Sono passati vent’anni dalla pubblicazione di Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty da parte di Konami. Il secondo capitolo della saga di Hideo Kojima arriva tra le tendenze dei social, oggi, anche grazie ai “cinguettii” del suo creatore, che ha voluto ricordare il suo capitolo più controverso e discusso. Per alcuni capolavoro e punto più alto della serie e per altri semplicemente un titolo che ha voluto ricalcare (e riprendere) su più punti, meccaniche e tematiche presenti già nel primo Metal Gear Solid.
Ma probabilmente, a questa fetta di pubblico, ancora oggi non è chiaro che non era frutto di svogliatezza, ma che loro videogiocatori, come Raiden (il protagonista del titolo), siano stati parte del più grande bluff mediatico del 2001. Una “kojimata”? Anche no. Semplicemente l’ennesima prova di valore di un autore, il cui estro creativo, ha scosso e rimodulato le fondamenta dell’industria videoludica, insieme a tanti altri importanti director.
Questo è Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty. Ed ora: “Raiden, spegni subito la console!”.