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Absolute Drift: Zen Edition – Recensione

Publisher: Flippfly Developer: Funselektor Labs Inc.
Piattaforma: PS4 Genere: Action/Racing Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 11,99 €

Se il concetto di derapata è legato alla velocità e all’adrenalina, qui immaginatelo pacificamente ribaltato. Gli sviluppatori di Absolute Drift: Zen Edition hanno proprio voluto dirci che possiamo essere degli assi della derapata, senza essere pervasi dal senso di frenesia che ci assalirebbe pensandoci alla guida di un bolide che sembra correre su una superficie saponata.

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Quasi monocolore

Zen, controllo del respiro, superfici bianche, pochi colori e poche distrazioni. Piccolo parco auto, essenziale, come tutto il comparto visivo e sonoro. Qui, il concetto del pigiare sull’acceleratore e dello sterzare dolcemente nella direzione opposta e che inizialmente ci sembra facile, ci porta in un tutorial dove ben presto capiamo che poi così facile non è. Ci servono dei minuti per capire che possiamo pure evitare il muro ad ogni singola mossa. Passati questi pochi minuti, improvvisamente la luce. Capiamo che il concetto zen alla base del tutto ci aiuterà a fare cose meravigliose; inizieremo ad essere bravi, a fare ciambelle attorno ad un birillo, a mantenere una traiettoria per più di due secondi; insomma, inizieremo a provarci veramente gusto.

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Visivamente parlando, il gioco è essenziale. Vista isometrica e telecamera che ci segue delicatamente, lentamente e soprattutto senza alcuna sbavatura. Il color panna è predominante; minimale come ogni dettaglio, funge da sfondo perfetto per il nostro agire senza mai disturbare gli occhi. Solo pochi colori si mescolano al tutto, soprattutto il rosso che quindi spicca e ci fa capire che dobbiamo dirigerci proprio nella sua direzione per fare qualcosa. Ottima realizzazione.

Un po’ di jungle anni 90

La colonna sonora ricorda un po’ quella dei primi Ridge Racer. Si pone molto bene in contrasto con la pacatezza dei movimenti della nostra auto; dunque, canzoni, per oltre tre ore di musica, che hanno una battuta molto veloce che però non disturbano l’equilibrio totale, anzi, ci spingono quasi ad osare di più.

Il Giappone nel cuore

Il gioco si sviluppa su cinque aree, in cui all’interno, ci sono delle cose da fare e che hanno nomi di città giapponesi, chiaro riferimento ed inchino alla cultura drift del Sol Levante; non a caso l’icona dell’applicazione sulla home della nostra PlayStation 4, è la bandiera del Giappone.

Dopo un breve tutorial, possiamo muoverci in free roam e fare tutto quello che all’interno dell’area-pista ci viene chiesto di completare per accedere all’area successiva. Passiamo dal fare semplici drift a salti su grosse rampe, dal passare sotto un macchinario che colora la nostra auto, a colpire oggetti che fungono da collezionabili. Se non vogliamo cimentarci nel free roam, possiamo selezionare, a parte, ogni area e cercare di completare un numero minimo di cose per sbloccare quella successiva. Ogni zona termina con degli eventi notturni, in cui spesso ci troviamo su delle autostrade tortuose, in mezzo ai palazzi e piene di fascino.

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Lanceremo il controller sul muro?

Absolute Drfit non è gioco per tutti. Spesso gli indie hanno questa prerogativa che li avvicina a fette di pubblico certamente ridotte rispetto ai vari tripla A che chiaramente si presentano in maniera molto più fastosa e complessa. La soglia di difficoltà è bassa, si attiva quindi subito. Dopo i minuti iniziali in cui saremo un po’ impacciati, arriveremo a gasarci per aver azzeccato qualche drift correttamente. Anche se la prerogativa zen ci chiede di respirare profondamente e non essere dei pazzi scatenati, non va sottovalutato il fattore velocità e vicinanza all’oggetto o piccola area in cui facciamo il nostro drift. Più accurati siamo, maggiore sarà il nostro punteggio.

Non dobbiamo perdere la pazienza; il gioco sa essere molto gratificante e con un po’ di impegno riusciremo a terminare tutte le aree. Molto probabilmente ci affezioneremo ad una macchina, probabilmente la prima che ci viene data in dotazione, e con essa cercheremo di farci strada tra birilli, curve e piccole sub quest. Non sentiremo la mancanza di un parco auto folto, proprio perché capire le dinamiche dell’auto rappresenta un sforzo premiante e quindi potrebbe essere difficile lasciare il vecchio per il nuovo, dopo tutto il lavoro di trial ed error che ci ha portati ad essere un po’ più professionisti.

Trofeisticamente parlando: Ken Block Zen

Per quanto riguarda il lato trofei del titolo, possono farci gola i trofei d’argento e d’oro che guadagneremo anche senza addentrarci troppo nelle sfide; basterà giocare un po’ di tempo e con impegno. Il platino è veramente per chi vuole sbattere la testa contro il muro, per via di sfide veramente ostiche che richiedono il padroneggiare il mezzo veramente, ma veramente, alla Ken Block.

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