Primo PianoA Pixel Story - Recensione

A Pixel Story – Recensione

Publisher: Rising Star Games Developer: Lamplight Studios
Piattaforma: PS4 Genere: Azione / Avventura Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 10,99€

“Il moderno invecchia, il vecchio torna di moda.”

Pong, chi non conosce il buon vecchio Pong? Sbarcato sui cabinati e poi portato sulle console, più precisamente su Atari e Commodore. Lo conoscono i giocatori vecchio stampo e lo conoscono anche i più giovani. Lamplight Studios ha voluto superarsi sperimentando un titolo a tratti innovativo, ma con meccaniche vecchie decenni fa: ecco nato A Pixel Story.

Pong, ma sei davvero tu?

Il Pixel, dunque, è la vecchia pallina del Pong, resa antropomorfa per l’occasione e spedita in una missione speciale e pericolosa, SALVARE IL SISTEMA.

Appena sveglio, si ritroverà a parlare con un robottino che troveremo molto spesso sul nostro percorso, e ci spiegherà il perché siamo qui e come ci siamo arrivati. Un NPC, qualche ostacolo più avanti, ci consegnerà un manufatto con dei poteri. Il manufatto ha la forma di un semplice cappello, ma una volta che il nostro personaggio sta per indossarlo qualcosa va storto; un corvo, visto lo scintillio del cappello, lo afferra e scappa via.

I primi livelli dunque, saranno una specie di tutorial, anche se di tutorial c’è ben poco essendo un gioco in 2.5D, ma le cose si faranno ostiche subito dopo. Recuperato il cappello, dunque, ci introdurremo in un viaggio pieno di avversità e ostacoli pericolosi.

Cos’ha di speciale questo cappello? Ha il potere di teletrasportare il nostro personaggio e, su un mondo 2.5D, è davvero una cosa incredibilmente utile ai fini del proseguimento.

Durante il nostro percorso ci saranno degli oggetti pronti ad aiutarci come un trampolino, ad esempio, o degli ostacoli come delle punte affilate poste sotto di noi. Il trampolino potrà aiutarci a superare gran parte degli ostacoli, ma non è il solo perché ci sarà anche il famoso manufatto posto sulla nuca del personaggio a facilitarvi le cose.

Il cappello, dunque, è davvero così tanto utile? La risposta è “sì”.

Vi facciamo un esempio banale: c’è un piano superiore abbastanza alto, che da soli o con il trampolino stesso non riuscite ad arrivare, il cappello in questa situazione è fondamentale; saltate col trampolino, piazzate il cappello con la pressione del tasto quadrato proprio vicino al piano superiore, scendete, saltate col trampolino e nello stesso momento premete quadrato teletrasportandovi così in alto, e cadendo proprio al piano superiore. Geniale, non vi pare?!

Casa dolce casa

Ricordate la famosa stanza di Day of the Tentacle, dove era possibile salvare o iniziare una nuova partita?

Ecco, la troviamo anche qui, ma non con gli stessi benefici; in questa stanza potremo solamente ricaricare il nostro checkpoint. Nella mappa di gioco troveremo appunto svariati checkpoint, soprattutto su diversi punti ostici. Il checkpoint si presenterà come un ologramma con raffigurato il nostro personaggio. Questo checkpoint però fungerà anche da teletrasporto da punto a punto.

Durante il nostro percorso, infatti, ci saranno assegnate quest che dovremo completare. Ma non saranno tutte primarie per nostra fortuna, ci saranno anche quest secondarie, ma che non completeremo invano perché, alla fine della missione, ci saranno assegnate delle monete e un diamante, e saranno il “fulcro” del gioco.

Queste monete sono una chiave. Ma se c’è una chiave, deve per forza esserci una porta, no? Purtroppo c’è, e anzi, ce ne sono anche diverse. Le porte, chiuse con delle sbarre, le troveremo su diversi punti delle mappe. Queste porte non sono che le stanze delle sfide. Per sbloccarle ed entrare in queste stanze, dovremmo avere con noi determinate monete. Una volta entrati, fatevi il segno della croce, perché non appena uscirete, se siete cattolici diventerete atei. 

La difficoltà di queste stanze è davvero molta. Anche per i più abili, saranno un vero inferno. Trappole, trampolini, laser, seghe elettriche, muri, oggetti da raccogliere riportandoli indietro… insomma, un incubo a occhi aperti.

Passiamo adesso ai diamanti, in totale 45, che saranno sparsi per la mappa di gioco. Avremo quattro punti della mappa: passeremo dalla foresta al vulcano e dall’arido al gelido.

Questi diamanti saranno utili a sbloccare le zone del gioco, che senza di essi sulla mappa saranno contrassegnate con del grigio. Li possiamo trovare anche su certi punti della mappa, sotto delle punte affilate, ad esempio, o ai bordi di un dirupo, ma spesso ci saranno consegnati da degli NPG una volta completata la loro quest.

L’evoluzione della grafica, altro che 4K

I più vecchiotti di voi ricorderanno sicuramente l’8-bit. Un’evoluzione, all’epoca, che fece stupire anche i più scettici, soprattutto se parliamo di Super Mario per il NES.

Lamplight Studios ha infatti creato il suo gioco sotto questo profilo, ma con una novità che ci ha stupiti particolarmente.

Non appena completati i primi due livelli, ci ritroveremo in un mondo a 16Bit tridimensionale, che farebbe dire “WOW” anche ai non esperti. Una mossa davvero azzeccata, che ci fa capire quanto l’evoluzione da 8 bit a 16 bit sia davvero palese e stupefacente. Pulizia grafica, poligoni ben creati e texture definite fanno di A Pixel Story un piccolo capolavoro, che ha sicuramente quel passo in più su tantissimi titoli del suo genere.

Trofeisticamente parlando: mai visto un pixel così perspicace

A Pixel Story ha un trofeo di Platino. Urrà, direte giustamente voi, peccato che la percentuale di conquista non è così elevata, ma tentar non nuoce di certo. Per ottenere l’ambito trofeo di platino dovrete guadagnare ben trentuno trofei tra cui diciassette trofei bronzo, nove trofei argento e cinque trofei oro. L’ottenimento del trofeo di Platino è davvero arduo e richiede tantissima abilità. Oltre a completare le stanze delle sfide, dovrete prendere i consueti e mai mancanti collezionabili. Ma chi si arrende, non è mai a metà dell’opera, quindi non ci resta che farvi un in bocca al lupo.

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Michele Faraone
Videogiocatore sin da piccolo. Più precisamente da quando sotto l'albero di Natale ricevette il Super Nintendo con Mortal Kombat II e Super Mario World. Appassionato di film e scettico su diversi fronti. Amante della natura e della "lore" che la circonda.