i fondali prerenderizzati per far posto ad una grafica che spremeva al massimo le potenzialità di PlayStation 2, più munizioni e molta più azione rispetto al passato, senza però dimenticare le origini e ricordando che alla base di tutto c’era paura e istinto di sopravvivenza. Capcom visto il successo e l’approvazione ottenuta da critica e pubblico, decise ahimè, di intraprendere quella strada “shooter” con ancor più decisione: il risultato fu Resident Evil 5, arrivato nel 2009 su PlayStation 3. Il titolo tutto sommato non era male, anzi, grazie all’introduzione della cooperativa e delle nuove meccaniche online, anche RE entrava di diritto nella nuova generazione videoludica. I più impazienti si staranno allora domandando: quindi qual è il problema? Il problema è che Resident Evil 5, per quanto possa essere un ottimo gioco, si fregia del suo nome in maniera tutt’altro che meritata. Dov’è la tensione costante? Perché si va in giro con un arsenale che manco nel sopracitato Call of Duty s’è mai visto? Perché è sparito ogni enigma? Semplicemente perché Resident Evil non è più il survival horror creato da Mikami, ma un semplice shooter in terza persona con qualche tizio africano mutato geneticamente di troppo e un dopatissimo Chris Redfield, che al confronto i ragazzi di Mister Olympia paiono dei fustelli. Dopodichè arrivò il dimenticabilissimo Operation Raccoon City, grazie al quale il sottoscritto intuì che piega stava prendendo la serie e che piega avrebbero dovuto prendere i giocatori, e cominciò a preparare il lubrificante ed il goniometro in previsione del prossimo capitolo. La suppostona, naturalmente arrivò puntuale grazie al “magnifico” Resident Evil 6. Il sesto capitolo, al contrario del quinto, tornava a far paura: purtroppo non per le atmosfere che hanno caratterizzato la saga, ma per una serie di difetti che hanno preso i ricordi della mia infanzia videoludica, stuprandoli come se non ci fosse un domani. Comparto tecnico insoddisfacente, trama a tinte quasi trash, caratterizzazione dei personaggi inconsistente e gameplay ai limiti del ridicolo hanno decretato la fine della saga per come la conoscevamo. Potrei stare qui fino a domani ad elencarvi i difetti, (come ad esempio la telecamera progettata nelle viscere dell’Ade) ma preferisco analizzare altri aspetti, ancor più importanti: dov’è il fattore tensione, quando hai nel tuo arsenale doppiette, magnum, lanciarazzi e addirittura puoi menare gli zombie a mani nude? Dov’è il fattore sopravvivenza, visto che in ogni angolo puoi trovare munizioni e cure a volontà? Semplicemente non c’è, non esiste più. Ma soprattutto perché si sono fissati con sta cavolo di cooperativa?! Perché in ogni santo nuovo capitolo bisogna obbligatoriamente controllare due personaggi, gestiti da un’intelligenza artificiale che istiga all’omicidio? La gente ne sente così tanto il bisogno in un Resident Evil?! C’è comunque da dire che negli ultimi tempi il malcontento generale sembra aver convinto Capcom a tornare i propri passi: un buon Revelations, con il seguito che recensiremo a breve e l’ottima rimasterizzazione di Resident Evil Rebirth per le nuove console, hanno cercato di riportare la saga, almeno a livello di gameplay, più vicina agli standard classici del passato. Per chiudere vorrei citare un altro titolo in tema: quel The Evil Within che ti strugge il cuore solo a guardarlo, facendoti capire che la componente action ci poteva anche stare, ma non implementata così a cassaccio, fattore che ha condannato inesorabilmente Resident Evil, ridimensionato da Pioniere di un nuovo genere videoludico ad action da quattro soldi.

resident evil zombie