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Narita Boy – Recensione

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Narita Boy è il gioco più venduto della console Narita One, in cima alle vendite mondiali e ormai quasi introvabile. Tutti giocano e tutti amano il mondo creato nel titolo, ma qualcosa accade e la realtà si connette alla finzione videoludica. Un misterioso virus infetta il codice del gioco e una serie di entità appaiono, lottando contro i custodi del codice stesso, a guardia della stabilità binaria. Toccherà a noi, impersonando Narita Boy, salvare il gioco e il mondo intero da questa minaccia. Il titolo di Studio Koba è un piccolo grande capolavoro e questa è la nostra recensione.

La ricetta dell’unicità

Per produrre qualcosa che si discosti dal classico status quo servono idee geniali, o modi geniali di realizzarle. Mescolare ingredienti già esistenti come la struttura metroidvania, la grafica pixel art e la colonna sonora synthwave richiedono maestria e attenzione al dettaglio. Unire il tutto ad una storia originale con forti richiami alla cultura anni Ottanta, dotando il titolo di un combat system semplice ma soddisfacente, è un lavoro certosino. Studio Koba ha pienamente compreso e interpretato la strada necessaria per creare un prodotto di qualità che si discosta dalla massa e trova la sua strada verso una propria identità. Narita Boy è ben realizzato e trasuda passione da ogni schermata.

Narita Boy Racensione

Partiamo dall’inizio

Come accennato, lo svolgimento del gioco si divide tra realtà e finzione, e il confine tra queste due è quanto mai sottile. HIM, entità malvagia, infetta il codice di gioco di Narita Boy e cancella la memoria di Lionel Pearl Nakamura conosciuto come “The Creator”, lo sviluppatore del titolo. Il programma supervisore Motherboard e i suoi agenti hanno attivato il protocollo Narita Boy. Gli Stallions stanno arrivando e il Digital Kingdom ha bisogno di un eroe. Starà a noi andare a sanare gli errori del codice, le falle in cui si sono insinuati i luogotenenti di HIM e porre fine a quello che si configura come un vero e proprio hacking. Nel farlo saremo aiutati da numerose entità benevole presenti, siano questi dei sacerdoti, guardiani o supervisori. Avremo bisogno dell’arma più potente, la Techno-Sword, e di una sana dose di coraggio. La strada è lunga, ma la missione è alla nostra portata.

Narita Boy Racensione

Attacca, schiva, esplora. Ripeti

Il gameplay di Narita Boy è principalmente esplorativo e dedicato al ritrovamento di chiavi, sotto forma di floppy disk, che serviranno di volta in volta per sbloccare sezioni successive. Queste fasi saranno alternate alla presenza di nemici, più o meno numerosi, che potremo sconfiggere in maniera abbastanza facile e senza troppa frustrazione. Il livello di sfida è uno solo e con un minimo di abilità e allenamento è decisamente alla portata di tutti. Saranno presenti numerosi miniboss e nemici più ostici da abbattere, ma le armi a disposizione saranno ampiamente sufficienti. La Techno-Sword è utilizzabile come spada o come fucile con tre colpi singoli che si ricaricano nel tempo. La gittata di quest’ultimo è piuttosto scarsa e si rivela utile in momenti particolarmente concitati per il controllo delle folle. Ciliegina sulla torta, se avremo a disposizione tutti e tre i colpi nello stesso momento, potremo utilizzare un raggio estremamente potente che permetterà di fare piazza pulita dei nemici a schermo. La schivata è uno dei comandi più utili dell’intero gioco. Si tratta di un banale dash destra/sinistra che permette anche di passare “attraverso” i nemici e di poter colpire senza essere colpiti, un po’ come si faceva in Bloodborne. Questa meccanica è inoltre utilizzabile per prolungare i salti in caso di piattaforme particolarmente distanti tra loro.

Long live the Digital Kingdom

Il Digital Kingdom dove si svolge l’intera vicenda di Narita Boy è eccezionale, soprattutto pensando che Studio Koba è composto da sole sei persone. Il livello di carattere che ogni ambientazione trasuda è fuori dal comune e denota una grande ispirazione. Passando dall’interno di castelli a pianure desolate, cave piene d’acqua e foreste lussureggianti, non finiremo mai di stupirci per quanto una grafica in pixel art possa essere comunicativa. Il mondo di gioco si espande il larghezza e in altezza, senza soluzione di continuità e senza nessun caricamento tra le zone. Potremo essere però disorientati da tale magnificenza, anche e soprattutto a causa dell’inspiegabile mancanza di una mappa. Questa scelta potrebbe avere senso se si volesse spingere i giocatori a esplorare ogni anfratto, cosa peraltro necessaria quando si hanno indicazioni generiche sugli obbiettivi da perseguire. Gli ambienti, aiutati da una colonna sonora d’eccellenza, trasmettono un senso di spaesamento e d’impotenza quasi costante, facendo capire di essere coinvolti in una missione più grande di noi.

Synthwawe da pelle d’oca

La colonna sonora di Narita Boy è tutta realizzata al sintetizzatore e urla a perdifiato “anni Ottanta”. Dalla melodia allegra del menù a quelle cupe e tetre negli anfratti più profondi del mondo di gioco, tutto suona perfetto. Le sensazioni trasmesse dall’unione tra musica e gameplay sono assolutamente uniche, con una sensazione d’ansia e una pelle d’oca emozionale decisamente non comune. Si tratta di un risultato a dir poco eccellente che porta il livello di immersione a picchi davvero unici per un prodotto indie.

Narita Boy Racensione

Trofeisticamente parlando: the Digital Kingdom gives Platinum

L’elenco trofei di Narita Boy si compone di venti trofei di bronzo, nove d’argento, cinque d’oro e uno scintillante Platino. Ottenere tutte le coppe non sarà una impresa ardua ma richiederà un po’ di attenzione dato che alcune sono mancabili. La maggior parte saranno ottenibili durante il naturale svolgimento della storia e con un minimo di impegno durante i combattimenti, specie contro i numerosi boss, nulla sarà impossibile. Per la conquista del trofeo di Platino saranno necessarie circa dieci ore.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8/10
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Classe '90, nato e cresciuto tra benzina e gasolio, è il classico "petrolhead". Si è umilmente autoproclamato "Re dell'Universo Racing presso PlayStationBit". Platinatore incallito, attualmente è il redattore della rubrica "Racconti di Caccia", si dedica inoltre a ricerche su Platini facili e/o ultra rari, per bullarsi con gli amici. Appassionato di tutto quello che corre e vola, sta vivendo il suo sogno scrivendo di videogiochi e pensandoci dalla mattina alla sera. Nei momenti liberi guida la sua moto supersportiva e si diverte a spaventare le vecchiette ai semafori.