Luci, motore, azione: in realtà basta l’illuminazione per la recensione Speedrun di Cubic Light. Il puzzle game di DillyFrame sfrutta infatti un’interessante meccanica per mettere i giocatori di fronte a una serie di enigmi da risolvere. Siete pronti a perdere qualche diottria davanti a luci neon spaziali?
Mi servono degli occhiali da sole
Se avete letto con un po’ di sospetto il nome dello sviluppatore, probabilmente la riluttanza deriva dai ricordi (perlopiù negativi) legati a Robby’s Adventure. In tempi non sospetti abbiamo infatti recensito questo sfortunato platform dalla realizzazione tecnica lacunosa. DillyFrame però non è particolarmente esperta di questo genere di giochi, preferendo puntare sui puzzle.
Cubic Light appartiene (per fortuna o sfortuna che sia) a questa categoria di opere, come prima di lui Cubic Figures e Broken Pipe. L’idea di base è molto semplice: creare delle sfide di varia natura da sottoporre alla mente del giocatore. In questo caso però non ci saranno disegni da ricomporre con i blocchi del Tetris o robottini, ma piuttosto delle griglie da illuminare.
Descrivere dettagliatamente Cubic Light spiega anche la scelta del nome: i giocatori affrontano una serie di livelli di difficoltà crescente in cui piazzare su griglie dalle forme squadrate dei cubi in grado d’illuminare delle aree seguendo dei vettori. L’obiettivo è quello di “accendere” ogni parte della griglia per passare a quella successiva. Niente trama, niente sfide secondarie: solo una battaglia tra le nostre retine e gli sviluppatori.
E luce fu
A livello di gameplay, Cubic Light è incredibilmente lineare (per non dire banale). Come anticipato, i giocatori si trovano di fronte a una serie di griglie composte da quadrati. Lo scopo è illuminare ogni zona con la corretta tonalità neon. Per farlo è possibile piazzare, in un qualsivoglia punto della griglia, un numero predefinito di cubi.
Questi elementi sono in grado di proiettare una retta in una o più delle quattro direzioni ortogonali, illuminando una porzione di schema con il colore che avremo assegnato al cubo stesso, modificabile sfruttando i grilletti dorsali. Questo è sostanzialmente tutto ciò che Cubic Light ha da offrire ai giocatori: sfide cerebrali in cui in realtà basteranno un paio di minuti per trovare la corretta soluzione. La possibilità di modificare a piacimento la posizione permette di fare anche del sano try and error, trovando spesso la soluzione in maniera casuale.
Se a livello di gioco Cubic Light non fa emozionare, lo stesso dicasi per il comparto tecnico. La grafica con fondo nero su cui si stagliano luci al neon è stata probabilmente ideata da una società di occhiali desiderosa di aumentare il fatturato. La colonna sonora invece è talmente insulsa che sulle prime non ci eravamo praticamente accorti della sua presenza. Unica nota positiva la longevità: i livelli sono parecchi, ma probabilmente in pochi li vedranno tutti.
Trofeisticamente parlando: e la bolletta chi la paga?
Sebbene la lista trofei di Cubic Light possa sembrare eterna (contando ben 70 coppe di bronzo), così in effetti non sarà. La logica ci vorrebbe obbligati a completare settanta livelli, ma di fatto man mano che completeremo i primi schemi sbloccheremo anche coppe avanzate in maniera casuale. Così facendo basterà terminare la prima dozzina di schemi per aggiungere una nuova coppa blu alla propria bacheca.