E’ tempo di caccia, in alta definizione! Dopo lo strabiliante successo di Monster Hunter Rise sulla ibrida Nintendo Switch, prima, e su PC, poi, l’amato ultimo capitolo della storica serie di caccia ai mostri approda anche su PlayStation 5. Ryozo Tsujimoto, insieme a tutto il team di Capcom, ritorna sulla serie che si è già fatta apprezzare sulla console della grande N, confezionando un porting di qualità e divertimento. Affilate lame, martelli e armi varie, indossate la vostra migliore armatura e rifornitevi di pozioni e potenziamenti, la Furia sta per arrivare e voi siete dei prodi cacciatori in erba che hanno tanta strada da fare per fermare questo devastante evento!

La stagione di caccia è aperta
Nel fantastico villaggio di Kamura, un novizio scopre di essere stato ufficialmente nominato cacciatore di mostri dalla Gilda. Fatta la conoscenza di alcuni personaggi principali, ci ritroveremo invischiati in quella che sarà la trama principale del gioco. Dall’anziano Fugen, scopriremo che, cinquant’anni prima, il villaggio fu attaccato da una calamità chiamata Furia. Orde di mostri devastarono Kamura e solo i cacciatori della Gilda riuscirono a risolvere la situazione. Ora sarà compito del protagonista diventare l’eroe che salverà Kamura e i suoi abitanti.
Come consuetudine, la trama di Monster Hunter Rise non è assolutamente il punto focale dell’opera. Essa avanzerà tramite dialoghi tra una missione principale e l’altra, mentre ci muoveremo tra le varie location di gioco. Alcuni filmati ci introdurranno alle creature e agli eventi passati, ma certamente il tutto non brillerà di originalità e cura. Tutto sommato, la serie è indubbiamente conosciuta e apprezzata per altri motivi, che vi lasceremo scoprire continuando nella lettura della recensione.

Zampe in spalla
Punto focale del gioco, e della serie, è indubbiamente il gameplay. Monster Hunter Rise brilla, forse anche più del precedente World, sulla componente giocata, ma procediamo con ordine.
Come dicevamo qualche rigo più su, la trama principale del gioco avanzerà tra una missione e l’altra: queste si dividono in single player e multiplayer, con le seconde che avranno una bella fetta di importanza nel gioco stesso. Le canoniche missioni in singolo passeranno in circa venti ore, terminando così i fatti della storia, sempre a seconda della vostra modalità di gioco e della pratica fatta. Il multigiocatore, invece, è quella componente del gioco che vi catturerà fin da subito e renderà il titolo una vera e propria killer app. Sconsigliamo altamente di essere sempre lupi solitari e provare l’esperienza suprema della caccia in compagnia.
Prendendo spunto su molte dinamiche alla World, una buona preparazione è sicuramente l’inizio di una missione che si concluderà bene. Conoscere gli abitanti di Kamura e la loro utilità vi aiuterà a destreggiarvi meglio nel gioco in sé. Non considerate le fasi di spaesamento iniziali dovute anche ad un tutorial estremamente confusionario, fate dell’esperienza in gioco il vero tutorial. Passate dal fabbro, dai mercanti e anche in mensa, potenziate armi, armature e compagni, tutto questo è parte dell’esperienza di caccia definitiva del titolo. Una volta pronti scegliete di partire per una missione in singolo o in multigiocatore, lasciandovi catturare dall’esperienza definitiva che è quella del gruppo. Non siate sempre lupi solitari se non volete restare inutilmente bloccati su alcuni mostri e sezioni.
L’esperienza con la preparazione pre caccia è identica a quella di Monster Hunter World, e quasi lo stesso vale per le battute di caccia vera e propria. Il comparto armi risulta invariato ma il dinamismo e il feedback di queste ultime anche migliorato rispetto al capitolo precedente. Ad aggiungere varietà al gioco, però, troviamo il compagno Canyne, oltre che a quello Felyne, che si potrà cavalcare e usare in combattimento, e gli insetti filo. Questi ultimi vi permetteranno di svolazzare a destra e manca, nonché effettuare attacchi speciali e cavalcare i mostri. Non particolarmente degna di nota il feedback dei grilletti del DualSense, che offrirà solamente un piccolo tremolio per gli archi e qualche colpo di impatto per alcune armi.

Porting di qualità
La versione PlayStation 5 di Monster Hunter Rise arriva direttamente dalla versione per PC, già migliorata rispetto a quella Nintendo Switch. Sebbene, rispetto a World, manchi di quella cura nel dettaglio, tra texture, mostri e design in generale, Rise risulta indubbiamente una versione molto curata e capace di donare belle sensazioni ai suoi giocatori.
Per chi cerca, invece, la massima qualità, è possibile comunque modificare le impostazioni grafiche e di frame rate in base alle proprie necessità, 4K e 60fps o 1080p e 120fps. Ci teniamo a precisare, però, che le caratteristiche di default sono il gioco compromesso e riescono comunque a donare al gioco una grande espressione. A rendere ancora più interessante il titolo sulla console ammiraglia Sony, è indubbiamente la capacità dell’SSD di rendere nulli i caricamenti.
Oltre ad una buona componente visiva, il titolo di Capcom mostra un ottimo carattere anche nella parte ascoltata. La colonna sonora, realmente brillante ed emozionante, con elementi anche vocali, farà la sua grossa figura alle orecchie dei videogiocatori. Importante menzionare anche il sapiente uso dell’audio 3D del gioco, che farà entrare i giocatori direttamente tra le ambientazioni del gioco, dando la possibilità di cogliere anche il più flebile dei suoni. Un vero e proprio lavoro magistrale da parte di Capcom e Ryozo Tsujimoto.
Volendo menzionare solo un minuscolo difetto del titolo, è da rendere noto che la componente in singolo, come già detto sopra, risulta estremamente scarna rispetto al post game in multigiocatore. Ma fidatevi, il gioco vale assolutamente la candela e una volta iniziato probabilmente non lo mollerete più per infinite ore.

Trofeisticamente parlando: Platinum Hunter Rise
Eccoci nella sezione che in questa recensione accomuna i due tipi di cacciatori, quelli di mostri e di trofei di Platino. Raggiungere l’amata coppa di Monster Hunter Rise non sarà assolutamente una passeggiata, come si evince dall’elenco trofei. Preparatevi a farvi letteralmente prosciugare dal titolo, che vi chiederà più di duecentocinquanta ore per essere platinato.
Anche se in questo capitolo troveremo semplificata la caccia alle corone, saranno altre le attività che daranno del filo da torcere ai cacciatori. Il titolo sarà ricco di grinding e farming di materiali, attività che vi porteranno via gran parte del tempo. Preparatevi a fare e rifare infinite volte le stesse missioni per creare il vostro equipaggiamento supremo. Terminate le attività del villaggio e poi passate a quelle Base, tra caccia, scoperta di fauna endemica, fotografie e missioni vari. Armatevi di pazienza e tenacia, vi servirà. DING! Nuovo Platino da sfoggiare in bacheca.