La luce nell’oscurità di Kingdom Hearts III – Speciale

Ma se sarà il tuo destino…

Il level design è visibilmente stato oggetto di atroci tagli all’ultimo istante, a cominciare dal casuale labirinto che spunta sotto i piedi di Sora e compagni, passando per l’impossibilità di esplorare il castello di Elsa e paradossalmente neppure il regno di Arendelle stesso, da cui il mondo prende il nome. Si suppone addirittura che il boss di fine mondo sarebbe dovuto essere l’heartless di Elsa anziché quello di Hans (personaggio che, tra l’altro, non ha neppure una linea di dialogo); un lupo ghiacciato, bianco e nero, avrebbe rappresentato il conflitto interiore della regina di Arendelle, concetto su cui si sarebbe costruito il dialogo tra Sora e Larxene, dove quest’ultima è “curiosa di sapere se Elsa sceglierà la luce o l’oscurità”. Ma gli approfondimenti e le contestualizzazioni non arrivano mai, così come effettivamente Sora non avrebbe motivo di correrle dietro. E pensare che Tetsuya Nomura ha avuto il privilegio di guardare il film Frozen ancor prima che fosse completo e pronto per il cinema, perché Disney ha voluto fin dal principio inserirlo nel gioco, indipendentemente dagli incassi della pellicola. Ci credevano davvero tanto, e non a caso le cutscene in Kingdom Hearts ricoprono la parte più popolare del musical, cosa che si è riflessa negativamente sullo sviluppo del mondo di gioco.

Let it go è infatti riproposta in maniera maniacale (anche se un piccolo frame è coperto da un watermark) così come la canzone di Anna dedicata a Elsa, anche se viene coperta da spiegazioni frettolose e fastidiose della protagonista del film, come se si fossero mischiate le tracce audio per non creare un nuovo filmato, segno di una forte pressione e fretta. Stessa fretta che ha fatto tagliare via da Arendelle un sacco di aree trovate da alcuni intrepidi giocatori, che conducono a zone mai usate della cittadina congelata, dettagliate, con nomi definiti e che persino richiedono un caricamento… più evidente di così non si può.

Kingdom Hearts III remind

Ogni passo avanti ti avvicinerà sempre a casa

Il flop di Kingdom Hearts III sta nelle aspettative troppo alte dei fan non rispettate a causa della pressione di Disney e dei tempi stretti, ironico considerando il travaglio infinito dello sviluppo. Intendiamoci, però, il gioco è una bomba; il gameplay keyblade alla mano è stupefacente, spettacolare per gli occhi e puro godimento per i polpastrelli (anche se si è ancora lontani dalla precisione pixel perfect offerta da Kingdom Hearts II) e la guida fantastica delle Gummiship è la ciliegina sulla torta, mai così appassionante e divertente in tutta la saga, ottimo erede dei Tuffi di Dream Drop Distance, e questo mi è bastato per annoverarlo tra i miei capitoli preferiti. Square Enix ha ultimamente perso la fiducia del fandom, colpevoli la dubbia Fabula Nova Crystallis e la frettolosa fine di Final Fantasy XV (gioco che comunque porterò sempre nel mio cuore) e ha rischiato grosso anche con quest’ultima pagina, sporca ma non indelebile.

Ma si sente forte nell’aria la voglia di riscatto del Team Osaka di Square Enix, Tetsuya Nomura vuole ancora dire la sua con Kingdom Hearts III, tra gli aggiornamenti pensati per la community, come la modalità Critico, e con il DLC Re:Mind, quest’ultimo pregno della magia dei vecchi capitoli già solo dai trailer. Scelgo di fidarmi di Nomura, mi fido del suo genio e accetterò anche l’ennesima supercazzola narrativa, purché sia nel suo stile. Quindi fatti avanti Re:Mind, Kingdom Hearts III ha bisogno di te.

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.

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