Mary Skelter Finale – Recensione

Sviluppatore: Compile Earth Publisher: Idea Factory Piattaforma: PS4 Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Mary Skelter Finale è l’ultimo capitolo della trilogia di dungeon crawler/JRPG/visual novel realizzata da Compile Heart e pubblicata da Idea Factory. I primi due capitoli hanno riscosso un buon successo sia in Giappone che in Occidente soprattutto grazie a una trama molto articolata e “cruda”, pur trattandosi di uno di quei generi considerati di nicchia. Andiamo a scoprire insieme di cosa si tratta.

Dove eravamo rimasti?

Mary Skelter Finale riprende la storia esattamente da dove finisce Mary Skelter 2. Jack con le Blood Maidens che riescono a scappare da Jail risalendo in superficie con la speranza di essere finalmente libere. Una volta in cima si ritroveranno dinanzi a un’amara scoperta. Orde di corpi senza vita, il cielo cremisi e uno scenario raccapricciante. La superficie non è esattamente come ce la saremmo aspettata e oltre al danno anche la beffa, con i nostri protagonisti divisi in piccoli gruppi lontani gli uni dagli altri.

A differenza dei capitoli precedenti non abbiamo fatto a meno di notare che questa terza opera porta con sé una trama meno approfondita seppur con una sostanziosa componente da visual novel. Ovviamente i neofiti della saga potrebbero trovarsi in seria difficoltà vedendo una storia in fase avanzata, ma fortunatamente gli sviluppatori hanno inserito dei riassunti che andranno a sintetizzare i primi due capitoli, spiegando per filo e per segno come si è arrivati fino alla superficie. Una scelta che abbiamo davvero apprezzato e che vorremmo vedere introdotta più spesso anche in altri giochi.

Ah! Ma io sto zapping lo avevo già visto da qualche altra parte!

Il gameplay di Mary Skelter Finale non si discosta molto dai precedenti capitoli. Essendo un dungeon crawler ci ritroveremo ad affrontare lunghe sezioni esplorative all’interno di grossi labirinti zeppi di pericoli, mostri ed enigmi che richiederanno molto spesso l’utilizzo di una nuova meccanica chiamata zapping. In sostanza questa feature si basa sullo switch dei personaggi esattamente come accadeva in Grand Theft Auto V, solo che questa volta non avremo a che fare soltanto con tre personaggi, ma con molteplici protagonisti e i loro party. Difatti seguendo il nostro obiettivo molto spesso ci verrà suggerito di fare “zapping” su altri personaggi per vedere cosa sta succedendo nelle zone da loro occupate. Altre volte potrebbe anche capitare che uno di essi trovandosi nello stesso dungeon ma dall’altra parte della mappa, sarà in grado di raggiungere una leva capace di aprire un passaggio bloccato, magari anche grazie all’ utilizzo delle “blood abilities”, delle skill che consentiranno di superare alcuni ostacoli ambientali nelle intricate mappe di gioco. Una meccanica quella dello zapping che abbiamo apprezzato davvero tanto, specialmente se combinate con queste particolari abilità.


Per quanto riguarda la componente JRPG invece avremo battaglie casuali con visuale in prima persona e con un sistema di turni in pieno stile Final Fantasy X. Una volta avviato il combattimento ci ritroveremo dinanzi ai classici comandi di attacco, difesa, skills e fuga caratteristici del genere. Terminata la contesa otterremo punti esperienza (che verranno divisi fra i membri del party), oggetti e denaro. Ritorna inoltre il sistema di “jobs” che consentirà alle Blood Maidens di cambiare abilità e caratteristiche in combattimento. Il sistema risulterà essere molto utile per bilanciare i party nelle fasi avanzate del gioco.

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Uno stile dei personaggi unico 

Graficamente parlando ci troviamo dinanzi a un prodotto soddisfacente anche se con qualche lacuna. Innanzitutto le scene d’intermezzo mostrano soltanto i disegni dei personaggi intenti a parlare fra di loro, con qualche transazione dello sfondo nelle occasioni più particolari. I disegni sono ben realizzati e i personaggi mostrano uno stile unico sin da subito. I dungeon non ci hanno convinto particolarmente. Alcune torri sono fin troppo scarne, mentre altre riciclano gli asset all’infinito dando una sensazione di deja-vu costante che potrebbe portare facilemente alla stanchezza. Il design dei mostri è un po’ approssimativo come del resto le animazioni. I menù sono ben disegnati, ordinati e coerenti con il resto dell’interfaccia.

Un’ottima soundtrack

Per quanto concerne il sonoro abbiamo la possibilità di scegliere due diverse lingue per il doppiaggio: giapponese e inglese. Noi abbiamo scelto la variante nipponica e l’abbiamo trovata perfettamente calzante con i protagonisti. La colonna sonora è composta per la maggior parte di musica elettronica molto piacevole e inserita benissimo nei filmati d’intermezzo, nelle battaglie e nei dungeon.

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Trofeisticamente parlando: curtain call

Le coppe sono suddivise in venti bronzi, sette argento, sei ori e un platino. Il trofeo più ambito non richiederà tantissimo impegno ma sicuramente richiederà una buona dose di pazienza. Difatti come prima cosa dovremo completare tutti i dungeon (le towers) che ci porteranno in bacheca la “bellezza” di cinque trofei di bronzo, per poi passare a varie azioni in game che richiederanno l’utilizzo di particolari abilità come quella di attivare trenta volte le abilità del sangue oppure più semplicemente difendere dieci volte una protagonista. Non mancano poi i trofei legati al finale; ne avremo uno per il finale buono (oro) e uno dedicato al finale cattivo (argento). L’elenco trofei di Mary Skelter Finale lo trovate sul nostro forum.

VERDETTO

Mary Skelter Finale porta alla conclusione le avventure di Jack e delle Blood Maidens inserendo dei nuovi protagonisti ben caratterizzati e migliorando la formula di gioco dei capitoli precedenti. La storia seppur non in linea con il passato presenta comunque alcuni momenti interessanti mentre il livello tecnico dell'ultimo lavoro di Compile Earth resta soddisfacente senza eccellere. Consigliato sicuramente agli amanti del genere delle visual novel e dei dungeon crawler, un po' meno per gli amanti dei JRPG che si ritroverebbero in un contesto difficile da assimilare. Un plauso va alla colonna sonora, davvero piacevole e inserita perfettamente in ogni scenario. Più un sette e mezzo.

Guida ai Voti

Gianfrancesco Maturo
Fin da piccolo ho sempre avuto una curiosità immane per i videogiochi. Nel 1999 ho ricevuto come regalo di compleanno (dopo vari capricci) la mia prima PlayStation. Sono passati gli anni, sono passate le generazioni, ma la passione è sempre qui, e probabilmente mi accompagnerà ancora a lungo.