Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty: vent’anni dall’uscita del capitolo più discusso della saga – Speciale

Sono passati vent’anni dalla pubblicazione di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty da parte di Konami. Il secondo capitolo della saga di Hideo Kojima arriva tra le tendenze dei social, oggi, anche grazie ai “cinguettii” del suo creatore, che ha voluto ricordare il suo capitolo più controverso e discusso. Per alcuni capolavoro e punto più alto della serie e per altri semplicemente un titolo che ha voluto ricalcare (e riprendere) su più punti, meccaniche e tematiche presenti già nel primo Metal Gear Solid.

Ma probabilmente, a questa fetta di pubblico, ancora oggi non è chiaro che non era frutto di svogliatezza, ma che loro videogiocatori, come Raiden (il protagonista del titolo), siano stati parte del più grande bluff mediatico del 2001. Una “kojimata”? Anche no. Semplicemente l’ennesima prova di valore di un autore, il cui estro creativo, ha scosso e rimodulato le fondamenta dell’industria videoludica, insieme a tanti altri importanti director.

“Oddio, sono già passati vent’anni?” Così il primo tweet di Hideo Kojima apre la giornata odierna. Vent’anni fa Solid Snake si trovava sulle rive del fiume Hudson, accompagnato via codec dal buon Otacon, per cercare di scoprire se a bordo di una corazzata della marina fosse realmente trasportato un nuovo modello di Metal Gear, il RAY. Ovviamente svelata la presenza della macchina sulla nave la situazione peggiorerà quando l’esercito di Sergej Gurlukovich, insieme a Revolver Ocelot che da vero doppiogiochista ucciderà il compagno e si impossesserà del Metal Gear affondando la corazzata insieme al buon Solid Snake. Altri due anni passeranno dall’evento, passato alla storia come un disastro causato da Snake che avrà un grosso impatto ambientale e che porterà gli Stati Uniti a costruire una piattaforma per contenere l’inquinamento marittimo dovuto all’ammaraggio del tanker: il Big Shell. Questa piattaforma, verrà presa d’assalto da Dead Cell, una ex unità anti-terroristica che prenderà in ostaggio il presidente George Sears e le persone che erano con lui durante una visita alla struttura. A risolvere la situazione verrà inviato Raiden, membro della nuova FoxHound ed ex bambino soldato, addestrato tramite missioni in realtà virtuale, supportato dal colonnello (?) e il suo team (???).
Durante gli eventi del gioco si avrà modo di conoscere meglio Raiden e il suo passato. Personaggio che è stato punto focale del disprezzo di una buona parte dei videogiocatori mondiali che non riusciva ad andare d’accordo con l’idea di non poter controllare Solid Snake. Procedendo nella trama si scoprirà la complessità di scrittura del personaggio, insieme ai temi trattati dell’intero gioco e che ancora oggi si dimostra qualcosa di attuale, che vent’anni fa fu capace di prevedere l’avvento dell’estrema digitalizzazione odierna e di tutti i contro di essa. Tra fake news, manipolazioni mediatiche e tanto altro, Metal Gear Solid 2 potrebbe essere tranquillamente utilizzato come esperimento sociale e noi, fruitori del servizio, cavie, come il buon Raiden, di ciò che nel titolo prende il nome di S3 Plan (the Selection for Societal Sanity). Ovvero, un piano ideato dai Patriots per manipolare le informazioni e gli eventi del mondo intero per controllare la società e i singoli individui.
Tutto si concluderà al meglio (con non poche vittime e pianti vari) con l’aiuto di Solid Snake, personaggio non preso in considerazione dal computer GW, e che manderà in tilt il piano dei Patriots, rappresentati da Revol (Liquid) Ocelot. Tutto, dunque, non era altro che una simulazione, volta a sperimentare il Progetto S3 su Raiden (ovvero sul videogiocatore) facendogli rivivere, in modo del tutto volontario e quasi per metterlo a proprio agio per non fargli sospettare nulla, alcune sezioni che ricorderanno Shadow Moses. Come una vera e propria missione in realtà aumentata. Alla fine, l’eroe del primo Metal Gear Solid friggerà ancora una volta il cervello dei videogiocatori, rivolgendosi a essi, e sfondando quindi la quarta parete, in un lungo monologo che inneggerà all’importanza di vivere la propria vita apprezzando ciò che ci è stato trasmesso e trasmettendo a nostra volta tutto ciò che c’è di positivo al mondo alle generazioni future. Svelando dunque il tema focale dell’intera opera: MEME, ovvero il concetto di “idea, arte, studio” ben piantato nella cultura di massa e del singolo individuo, capace di essere trasmesso nel tempo tramite la digitalizzazione e i sistemi di archiviazione.

Questo è Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty. Ed ora: “Raiden, spegni subito la console!”.

Raffaele Verde
Anche se i videogiochi sono la sua passione, fin dalla tenera età, continua, ancora oggi a cercare di capirci qualcosa, ovviamente senza riuscirci.