Adam’s Venture: Origins – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Soedesco Developer: Vertigo Games
Piattaforma: PS4 Genere: Avventura grafica Giocatori:PEGI: 3 Prezzo: 49,99 €

“È il destino dell’archeologo quello di vedere frustrati anni e anni di lavoro e ricerche.”
Indiana Jones

Nel 1981 usciva nelle sale “I Predatori dell’Arca Perduta”, primo film di una fortunata serie, ideata da George Lucas, che avrebbe visto protagonista uno degli eroi più imitati del globo, ovvero il mitico Indiana Jones. Proprio a questa categoria di avventurieri senza paura appartiene Adam’s Venture, interprete principale dell’omonimo videogame sviluppato da Vertigo Games nel 2009 per il solo PC e riproposto a distanza di 7 anni su PlayStation 4 in versione Remastered.

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Adam Venture fa girare il mondo

Siamo nel 1920, un giovane Adam Venture aiuta suo padre, nonché docente di Oxford, in approfonditi studi sul Libro della Genesi che lo portano a scoprire qualcosa di incredibile: da qualche parte nel mondo è nascosto il mitico tempio di Salomone, in cui giace ancora nascosta un’antica e smisurata ricchezza che solo i più astuti e temerari esploratori potranno trovare.
Ecco allora che il nostro eroe, carico di emozione e speranza, parte all’avventura accompagnato dalla colta assistente del professore, ovvero la bella Evelyn, in una ricerca che spazierà da Londra alla Francia per terminare poi nella splendida Gerusalemme, dove il buon Adam potrà finalmente trovare le risposte che cerca ed avvalorare la teoria del padre. Ovviamente però i nostri non saranno i soli a voler mettere le mani su questo inestimabile bottino, ma si troveranno a dover lottare contro la malvagia corporazione religiosa denominata Clairveaux, che farà di tutto per arrivare nel tempio prima di Adam così da avere le risorse necessarie per poter dominare il mondo, per completare una trama carica di cliché in cui trovano spazio anche i Templari ed il Giardino dell’Eden. Il tutto presentato e spiegato al giocatore con una tale velocità che l’attenzione andrà scemando dopo alcuni minuti di gioco, coadiuvato da un doppiaggio decisamente non coinvolgente e da un protagonista rivedibile, punti sui quali ci soffermeremo però più tardi. Appresa la nostra missione saremo però pronti a calarci in questa avventura grafica fatta di tanti enigmi spacca cervello e, giusto per non farsi mancare nulla, di alcune sessioni platform e stealth che ci daranno modo di esplorare vasti scenari tridimensionali riveduti e corretti in questa remastered così da adattarsi al meglio alla potenza offerta da PlayStation 4.

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Gira, ruota, sposta

Come è giusto attendersi da un videogame definibile avventura grafica, nonostante la già citata presenza di sezioni prettamente platform, la parte del leone viene fatta dagli enigmi. Nel corso di Adam’s Venture infatti avremo modo di allenare i nostri neuroni con una serie di puzzle dapprima molto semplici, salvo poi diventare con l’avvicinarsi della conclusione sempre più intricati e difficili da risolvere. I ragazzi olandesi di Vertigo Games sono stati bravissimi in questo senso, riuscendo a creare delle sfide allettanti e soprattutto pertinenti al periodo storico proposto, trovandoci di fronte vecchi quadri elettrici, batterie di auto da ri-assemblare ed ancora i più classici enigmi “archeologici”, con macchinari in pietra da attivare e molto altro ancora. Non sarà raro ritrovarsi fermi a pensare alla soluzione di un enigma, magari armati di carta e penna per prendere qualche appunto extra, soprattutto quando vi troverete di fronte puzzle numerici o le terribili bombe innescate, non tanto per quanto riguarda l’effettiva pericolosità dell’ordigno ma più che altro per l’effettiva difficoltà nel risolvere con successo il rompicapo. Una piccola tirata d’orecchi va invece fatta per quello che riguarda la spiegazione di certi puzzle, decisamente poco intuitivi, anche se siamo convinti che parte di questa scelta sia stata fatta per spingerci ancora di più a ragionare, anche solo per capire come affrontare ciò che ci saremmo trovati di fronte.
Nonostante questo però il lavoro degli sviluppatori è stato encomiabile, vista anche la grande diversificazione degli enigmi proposti che spaziano da quelli matematici ad altri puramente di ragionamento, dando modo ai giocatori di applicarsi in più campi e soprattutto di non annoiarsi mai, come invece purtroppo avverrà durante l’esplorazione.

adam's venture origins ps4 trofei

Il pericolo è il mio mestiere

Se quindi abbiamo promosso a pieni voti i puzzle ideati dai ragazzi di Vertigo Games, lo stesso non si può dire per quanto riguarda le sezioni platform inserite in Adam’s Venture Origins. Sull’onda del successo di Uncharted infatti si è puntato su aree esplorabili sfruttando la ginnicità del protagonista, che potrà appendersi a varie sporgenze e saltare oltre dirupi e fossati, e d impiegando nei momenti di difficoltà l’unico oggetto in dotazione ad Adam, ossia il suo fidato rampino, che ci permetterà di dondolarci appesi ad apposite strutture oppure far crollare ponti e colonne per creare una via di passaggio dove altrimenti ci sarebbe solo il vuoto. A fare da contorno a salti e scalate anche dei momenti stealth, in cui dovremo nasconderci dalle pattuglie dispiegate dalla terribile Clairveaux per catturarci ed impedirci di arrivare all’interno del tempio di Salomone. In tutto ciò però è stato scelto di prendere le distanze proprio da Indiana Jones, Nathan Drake ed imitatori vari in una maniera molto particolare: il nostro Adam infatti sarà un inguaribile pacifista, totalmente negato in qualsiasi forma di combattimento, e dovrà quindi affidarsi solo alla sua agilità ed alla sua furbizia. Questa piega molto particolare della storia però finisce per essere più dannosa che altro, soprattutto unita a movimenti legnosi ed una generale progettazione dei livelli decisamente rivedibile. Non sarà inusuale infatti ritrovarsi a dover rifare una serie di salti per un movimento sbagliato del protagonista, o venire scoperti da una guardia perchè la luce della sua torcia è passata innaturalmente attraverso una struttura poligonale progettata male, costringendovi a ricominciare una sezione che avreste preferito non dover ripetere nuovamente, anche perchè a dirla tutta il divertimento di appendersi ad anelli di pietra ed oscillare nel vuoto termina già dopo due o tre ripetizioni, così come la nostra “fuga” dai nemici, che molto spesso si rivelerà una camminata in amicizia tra corridoi schivando di tanto in tanto dei fasci di luce. Un’occasione sprecata, soprattutto vista la qualità degli scenari e dei luoghi che andremo a visitare, evocativi e ben realizzati che ci immergeranno in un’atmosfera da esploratori d’altri tempi.

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No dico, batti lei?

Nonostante la cronica assenza di azione Adam’s Venture Origins risulta un titolo godibile, flagellato però irrimediabilmente da alcuni grossi problemi che nulla hanno a che vedere con la semplice realizzazione tecnica, primo su tutti il doppiaggio. Prestando un orecchio infatti ai dialoghi di gioco, rigorosamente in inglese, sarà chiaro come tutte le voci coinvolte nel progetto avessero evidentemente di meglio da fare nel giorno delle registrazioni, visto che sembra di ascoltare un gruppo di automi che dialoga senza far traspirare alcuna emozione. Persino nei momenti più concitati, come ad esempio quando l’assistente del professore verrà minacciata con una pistola, la piattezza dei dialoghi rovinerà qualsiasi tipo di atmosfera, demolendo il comunque buon lavoro fatto dalla colonna sonora, azzeccata e coinvolgente, specialmente in certi frangenti.
A completare il tutto forse il problema più grande di tutti, ossia l’incredibile antipatia di Adam. Si tratta forse di una sensazione personale, ma il nostro eroe, che dovrebbe essere il classico individuo smargiasso e scaltro, risulta insipido, poco simpatico e molto spesso fuori luogo, mal supportato però da battute e frasi che lo rendono insopportabile nonché, in certi frangenti, anche un filo maschilista (giusto per non farsi mancare nulla). Il nemico finale, carismatico come un cavolfiore, e tutto il gruppo di personaggi inserito a supporto di Adam, che in quanto ad espressività completano il banco ortaggi capeggiato dal nostro antagonista, non sono di nessun aiuto visto anche che il loro cammeo sarà breve, come a tutti gli effetti sarà l’avventura in sé. Adam’s Venture: Origins infatti, a dispetto della somma a cui viene venduto, può essere completato senza sforzi in meno di cinque ore di enigmi, trame mordi e fuggi e platform abbinati a stealth. Un vero peccato, perché tutti questi problemi fanno perdere colpi ad un veicolo che si era avviato nel migliore dei modi e che finisce la benzina proprio sul più bello.

Trofeisticamente parlando – Passeggiata nel bosco

Dei 15 trofei presenti in Adam’s Venture: Origins quello che colpisce decisamente più di tutti è uno sfavillante Platino, che potrà essere sbloccato senza sforzo alcuno in poche ore. Oltre alla prestigiosa coppa infatti altre 12 saranno legate alla storia e non potranno essere mancate, mentre una sarà legata a dei collezionabili (3 in totale in tutto il gioco). A completare il tutto un simpatico trofeo nascosto legato ad una semplice azione eseguibile in un dato momento del gioco, con tutte le informazioni del caso reperibili nella nostra dettagliata guida ai trofei.

VERDETTO

Adam's Venture: Origins è un progetto a metà, che sa molto di un'occasione sprecata da parte dei talentuosi ragazzi di Vertigo Games. Il voto esprime la perfetta media tra l'ampia e meritatissima sufficienza per gli enigmi proposti in questa avventura grafica e la bocciatura assegnata alle sezioni platform e stealth, che sanno di già visto e soprattutto vengono penalizzati da controlli non sempre perfetti. Nonostante questi problemi e la longevità non incredibile vi consigliamo comunque di dare una chance a questo progetto, soprattutto se amate i rompicapo vecchio stile e vi piace arrovellarvi il cervello con enigmi matematici e non solo.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.