Albedo: Eyes From Outer Space – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Merge Games Developer: Z4G0
Piattaforma: PS4 Genere: Adventure Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 14,99 €

Albedo: Eyes From Outer Space è il primissimo titolo creato dall’italiano Fabrizio Zagaglia, tanto per cominciare. Tutto inizia con un’esplosione in un laboratorio scientifico segretissimo chiamato Jupiter, dove si compiono strani esperimenti spazio temporali.

Enigmi, Enigmi ovunque

Il nostro obiettivo sarà quello di capire cosa sta succedendo, diventando così eroi per un giorno. Abbiamo davanti un’avventura grafica dove il giocatore invece di correre su e giù per le ambientazioni del gioco, dovrà esplorare per bene ogni singola zona, cercare oggetti, raccoglierli e usarli.

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La struttura del titolo è abbastanza semplice, infatti il gioco si basa su stanze “autoconclusive”, questo vuol dire che prima di passare alla stanza succesiva bisognerà finire l’enigma della stanza precedente: logicamente più si procede nel gioco e più gli enigmi saranno più difficili.
Il titolo è possibile finirlo comodamente in 4/5 ore, ma se vogliamo considerare anche tutti gli obiettivi secondari il gioco vi potrà tenere incollati allo schermo un bel po’ di più, ritornando in vecchie stanza già completate.
Andando man mano avanti nella storia, ci troveremo ad affrontare molteplici tipologie di enigma: gli
enigmi sono infatti complessi, tra sezioni platform, sfide di abilità o a tempo, senza scordarci un sistema di combinazione di oggetti.
Non mancano inoltre codici da trovare e veri e propri puzzle, dei più classici, da risolvere, alcuni abbastanza tosti, al punto da spremere le meningi del giocatore. Tanto per fare un esempio bisognerà riscostruire una tubatura dell’acqua, in uno specifico caso, ma Il problema è che i tubi saranno intrecciati tra loro e, quindi, l’impresa non sarà facile come poteva sembrare ad uno sguardo superficiale.
Un altro tipo di enigma che possiamo trovare è di carattere più strettamente “ambientale”, ad esempio quello di ritrovarsi in un sala con un mostro alieno che non sarà possibile eliminare in un nessun modo “tradizionale”.

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Il gioco ci suggerirà allora di lanciargli qualcosa da mangiare, e nel mentre in cui l’alieno sarà impegnato a mangiare ciò che gli abbiamo lanciato un attimo prima, noi dovremo immediatamente risolvere l’enigma all’interno della stanza nel minor tempo possibile, pena diventare il pranzo del suddetto alieno.

La vecchia scuola

Una grande pecca di questo titolo è sicuramente l’interfaccia, troppo macchinosa e poca gestibile soprattutto nell’eseguire le diverse combinazione di oggetti o semplicemente farne uso, nonostante l’idea di Fabrizio Zagaglia fosse di prendere spunto dalla vecchie avventure grafiche della Lucas.

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Al contrario, un lato positivo sempre a livello visivo è soprattutto lo stile grafico stile anni Cinquanta e Sessanta, che offre bellissimi modelli tridimensionali degli alieni, ottimamente realizzati, e un sapiente uso dell’illuminazione, che crea un’atmosfera surreale per tutto il gioco. Dunque, anche se il budget è molto limitato, il titolo comunque sia offre uno stile unico ed originale.
Se abbiamo premiato il titolo per l’ottimo stile grafico, purtroppo ci sono anche molti lati negativi partendo in primis dai problemi tecnici e di giocabilità, un frame-rate instabile, un gameplay rigido e a volte piuttosto impreciso, ma l’aspetto peggiore in assoluto risultano essere i comandi complicati e scomodi, che senza usare mezzi termini compromettono l’esperienza di gioco.

Trofeisticamente parlando: più che il come il problema è il cosa

I trofei in totale sono una trentina con tanto di coppa di platino a corredo, nel momento in cui otterrete tutti gli altri, logicamente. Alcuni saranno vostri semplicemente procedendo nel gioco, mentre altri lo diventeranno interagendo in modi specifici e particolari con lo scenario. Va segnalato che non sempre la descrizione delle diverse coppe virtuali è chiara, anzi…

VERDETTO

Albedo: Eyes From Outer Space è un'occasione sprecata, ma, attenzione, il titolo a tratti ci è piaciuto. Da un lato troviamo un ottimo concept di puzzle game, con stile grafico volutamente datato e fantascientifico, pieno di enigmi. Mentre dall'altra parte troviamo una serie di limiti tecnici, di design e di gameplay che rendono il titolo davvero faticoso da godere al meglio, soprattutto per i comandi scomodi e imprecisi. Consigliamo vivamente il titolo a chi voglia un titolo originale che offra una sfida tosta. Detto questo, i miei più sentiti complimenti a Fabrizio Zagaglia per lo sforzo!

Guida ai Voti

Francesco Suozzo
Padroneggia con maestria i giochi di ruolo, stealth e horror, al contrario dei puzzle game. Da un eccellente carriera videoludica spera di diventare un ottimo articolista e di rimanere anche dopo gli studi nella grande famiglia del Bit!