RubricheBit ChroniclesKillzone Redemption - Capitolo 3 - Bit Chronicles

Killzone Redemption – Capitolo 3 – Bit Chronicles

Benvenuti di nuovo nella neo-nata rubrica “Bit Chronicles”, dove potrete leggere avventure ambientate nei vostri mondi preferiti (in questo caso, benvenuti su Helghan) ed espandere la vostra fantasia! Consiglio sempre (ovviamente) di leggere i capitoli precedenti prima di andare avanti. E occhio che di qui in poi l’azione si farà molto più concitata.

Buona lettura!

Prologo: http://www.playstationbit.com/primo-piano/killzone-redemption-prologo

Capitolo 1: http://www.playstationbit.com/primo-piano/killzone-redemption-capitolo-1-bit-chronicles

Capitolo 2: http://www.playstationbit.com/primo-piano/killzone-redemption-capitolo-2-bit-chronicles

3
Recupero a Visari Square

Il dormitorio dell’accademia era abbastanza comodo. Zoran era in stanza con quello che da quel giorno sarebbe stato il suo nuovo team. Da quel che aveva potuto capire, Radec doveva aver molto apprezzato la sua prova al poligono di tiro. Tra i suoi compagni c’erano un veterano, Jatran, esperto in azioni veloci e stealth; un cecchino, anch’esso con molta esperienza, il cui nome era Dorx, e infine un geniere che, come lui, aveva stupito il colonnello non appena entrato all’accademia, qualche anno prima. Si chiamava Vaqen.
Team Echo.
Voleva dire che erano i quinti più bravi?

Per quasi due mesi Zoran affrontò l’accademia senza metterci troppo impegno, nonostante ogni mattina (ma in realtà almeno quattro volte al giorno) si fermava a leggere l’incisione sulle sculture nella piazza centrale dell’Accademia.
“Violence has its own economy. Therefore be thoughtful and precise in your investment.”
Quella parte la ricordava a memoria già da molto tempo. I suoi compagni non si lamentavano mai di lui, neanche nelle simulazioni delle Operazioni, ma Zoran capiva che i suoi comportamenti non passavano inosservati. Jatran, Drox e Vaqen sapevano benissimo che Zoran odiava quel posto, come odiava tutto quel che era costretto a fare.
Passarono altri due mesi, durante i quali l’invasione ISA si era fatta sempre più cruciale. Finalmente giunse il momento della prima vera operazione per il Team Echo dell’Accademia di Radec.

Svariati squadroni di Helghast erano stati inviati a Visari Square per contrastare l’avanzata degli ISA, ma erano stati tutti spazzati via. La maggior parte dei nemici erano andati, ormai, per la loro strada, ma alcuni ancora controllavano la zona, probabilmente alla ricerca di informazioni e sopravvissuti.
Uno di questi squadroni Helghast era riuscito a comunicare la sua posizione dopo l’attacco. Così, il Team Echo fu mandato per recuperare i sopravvissuti e riconquistare Visari Square.

A bordo dell’Incursore già in volo, Zoran si rigirava tra le mani la sua StA-18. Finalmente si decise ad infilarla nella fondina, e prese a trafficare con lo StA-52. Accanto a lui, Jatran lo guardava. Gli diede una pacca sulla spalla.
Poteva capirlo. Era la sua prima missione, in fondo. Il veterano imbracciava uno StA-11, tanto piccolo quanto letale. Bassa precisione, elevato rateo di fuoco. Jatran portava il classico abito da Infiltratore: cappuccio e mantello marroni, pronti a camuffarsi prendendo le sembianze del primo soldato ISA che avessero visto. I suoi compagni, grazie alle loro maschere Hig, avrebbero comunque visto il compagno con il suo aspetto originale.
Di fronte a Zoran, anche Vaqen non riusciva a star fermo. Portava un LS-13 ed un’M4 Revolver, oltre al suo kit per le riparazioni e ai generatori di torrette d’assalto. A Zoran era stato assegnato il ruolo di tattico della squadra, nonostante il grosso del lavoro di mente l’avrebbe comunque fatto Jatran. Zoran aveva il compito di segnalare le posizioni degli ISA che inquadrava ai compagni e di attivare i segnalatori dispiegabili, che avrebbero attirato le loro sentinelle d’attacco.
Dorx, invece, aveva già attivato la sua mimetica da Tiratore Scelto. Era invisibile, ma i compagni sapevano che era lì, accanto al geniere, con il suo VC-32 tra le mani. Al minimo movimento, alcune parti del suo mantello tornavano visibili per pochi secondi. Quando l’Incursore Helghast sussultò a causa di una brusca virata, i soldati furono spinti verso il lato posteriore della navetta. Durante questi secondi Dorx tornò improvvisamente visibile, a causa del movimento improvviso. Non appena tornò immobile scomparve ancora agli occhi degli altri.

L’Incursore atterrò nei pressi di Visari Square. Lasciò uscire i quattro soldati del Team Echo, poi ripartì immediatamente. Zoran si voltò a guardarlo, chiedendosi quando sarebbe tornato a riprenderli. Si incamminarono nei bui vicoletti della città abbandonata e semi-distrutta. I muri erano completamente crivellati, molte zone erano in fiamme. A terra giacevano ovunque corpi di soldati ISA o Helghast. Un forte rumore di passi. Jatran, che era a capo del gruppo, si fermò all’istante. Attivò il camuffamento, poi uscì allo scoperto. Vide immediatamente un ISA, di spalle. Il suo corpo mutò fino a diventare identico a quello dell’uomo che aveva di fronte, appena in tempo perché questo, girandosi, non si accorgesse dei suoi luminosi occhi rossi.
Il soldato non si riconobbe, poiché indossava la stessa uniforme di tutti gli altri. Era un medico ISA, e portava in mano il defibrillatore da campo.
-Tutto bene?- chiese, avvicinandosi all’immagine di sé stesso.
Senza rispondergli, Jatran gli si avvicinò, tossendo e abbassando il capo. Il soldato ISA lo soccorse, reggendolo prima che cadesse a terra. Con un rapido movimento il soldato Helghast estrasse il coltello da combattimento e lo spinse nella carne del soldato, dritto nel suo collo. Mentre l’assassino adagiava il cadavere a terra, i suoi compagni uscivano allo scoperto, puntando i fucili in direzioni diverse per ispezionare la nuova area.
Dorx mosse due passi in un edificio il cui muro era stato fatto saltare in aria. Individuò delle scale che sembravano salire fino sul tetto. Fece un cenno agli altri, poi corse di sopra, tenendo la StA-18 tra le mani.
L’Infiltratore mantenne le sembianze del medico ISA, continuando a camminare in testa al gruppo. La torcia montata sotto all’LS-13 di Vaqen si rivelò molto utile.
Finalmente giunsero nel centro di Visari Square, dove il numero di cadaveri era decisamente più alto. I tre soldati si arrestarono: in fondo alla piazza c’erano gli Helghast sopravvissuti, e un gruppo di ISA a sorvegliarli. Lì accanto erano accesi dei bengala verdi.
Un’estrazione. Stavano facendo prigionieri.
Li contarono: erano cinque. Almeno cinque. Zoran prese dalla tasca della corazza da tattico un segnalatore, ma Jatran lo fermò. Avrebbero tentato un approccio più veloce e letale. Disse qualcosa a Vaqen, che annuì e corse per un vicoletto laterale.
-Vai fin lì- disse poi a Zoran, indicandogli un riparo poco più avanti. -Al primo sparo che senti fai fuori l’ultimo ISA sulla destra. Quello con l’M82 a tracolla e una mano sul casco. Lo vedi?
Zoran annuì. Imbracciò saldamente lo StA-52 e corse silenziosamente fino al suo riparo. Vede Jatran passare oltre, per i nemici ancora camuffato da ISA, e fare un gesto con la mano, apparentemente rivolto a nessuno. Uno degli ISA gli si avvicinò per chiedergli qualcosa, ma un colpo di fucile spezzò il silenzio prima delle sue parole ed uno dei soldati alle spalle del primo si ritrovò un buco in testa.

Dorx salì le scale con la StA-18 tra le mani. Arrivò fino in cima all’edificio, sul tetto. Due cecchini ISA erano lì prima di lui. Si voltarono ed afferrarono in fretta le pistole per far fuori l’Hig. Ma l'”occhi rossi” fu più rapido e fece fuori entrambi, colpendo ognuno con due colpi nel petto. Si avvicinò al bordo del terrazzo e si appostò, sdraiato, col suo VC-32. In un attimo fu ancora invisibile, e pronto all’azione. Tenne il mirino sul gruppo di ISA che stava in Visari Square finché non vide Jatran avvicinarsi, attraverso l’ottica del suo fucile.
Il caposquadra fece un cenno con la mano, rivolto proprio a lui, indicandogli quale bersaglio colpire. Poi un altro gesto, rilassato, mentre ricominciava a camminare, che stava per “quando vuoi”.
Si prese qualche secondo per prendere al meglio la mira, poi fece fuoco, e il soldato ISA designato dall’Infiltratore si ritrovò con un buco in testa.

Quando Jatran fermò Zoran mentre estraeva un segnalatore, Vaqen si accorse del vicoletto alla sua sinistra, che girava poco più avanti e che l’avrebbe potuto portare proprio accanto ai soldati ISA. Puntò la torcia del suo fucile a pompa per vederci meglio. Il caposquadra notò il suo gesto e gli si avvicinò.
-Corri e tieni il più vicino a te sotto tiro. Quando senti lo sparo di Dorx, uccidilo.
Il geniere annuì e corse nel vicoletto. Quando girò l’angolo, però, andò bruscamente a sbattere contro qualcuno. Occhi rossi. Un altro sopravvissuto!
Lo guardò per un istante, incredulo, poi però spostò gli occhi sullo StA-14 che portava (probabilmente rubato proprio ad un Helghast) e capì che era un nemico. Spostò la canna del suo fucile colpendola con il braccio, poi diede una ginocchiata al nemico, il cui camuffamento svanì e tornò quello che era: un ISA. Lo colpì con un pugno sul volto, facendolo sbattere contro la parete del vicolo, poi lo gettò a terra e gli diede un calcio sul volto, uccidendolo definitivamente.
Si diede una mossa e si appostò a pochi metri dal soldato ISA che si trovava più vicino a lui. Improvvisamente il silenzio si spezzò, col boato del proiettile sparato da Dorx. Sparò.

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