Pokemon in bianco e nero

Va bene, i Pokemon li hanno giocati, li stanno giocando e li giocheranno tutti, visto che la saga di Game Freaks seguita ormai da anni a venir pubblicata riscuotendo sempre un successo stratosferico in tutto il mondo e soprattutto in tutte le fasce d’età, visto che il titolo di mostri tascabili può essere giocato sia dal bambino di 6 anni che dall’universitario di 25 senza remore o vergogna.
Il successo di questa serie è dovuto a fatto che si è sempre rinnovata senza mai farlo davvero, una contraddizione che però ben rappresenta un gioco uguale da ormai quattro lustri ma che riesce sempre a proporre quell’ingrediente che spinge i fan a preordinare e giocare il nuovo capitolo, o, per meglio dire, il nuovo colore, visto che fin dalle sue origini è stata inserita una dicotomica scelta cromatica, che divideva i giocatori.
Proprio l’assenza di colore è l’elemento fondamentale che ci fa dire che i nuovi videogiocatori non potranno mai godersi un capitolo di Pokemon come i veterani, visto che i primi due episodi sbarcati in Italia, ovvero Rosso e Blu, funzionando sui primi GameBoy erano in bianco e nero.
Fosse solo l’assenza di cromia poi ci si sarebbe potuti abituare in breve ed utilizzare l’immaginazione dove ancora la tecnologia non poteva arrivare, ma vi era un altro gravissimo problema legato ai primi Pokemon, ovvero l’assenza di retroilluminazione.
A completare infatti il quadro di difficoltà che si aggiungevano a quelle di gioco vi era anche l’assenza di luce proveniente dallo schermo, con buona pace di chi oggigiorno si diletta con Nintendo DS e simili, che non permetteva di distinguere nella penombra le forme ed i nomi dei Pokemon, per non parlare dei dialoghi, problema amplificato quando si tentava di giocare in auto, con gallerie e simili giudicate veri e propri nemici giurati di ogni ragazzino che tentasse di battere la Lega Pokemon.
Menzione speciale infine per quello che resterà nella testa di molti come l’accessorio più importante per GameBoy, ossia il cavo di scambio, fondamentale vista l’assenza del rinoamto collegamento wireless. Quanti di noi se lo portavano sempre dietro, per collegare due apparecchi tra loro e scambiare i propri Pokemon? Senza contare il trucchetto di scollegarlo per sdoppiare i mostriciattoli e regalarli ad un amico desideroso di averli già potenziati. Un vero e proprio pezzo di storia.
Insomma, potete giocare tutti i colori che volete, ma non proverete mai l’ebrezza di sfidare un avversario virtuale con una torcia, nascosto sotto le coperte del vostro letto per non farvi scoprire dai genitori quando dovreste ormai essere addormentati da un bel pezzo.

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