428: Shibuya Scramble – Recensione

Sviluppatore: Abstraction Games Publisher: Spike Chunsoft Piattaforma: PS4 Genere: Visual Novel Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Pubblicato originariamente nel 2008 su Nintendo Wii, 428: Shibuya Scramble non era mai uscito dal territorio giapponese, almeno fino a oggi; Spike Chunsoft ha infatti portato il titolo anche in Occidente, localizzandolo per la prima volta in lingua inglese (ma non in italiano, purtroppo). Pur appartenendo a un genere non molto popolare da noi come quello delle visual novel, è strano come un titolo così tanto apprezzato da stampa e pubblico, addirittura capace di raggiungere il prestigioso perfect score di Famitsu, si sia fatto attendere ben dieci anni. Sarà valsa la pena di aspettare così tanto?

Una giornata movimentata

Come suggerisce il nome del gioco, la storia è ambientata nel celebre quartiere di Shibuya, a Tokyo. La narrazione ci mette subito nei panni del giovane detective Kano, impegnato in un caso di rapimento, e di Achi, un teppista in cerca di redenzione. Ben presto, però, ci renderemo conto di non essere di fronte a una visual novel convenzionale; nonostante i due personaggi non si conoscano affatto, attraverso le nostre decisioni potremo cambiare il loro destino, modificando la trama. Per far ciò potremo muoverci su tutta la linea temporale dell’avventura, ma di questo ne parleremo meglio più avanti. Dopo aver fatto la conoscenza dei primi due protagonisti, e aver appreso le meccaniche di base del gameplay, saremo pronti a incontrare gli altri tre personaggi del cast che, pur avendo missioni completamente diverse, finiranno per influenzare la sorte degli altri, senza per forza incrociarsi direttamente.

Minorikawa è un giornalista alla ricerca di notizie per portare a termine in poche ora la rivista di Toyama, un editore che a causa di un errore di stampa si ritrova sommerso dai debiti. Tama è una ragazza di cui (almeno inizialmente) non si conosce nulla; quello che sappiamo è che, per racimolare del denaro, la giovane ha accettato il lavoro da mascotte per una bevanda brucia grassi, indossando un ingombrante vestito da gatto. Infine troviamo Osawa, scienziato di fama internazionale, nonché padre della ragazza rapita. Apparentemente scollegate, le storie dei cinque protagonisti finiranno per intrecciarsi, con continui colpi di scena e rivelazioni. Nonostante alcune fasi volutamente demenziali (pensiamo ai siparietti presenti nella storia di Kano o di Tama), andando avanti la trama si fa sempre più fitta, portando il giocatore a scoprire che sotto un apparentemente normale caso di rapimento c’è in gioco molto più della vita di una sola ragazza.

La trama, cuore pulsante della produzione, è quindi il punto forte di 428: Shibuya Scramble. I ritmi narrativi non sono mai noiosi, soprattutto grazie all’alternanza tra i personaggi e, oltre a essere raccontata bene, la storia è scritta in maniera perfetta. Nonostante venga continuamente modificata dalle scelte fatte dal giocatore, tutto è sempre logico e senza contraddizioni, pensato nel minimo dettaglio. Anche la decisione più banale può alterare l’intero corso degli eventi per un altro protagonista; questo vi porterà a seguire con attenzione le vicende di 428, a cui di certo riuscirete ad appassionarvi.

Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi; ognuno, da quelli principali a quelli secondari, ha la sua storia e le sue peculiarità. Ognuno ha il proprio scopo e il proprio background narrativo, minuziosamente curato dagli sviluppatori per far conoscere ai giocatori il passato dei protagonisti e decidere di conseguenza il loro futuro. Insomma, sulla qualità della trama non abbiamo alcun dubbio, siamo di fronte a un titolo da non perdere. Si può dire lo stesso del gameplay?

Destini incrociati

Il genere a cui appartiene 428: Shibuya Scramble è davvero molto particolare, seppur molto popolare in territorio giapponese. In sostanza dovremo, per gran parte del tempo, leggere i dialoghi e la descrizione di quello che sta accadendo, con immagini fisse o leggermente animate sullo sfondo, realizzate in live action. Grazie a esse sarà molto più facile seguire la storia ed entrare in empatia con i personaggi (tutti interpretati molto bene dagli attori). Inutile però nasconderlo, il gameplay di questo titolo non è adatto a tutti; il solo fatto di dover prestare attenzione a ogni dettaglio, tra centinaia di righe di testo, lo rende assolutamente sconsigliato a chi è in cerca di qualcosa di più movimentato. Questo comunque non è né un pregio né un difetto, semplicemente un diverso modo di concepire il videogioco.

Il giocatore non è solo un semplice spettatore, anzi; spesso saremo chiamati a essere il deus ex machina della situazione, modificando la decisione di un personaggio per influenzare il destino di un altro. Per fare ciò ci muoveremo all’interno di una linea temporale di cui vi abbiamo accennato a inizio recensione. Ogni capitolo è diviso in ore, e ogni ora è divisa a sua volta in sezioni da cinque minuti. In alcune di queste sezioni ci troveremo di fronte a bivi che modificheranno la storia del diretto interessato e, molto spesso, anche quella degli altri protagonisti. Proseguendo con la trama, inoltre, capiterà frequentemente di imbattersi in bad ending; per porre rimedio a questi finali, che alternano situazioni tragicomiche a conclusioni drammatiche, ci verrà suggerito come e quando intervenire all’interno della linea temporale, per rimettere la storia sui giusti binari. Nonostante a volte siano un po’ troppo espliciti, abbiamo trovato molto utile la presenza di questi indizi, soprattutto perché è facile smarrirsi tra le tantissime righe di testo e magari perdere di vista dettagli fondamentali.

Un altro modo di interagire è quello dei “jump”, ovvero salti. In alcune occasioni, proprio per rendere la narrazione meno lineare, la storia si bloccherà con un “keep out” e ci chiederà di trovare un “jump” che si ricolleghi alla storia, facendola sbloccare. L’interazione quindi è tutt’altro che marginale o secondaria, rivelandosi indispensabile ai fini del completamento; il giocatore deve sempre prestare attenzione sia ai jump che ai bivi, andando spesso a ritroso per modificare eventi futuri. Questa buona alternanza tra fasi passive e attive coinvolge il giocatore rendendolo protagonista, anziché un mero spettatore. La difficoltà, poi, non è nemmeno così bassa come si potrebbe credere; più di una volta ci siamo infatti ritrovati bloccati, cercando di cambiare le strade di diversi personaggi per far incastrare nel modo giusto tutte le storie, riuscendoci solo dopo svariati tentativi.

Shibuya live action

Sul comparto tecnico del gioco non c’è molto da dire; come abbiamo già spiegato, sullo schermo verranno mostrate righe su righe di testo che racconteranno quello che sta succedendo. Per mantenere viva l’attenzione e aumentare il coinvolgimento dei giocatori, gli sviluppatori hanno realizzato degli sfondi in live action con veri attori, girati a Tokyo. Nonostante il loro stile sia a volte troppo trash, con un tipo di humour stravagante e sopra le righe, nella maggior parte dei casi le immagini trasmettono emozioni, negative o positive a seconda della situazione, riuscendo nel loro intento. Stesso discorso per la colonna sonora, capace di dare molta più credibilità alle scene, che siano drammatiche o divertenti. Da segnalare infine la totale assenza della lingua italiana, fattore per cui ci sentiamo di sconsigliare fortemente l’avventura a chi non ha dimestichezza con l’inglese.

Trofeisticamente parlando: quante vite avrei voluto

428: Shibuya Scramble non offre molti trofei, ventisette, Platino compreso, ma non aspettatevi comunque una passeggiata di salute. Pur non essendoci una vera e propria difficoltà, visto che non è richiesta alcuna abilità da parte del giocatore, ottenere tutte le coppe richiederà tempo, considerando che dovrete trovare tutti i bad ending presenti in ogni capitolo dell’avventura (per fortuna non sono mancabili, poiché potremo sempre tornare a ritroso nella trama per modificare le nostre scelte). Per maggiori informazioni, vi rimandiamo all’elenco trofei presente sul nostro forum.

VERDETTO

428: Shibuya Scramble è un titolo molto particolare, di sicuro non adatto a tutti. Oltre alla narrazione, elemento su cui si basa la produzione, ci ha stupito la quantità e la qualità dell'interazione, grazie alle tantissime decisioni da prendere e alla possibilità di spostarsi a proprio piacimento lungo la linea temporale dell'avventura, andando a cambiare il destino dei protagonisti. Se cercate qualcosa di nuovo, con una storia coinvolgente e fuori dagli schemi o se avete già apprezzato titoli del genere, vi consigliamo di prendere seriamente in considerazione l'acquisto di questo titolo.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.