Archaica: The Path of Light – Recensione

Sviluppatore: TwoMammoths Publisher: Drageus Games Piattaforma: PS4 Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 17,99 € Italiano:

Che si tratti di usare solo supporti materiali in passato, o mezzi tecnologici adesso, i puzzle sono sempre stati una costante nella storia dell’intrattenimento umano. Non sorprende allora che il videogioco abbia recuperato gli stilemi di quelli tradizionali e, trasponendoli su piattaforme digitali, abbia donato loro una gamma incredibilmente vasta di nuove possibilità e di spunti originali.

Dalle opere tanto semplici quanto infinite come Tetris al coloratissimo Puyo Puyo verso l’unione con altri generi come l’arcade in Puzzle Bobble e oltre; la progressiva stratificazione dei videogiochi ha ispirato e stimola tutt’ora tanti creativi, che con le conoscenze odierne possono sbizzarrirsi nell’ideare avventure a enigmi arricchite da ambientazioni e trame complesse, come Archaica: The Path of Light. Sviluppato dai fratelli Piotr e Marcin Turecki (TwoMammoths), il titolo ha debuttato dapprima su PC per poi colonizzare l’universo PlayStation 4 grazie a Drageus Games. Partendo da una formula già rodata, il gioco ci trascina in un mondo arcano con un’atmosfera irta di ostacoli che, tra un enigma e l’altro, ci invita a scoprire ogni particella del suo passato.

archaica path of light

Specchio del passato

A prendere le redini della missione che chiede di salvare il destino di Archaica non è un avatar preimpostato o personalizzabile, bensì il giocatore in persona. Prescelto da forze ignote, egli si risveglia in un luogo silente da decenni, forse da più secoli, costellato da monumenti e simboli di pietra lavorati finemente. Ad attenderlo c’è un sentiero di luce che attraversa sei regni con sessantacinque enigmi distribuiti su quarantadue livelli, in aggiunta ad alcuni nascosti. Un tortuoso passaggio abbastanza diversificato tra isole, miniere di cristalli e paesaggi naturalistici che si snoda per poco meno di dieci ore di cammino.

Un respiro fantasy dal sapore ancestrale inebria tutta Archaica, mentre un velo di mistero la avvolge e cela i suoi segreti tra le rovine e i dirupi che l’utente è chiamato a esplorare. Sono gli stessi rompicapi a nascondere indizi sul suo oscuro passato, pezzi di un vero e proprio puzzle, narrativo e ludico insieme, disseminati dappertutto sotto forma di criptoglifi luminescenti. Questi recano banalmente un insieme di parole (in lingua inglese) da incasellare in un quadro generale più intricato, che a onor del vero sembra sempre rimanere in potenza, senza mai esplodere in un turbine di originalità. La trama si mostra solo tramite questi sporadici accenni e c’è il rischio concreto che venga messa in secondo piano rispetto al gameplay.

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Aguzzare la vista e l’ingegno

Il percorso di luce dell’eletto inizia da un breve eppure funzionale tutorial, superato il quale si potrà fare affidamento quasi esclusivamente sulle proprie abilità cerebrali. Ogni livello è costituito da una o più piattaforme che esteticamente rimandano ad antichi luoghi di culto che spiccano come altissime cime oltre le nuvole. La visuale dall’alto concede una panoramica quasi totale dello scenario attivo, salvo per alcuni angoli nascosti alla vista da avvicinare manualmente attraverso l’uso dell’analogico destro, mossa utile per scovare le tanto bramate pietre brillanti. Queste ultime possono assurgere a titolo di collezionabile (tre per ogni livello) e illuminare progressivamente una piattaforma a cerchio per sbloccare possibili aiuti. Non si tratta mai d’indicazioni precise e approfondite, ma di piccoli indizi per aiutare il giocatore a scovare autonomamente lo schema vincente.

Sfruttando una gamma di meccaniche già rodate e consolidate nel tempo, Archaica fa principalmente uso di un numero vario di specchi da selezionare singolarmente e lasciare nella posizione adatta per modificare il raggio di luce che dalla sorgente deve riflettere sugli stessi per illuminare una pietra e proseguire l’avventura. Nei primi scenari, che rappresentano una sorta di allenamento, le basi riflettenti ruotano in senso orario o antiorario con un’angolazione di novanta gradi. Senza mai brillare per originalità, di livello in livello si aggiungono piattaforme con angolazioni diverse e poi ancora altre che deflettono la luce in più direzioni contemporaneamente.

Riflessi ad arte

Una delle colonne portanti di un gioco a enigmi risiede nel bilanciamento della difficoltà, che sappia unire divertimento e sfida senza sforare nella banalità da un lato o nella frustrazione dall’altro. Ebbene, i ragazzi di TwoMammoths sono riusciti a creare un buon equilibrio tra svago e momenti in cui girovagare per la schermata alla ricerca della mossa giusta. Una curva di difficoltà crescente permea ogni regno, al termine del quale si riparte da puzzle più semplici, in cui trovano posto però elementi di gioco appena conosciuti.

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Se per la risoluzione di un qualsiasi enigma la concentrazione è d’importanza primaria, vi tranquillizzerà sapere che il titolo prevede una particolare attenzione per il comparto sonoro. A guidare il giocatore saranno soprattutto le tipiche sonorità della natura come il rumore del vento o alcuni scricchiolii. Si consiglia, a questo proposito, l’utilizzo di un paio di cuffie durante le sessioni di gioco, per sentirsi immersi completamente nelle sue note. Nulla da eccepire infine sul versante grafico e tecnico, con un’impronta stilistica dai colori tenui e relativi pochi elementi su schermo che escludono possibili bug.

Trofeisticamente parlando: un pezzo mancante chiamato Platino

Con sette bronzi, quattro argenti e un oro, con Archaica: The Path of Light il vostro scaffale dei trofei virtuali non si arricchirà di certo. Mancando poi il tanto agognato Platino, rimane la sfida nel cercare di completare tutti i livelli, con tanto di chicche nascoste, per ottenerli.

VERDETTO

Mistico, misterioso, silente è il mondo di Archaica: The Path of Light. Tre aggettivi che sembrano non adattarsi a un gioco composto da enigmi, ma i quali si rincorreranno nella vostra mente nel caso vogliate accettare di seguire il sentiero della luce. I puzzle messi insieme da TwoMammoths non innovano il genere, tuttavia sono un buon passatempo mentale che non genera frustrazione. La trama si costruisce attraverso accenni scritti scolpiti nella pietra e rischia di rimanere sotterrata da quelle rovine che vi consigliamo comunque di esplorare.

Guida ai Voti

Maria Enrica
Grata dal 1994 ai videogiochi per sopperire a pigrizia e mancanza di fantasia, è stata svezzata da mamma Nintendo, allevata da Sony fin dalla prima PlayStation, cresciuta con un pad in mano e il Game Boy Advance nell'altra. Laureanda in Lettere classiche, avversa ai videogiochi in digitale, sogna per questo una casa dove custodire una collezione degna di tale nome.