ARK: Survival Evolved – Recensione

Sviluppatore: Studio Wildcard Publisher: Studio Wildcard Piattaforma: PS4 Genere: Sandbox Giocatori: 1-2 (Online: 2-64) PEGI: 16 Prezzo: 69,99 € Italiano:

Inutile nascondere le perplessità che molti giocatori e addetti ai lavori nutrono nei confronti del fenomeno dell’accesso anticipato, o early access che dir si voglia. Per chi non lo sapesse, questa pratica consiste nell’ottenere l’accesso alle fasi alpha o beta del gioco, finanziando gli sviluppatori e quindi permettendogli di implementare nuove funzionalità in corso d’opera.

ARK: Survival Evolved ha vissuto per ben due anni in questa sorta di limbo, migliorando giorno per giorno grazie all’aiuto economico e ai feedback della folta community venutasi a creare. Il grande supporto dei giocatori ha reso possibile l’arrivo di ARK in versione retail, anche su PlayStation 4; cosa ci aspetta nell’insidioso mondo selvaggio creato dagli sviluppatori (oltre a centinaia di esemplari di dinosauri, ovviamente)? Scopritelo nella nostra recensione.

Giorno 1: la creazione

Recensire un sandbox non è mai troppo facile, a maggior ragione se si tratta di un survival; giochi come ARK offrono così tante possibilità che non c’è un vero e proprio punto da cui cominciare a parlare. Abbiamo quindi pensato di suddividere la nostra recensione in giorni, come se fosse una sorta di diario di bordo delle nostre attività. Per evitare fraintendimenti, specifichiamo subito che i giorni a cui ci riferiamo indicano le diverse fasi del gameplay, non quelli effettivamente impiegati per recensire il titolo.

Avviato il gioco, ci si trova di fronte a un ricco menù (tra l’altro in costante evoluzione, grazie al frequente rilascio di nuove patch) che ci permette di decidere da dove cominciare. Noi abbiamo deciso di partire in modalità offline, per approcciarci alle dinamiche alla base del gioco. Quello che troviamo sono decine e decine di parametri da impostare, per personalizzare e rendere unica ogni partita: la nostra resistenza ai danni, alla fame e alla fatica, così come quella dei dinosauri, la quantità di materiale ottenibile nelle fasi di raccolta, la possibilità di utilizzare o meno la terza persona, di cavalcare le proprie creature e molto, molto altro. Una personalizzazione curata nei più minimi dettagli, grazie alla quale è possibile cambiare a proprio piacimento le regole del gioco.

Scelta la mappa e selezionati i parametri, ci toccherà creare il nostro avatar. Anche in questo caso le opzioni di personalizzazione sono praticamente infinite, permettendoci così di dare libero sfogo alla fantasia. Potremo regolare altezza e larghezza del nostro personaggio, muscolatura, conformazione del volto, colore della pelle, dei capelli e degli occhi (il nome, aggiungerei anche, chissà come mai NdD). I modelli dei personaggi, per quanto riguarda l’aspetto visivo, non sono proprio il massimo, ma comunque approfondiremo questo aspetto più avanti. Dopo aver dato vita al nostro personalissimo Frankenstein, saremo finalmente pronti a scorrazzare liberamente nell’enorme mondo di ARK.

Giorno 2: turista per caso

Il nostro alter ego virtuale si ritroverà su un’isola misteriosa, in un’epoca non meglio specificata, popolata da creature che abitarono la Terra in tempi remoti. La prima cosa che noteremo sarà una sorta di cristallo nel nostro braccio, incredibilmente simile agli enormi oggetti sospesi nel cielo. Oltre alla sopravvivenza nuda e cruda, avremo quindi l’obiettivo (sempre che il giocatore ne abbia voglia) di scoprire cosa è successo al nostro mondo e per farlo dovremo esplorare e sopravvivere, per decine o addirittura centinaia di ore. Bisognerà raccogliere artefatti, sconfiggere Guardiani e attraversare temibili dungeon, prima di giungere a un finale a dir poco strabiliante.

La trama, pur risultando assente per praticamente tutta la durata del gioco, riesce a regalare un colpo di coda finale che sicuramente riuscirà a lasciarvi di stucco. Un elemento quasi inedito per un titolo survival, eppure sorprendentemente efficace e ben realizzato che darà senso anche a partite giocate in single player (o multiplayer locale). Di certo un dungeon finale e una cutscene, per quanto ben realizzati, non giustificano l’intero prezzo del biglietto, ma sono da considerare come un incentivo per avvicinarsi al genere, soprattutto per chi non ha particolarmente a cuore le dinamiche dei survival game.

Giorno 3: bisogni primari

Nonostante tante belle aggiunte, contorni e decorazioni, il cuore pulsante di ARK è il gameplay. Scoprire il mistero dietro all’avventura è di certo stimolante, ma il vostro obiettivo, prima di tutto, è sopravvivere. In questo caso ritroverete tanti elementi già noti per chi fa dei survival il proprio pane quotidiano, dalla raccolta dei materiali al crafting degli stessi per realizzare utensili, armi ed equipaggiamenti. Sarà fondamentale anche badare ai bisogni del nostro avatar, per non farlo morire di fame o di malattie (morte che ci costringerà a ricominciare da zero); dovremo partire dalle basi, costruendo un rifugio, delle armi e cercando di domare le prime creature. La fauna è infatti un elemento fondamentale in ARK e soltanto sfruttandola al massimo riuscirete a non perire tra le mille insidie dell’isola. Per ammaestrare le creature vi basterà dar loro da mangiare: erba e bacche per gli erbivori, e carne, ovviamente, per i predatori. Inutile dire che arruolare nuove bestie vi renderà più potenti, oltre che più veloci, visto che alcune di esse saranno cavalcabili.

Costruite le prime armi e il covo, potrete partire in missione così da trovare nuovi materiali e nuove ricette (chiamate engrammi all’interno del gioco). Grazie ad attrezzature più moderne sarete in grado di affrontare ambienti sempre più ostili, dato che la mappa di gioco non offre solo spiagge e foreste, ma una montagna ghiacciata, un vulcano, paludi e per finire grotte e caverne che celano misteriosi dungeon. Come abbiamo già detto le potenzialità di questo titolo sono praticamente sconfinate, grazie alle infinite possibilità di personalizzazione e di crafting che vi permetteranno di passare da uomo della pietra, dotato di picconi e palafitte, a pioniere spaziale, con creature mech e fucili al plasma (e no, non stiamo esagerando). I contenuti quindi non mancano e non mancheranno neanche in futuro, visto che gli sviluppatori hanno già reso disponibile il season pass e il primo DLC Scorched Earth.

Quello che forse manca, soprattutto se i ragazzi di Studio Wildcard vogliono diffondere il loro titolo su larga scala convincendo anche chi non è troppo avvezzo al genere, è un tutorial degno di questo nome. Dal menù principale è possibile accedere a una sorta di guida di sopravvivenza, che però consiste in banalissimi consigli riportati in un paio di righe. Così facendo i meno esperti potrebbero avere molte difficoltà prima di capire come proseguire nel gioco e quindi apprezzarne i pregi.

Giorno 4: meglio soli che male accompagnati?

Tutto ciò di cui abbiamo parlato e quindi provato e sperimentato finora è stato offline, senza la presenza di altra intelligenza umana. ARK offre la possibilità affrontare il multiplayer sia in PvE che in PvP; entrambe le modalità cambiano radicalmente quello che è il gioco, nonostante la struttura del gameplay rimanga fondamentalmente invariata. Più che nel PvE, in cui la difficoltà principale sarà riuscire a collaborare (e vi assicuriamo che non sarà facile, soprattutto se giocate con gente sconosciuta e senza microfono), è nel PvP che il gioco riesce a esprimere al meglio le sue potenzialità.

Non solo dovrete combattere fame, fatica e creature ostili, ma dovrete anche far fronte alla minaccia degli invasori e dei predatori umani. Per fare ciò, i giocatori si riuniscono in vere e proprie tribù, al fine di proteggere la propria civiltà e permetterle di prosperare, eliminando ogni minaccia esterna. Il rovescio della medaglia è però che nel caso iniziaste da zero, senza essere inseriti in alcun clan o gruppo, potreste venire schiacciati dalle civiltà già ben avviate e l’esperienza finirebbe per diventare a dir poco frustrante, oltre che fine a sé stessa. ARK: Survival Evolved è un sandbox, una sorta di enorme scatola che i giocatori hanno il compito di riempire; come, spetta a loro deciderlo, e questo ha, inevitabilmente, i suoi lati positivi e negativi. Quello che è obiettivamente riscontrabile è che la community è viva ed estremamente attiva, e gli sviluppatori aperti e particolarmente attenti a qualsiasi necessità dei giocatori.

Giorno 5: è bello, ma non balla

Come avrete potuto notare, fino ad ora abbiamo speso quasi soltanto parole positive per ARK, ma per sfortuna degli sviluppatori la nostra recensione non è ancora conclusa. Nonostante un comparto grafico che nel complesso risulta di buona qualità, animazioni non irresistibili e soprattutto un’ottimizzazione su PlayStation 4 a dir poco rivedibile ci hanno fatto sorgere più di qualche dubbio su questo titolo. Non sapremmo se partire dalle compenetrazioni poligonali o dall’intelligenza artificiale capace di regalare momenti che definire goffi è un complimento; quello che possiamo dire è che ci sono degli errori/bug/glitch/problemi, o come dir si voglia, talmente assurdi da portarci a ridere di gusto (e anche un po’ di tristezza). Un esempio? L’imbarazzante sincronizzazione degli effetti audio derivanti dai movimenti di alcune creature con il loro movimento stesso. Evidenti anche i cali di frame del gioco che si dimostra non al livello delle produzioni tripla A, almeno sotto il profilo tecnico.

Inizialmente c’erano gravi imperfezioni anche nei menù, in cui lingua inglese e italiana si fondevano per dare vita a un mix abbastanza “goffo”, termine non a caso già utilizzato per descrivere gli scivoloni dell’intelligenza artificiale. Per fortuna il contributo degli sviluppatori è costante, con patch che sono praticamente all’ordine del giorno e pian piano queste magagne stanno scomparendo, non del tutto ma sicuramente in gran parte.

Difficile spiegare quindi l’aumento vertiginoso del prezzo di ARK (addirittura triplicato rispetto alla versione early access), almeno per ora, con queste gravi ed evidenti lacune. Per chi non fosse ancora del tutto convinto sull’acquisto del gioco, consigliamo quindi di attendere un calo di prezzo, considerando anche il fatto che andando avanti con il tempo il gioco dovrebbe essere sempre più raffinato e prestante, anche sotto il profilo tecnico, visto il costante supporto degli sviluppatori di cui abbiamo già parlato.

Trofeisticamente parlando: superpredatore

ARK: Survival Evolved porta con sé appena 18 trofei, tra i quali spicca il tanto ambito Platino. Molti obiettivi sono legati al completamento della storia, come all’abbattimento dei Guardiani, i restanti invece richiedono sfide più specifiche, come domare tutte le creature, raggiungere il punto più alto e quello più basso della mappa, guarire dalla leptospirosi o scovare tutti i reperti e i dossier. Un Platino che, visti i parametri completamente personalizzabili del gioco, non dovrebbe richiedervi né troppo tempo né troppa fatica. Prima di cimentarvi nell’impresa però fate attenzione perché, considerando gli attuali problemi di ottimizzazione, molti utenti stanno lamentando bug e glitch anche per quanto concerne l’ottenimento dei trofei. Per ulteriori dettagli vi rimandiamo all’elenco trofei in italiano, già disponibile sul nostro forum.

VERDETTO

ARK: Survival Evolved è uno dei titoli più completi e vasti del genere survival, che ogni appassionato dovrà necessariamente fare suo. I contenuti sono di buona qualità e pressoché infiniti, ma ci sono alcune lacune del gioco su cui non tutti saranno capaci di sorvolare. Parliamo ovviamente della scarsa ottimizzazione e degli evidenti problemi del comparto tecnico. Se poi ci aggiungiamo l'assenza di un tutorial, indispensabile per i novizi che si approcciano a un gioco così vasto e pieno di alternative, la produzione accusa qualche colpo. In ogni caso, una volta entrati nel mondo di ARK (magari aspettando il primo calo di prezzo), vi sarà difficile abbandonarlo, anche considerando novità e supporto costantemente offerti dagli sviluppatori.

Guida ai Voti

Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.