Assassin’s Creed Valhalla – Recensione

Sviluppatore: Ubisoft Montréal Publisher: Ubisoft Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5) Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 69,99 € Italiano:

Parlare di Assassin’s Creed nel 2020 non è cosa facile. Anche se l’origine del franchise ci porta “solo” a tredici anni fa, il susseguirsi di una infinità di capitoli e spin-off ha rischiato di confondere e far allontanare gli appassionati, oltre che di far perdere la testa alla stessa Ubisoft. A partire da Assassin’s Creed Origins è cominciato un graduale risollevamento del franchise, grazie a un nuovo, interessante filone narrativo e a un cambiamento abbastanza radicale dell’approccio in termini di gameplay, adeguatosi al successo degli action RPG della generazione appena passata.

Nonostante questo, ne è passato di tempo da un Assassin’s Creed che potesse definirsi tale. Le ombre di Altaïr ed Ezio Auditore non hanno mai mollato la saga diventando, con il tempo, perfino un peso per la buona riuscita di un capitolo. Dopo la promettente avventura di Bayek e Aya e la più deludente, ma non meno importante, impresa di Kassandra, Assassin’s Creed Valhalla, seppur in modo diverso, si riavvicina un po’ di più ai fan del brand. In che modo? Non vi resta che scoprirlo tra un attimo! Intanto avrete sentito parlare delle avventure di Eivor sicuramente altrove e conoscerete già le valutazioni della stampa specializzata. Da appassionati crediamo che un capitolo della serie Assassin’s Creed debba essere valutato soprattutto per quello che concerne la trama, perciò ci siamo presi il nostro tempo per scoprire Assassin’s Creed Valhalla nella sua interezza anche se dopo settanta ore di gioco il nostro giudizio, in fatto di qualità, era ormai completo.

Assassin's Creed Valhalla

La gloria non ti salverà, Eivor

Il IX secolo regalò al mondo eccellenti navigatori, capaci di solcare mari e oceani e di compiere rotte impensabili, tanto da arrivare in Nord America quasi cinque secoli prima del nostro Cristoforo Colombo, secondo alcuni documenti ritrovati negli anni Sessanta. I vichinghi, per le teorie più accreditate, cominciarono ad abbandonare la Norvegia a causa della poca disponibilità di risorse. La terra madre che ormai non offriva neanche più la gloria, spinse questi popoli a espandersi in tutta Europa nel corso di circa quattro secoli.

Assassin’s Creed Valhalla inizia in modo spettacolare, prendendosi circa venti minuti per presentarci Eivor tramite i fatti accaduti durante la sua infanzia per poi catapultarci, dopo svariati anni, alla ricerca di una vendetta attesa da lungo tempo nei confronti del primo cattivone di turno: Kjotve. Ritrovato Sigurd, di ritorno dalla sua avventura in Oriente in compagnia di due membri dell’Ordine degli Occulti, Eivor ha in mente di prendersi il posto che gli spetta insieme al suo fratello di battaglia. Appresa, però, l’impossibilità di trovare gloria in Norvegia, ai due non resta che cercare fortuna nell’Inghilterra centro-orientale. Un’Inghilterra profondamente immersa nel cristianesimo, povera ed estremamente divisa, che in quel periodo ha già conosciuto le gesta dei figli del leggendario Ragnarr Loðbrók: Ívarr, Ubba (o Ubbe) e Halfdan, arrivati qualche tempo prima alla conquista della North Umbria. Molto brevemente, dopo aver tirato su un piccolo villaggio a Ravensthorpe, nella Mercia, cominceremo a mettere a ferro e fuoco le regioni inglesi circostanti, al fine di creare una grande rete di alleanze e di insediarci permanentemente nella divisa e debole isola.

Assassin's Creed Valhalla

Preso per buono questo iniziale leitmotiv, lo sfondo della nostra avventura comincerà pian piano a colorarsi di personaggi secondari caratterizzati in modo eccellente, intrighi politici e scelte morali che avranno un impatto significativo sia nell’immediato, sia in seguito. Un sottofondo intrigante condito, ovviamente, dall’eterna lotta fra Occulti e Antichi che si muoverà dietro le quinte e dalla mitologia norrena inserita perfettamente nell’universo che ci viene proposto. Lo stesso ruolo di Eivor nel mondo, che inizialmente apparirà offuscato, comincerà a schiarirsi saga dopo saga a suon di colpi di scena.

Una delle novità più originali di questo capitolo è la possibilità di scegliere tra protagonista uomo o donna, senza avere ripercussioni sulla canonicità dell’avventura. Impostando l’opzione predefinita saremo sempre Eivor, certo, ma l’Animus sceglierà per noi una delle due varianti in base all’intensità dei flussi di DNA in quel dato momento della storia. Chiusa questa breve parentesi, Assassin’s Creed Valhalla, grazie anche a qualche soluzione votata al fan service, riesce a restituire una buona parte di quelle sensazioni che mancavano da tempo. D’altronde, ci separano poco meno di tre secoli dalla prima avventura di Altaïr. Fra passato, presente e viaggi onirici di Eivor non mancano quei difetti che la serie, nella sua nuova veste, porta con sé già da tempo. Parliamo dell’eccessiva durata della trama principale, tirata sempre un po’ troppo per le lunghe e, soprattutto, della storia di Layla Hassan (la protagonista del presente) in grado di creare delle eccellenti aspettative ma incapace di tenerle vive durante tutto l’arco del racconto, il che è un vero peccato.

I monaci, l’oro e i vichinghi

Come dicevamo, il motivo che ci trascinerà alla conquista dell’Inghilterra centro-orientale sarà la ricerca di nuove alleanze. Non scordiamoci, però, che stiamo parlando dei vichinghi e quindi di un popolo sicuramente meno famoso – almeno nell’immaginario comune – per le sue abilità diplomatiche. Il nostro accampamento, infatti, avrà bisogno di crescere e i nostri compagni non vedranno l’ora di saccheggiare le ricchezze che la Britannia custodisce. Per questo, soprattutto inizialmente, sarà nostro compito principale assaltare brutalmente abbazie e monasteri in cerca di risorse, oltre che per accrescere la forza del protagonista. A bordo della nave lunga percorreremo, stavolta, quasi solamente vie fluviali, abbandonando del tutto le battaglie navali viste nel precedente capitolo.

E’ doveroso precisare che Assassin’s Creed Valhalla non è un titolo adatto a coloro che intendono il videogioco come un connubio di azione frenetica e risate svisceranti, magari da accompagnare con una bibita fresca tra un livello e l’altro. Come molti capolavori che hanno segnato questa generazione (dai quali prende palesemente ispirazione), il gioco è un viaggio che alterna momenti di azione a situazioni di totale relax, in cui abbiamo il piacere di esplorare e scoprire il vasto mondo messoci a disposizione. Proprio la mappa, ancora più vasta rispetto al precedente capitolo, al contrario del Ghost of Tsushima di turno, riserva innumerevoli attività che stimolano la nostra curiosità e ammortizzano la sensazione di ripetitività, che comunque rimane una caratteristica intrinseca di questo genere.

Assassin's Creed Valhalla

Ti va di canzonare?

Gli eventi storia, per esempio, ci hanno stupito per la varietà di situazioni che riescono a offrire, facendoci letteralmente intromettere in dispute tra contadini o in problemi di coppia causati da un marito non molto attento all’igiene personale. Insomma, storie di popolo che terminano a stretto giro, spesso, senza chiederci di andare chissà dove. Fra una missione e l’altra potrebbero passare decine e decine di minuti, proprio perché il videogioco offre talmente tanti spunti che distolgono l’attenzione dal nostro obiettivo. E’ capitato spesso che, durante una cavalcata, deviassimo il nostro percorso per sbloccare un punto di sincronizzazione o raccogliere uno dei tanti tesori, magari imbattendoci in un enigma ambientale o nei numerosi collezionabili.

Fra un banchetto e l’altro, un re da incoronare e uno da mandare in esilio, avremo la possibilità di spezzare il ritmo con minigiochi davvero ben fatti. Posando l’ascia per un attimo, quindi, avremo la possibilità di imbatterci in sfide a suon di rime, che ci aiuteranno ad avere ulteriori opzioni di dialogo per uscire da situazioni pericolose soltanto dicendo la cosa giusta, oppure gare di bevute in cui dovremo controllare con tempismo ogni sorso di idromele e nel frattempo tenere in equilibrio un barcollante Eivor. Più classico, ma non meno affascinante, l’Orlog, un minigioco con i dadi.

Assassin's Creed Valhalla

Alla conquista di un posto nel Valhalla

Sebbene l’approccio al combattimento sia rimasto quello di sempre, con le classiche combo di attacchi pesanti e leggeri, Assassin’s Creed Valhalla porta qualche novità rispetto al precedente capitolo della serie. Anche per adattarsi meglio al contesto, Eivor potrà equipaggiare due armi leggere, un’arma e uno scudo, un’arma a due mani e, addirittura, due armi pesanti sbloccando il relativo talento. Fra asce, martelli, mazzafrusti e spade avremo soltanto l’imbarazzo della scelta in fatto di equipaggiamento e di approccio all’azione, con la possibilità di puntare tutto sull’attacco brutale o di difenderci con scudi pesanti e leggeri, magari contando sulla speranza di sbilanciare un nemico con un parry. Beh, se a qualcuno è venuto in mente Dark Souls, allora aggiungiamo che Assassin’s Creed Valhalla prende in prestito dai titoli FromSoftware (ma anche da molti altri action RPG), il sistema basato sulla resistenza. Un colpo pesante, una parata o una schivata consumeranno la barra della resistenza di Eivor, che una volta esaurita renderà ogni colpo sferrato più lento e meno potente.

Interessante è la possibilità di potenziare i nostri pezzi di equipaggiamento direttamente nell’inventario e di incrementare le loro statistiche mediante l’utilizzo di rune. Con ben sessantatré forzieri da scovare nella sola Inghilterra, di certo non mancheranno mai elmi, mantelli, corazze e stivali, anche se non saranno in sovrabbondanza come in Assassin’s Creed Odyssey. L’idea da parte degli sviluppatori di ridurre il numero di oggetti relativi all’equipaggiamento si è rivelata azzeccata, permettendo al videogiocatore di non perdersi in una infinità di oggetti, così da dare più importanza ai set disponibili e ai perk da sbloccare in funzione di essi.

Thor ci dà la forza

La schermata dei talenti, ispirata alle costellazioni, dà subito l’idea di essere immensa; ogni vantaggio sbloccato con i punti talento permette di accrescere le statistiche e la maestria con una tipologia di arma o di sbloccare spettacolari azioni da eseguire in battaglia. La crescita di Eivor passa proprio per il numero di talenti sbloccati, che ne determinano la potenza. Quest’ultima è importante per capire quali aree affrontare per prime e quali lasciare al prossimo futuro. La differenza di livello tra Eivor e gli avversari è bilanciata talmente bene da offrire una sfida costante capace di tenere alta l’attenzione, grazie anche a un sistema di crescita equilibrato che è una perfetta via di mezzo rispetto ai precedenti capitoli. A dare ancora più vivacità all’azione ci pensano anche le otto abilità assegnabili ai comandi rapidi, utili anche nel risolvere situazioni intricate contro nemici abbastanza impegnativi.

Nonostante tutto, però, le fasi di combattimento soffrono di animazioni talvolta poco ispirate e di una certa ruvidità quando ci attaccano più nemici in una volta. Più che di un difetto grave, si tratta di un punto debole della produzione, al quale si aggiunge qualche imperfezione nelle fasi stealth – in cui finalmente torneremo a usare la lama celata – che per un Assassin’s Creed dovrebbero essere pane quotidiano. Immancabili, purtroppo, i difetti relativi all’intelligenza dei nemici, più o meno comuni a tutti i titoli Ubisoft recenti.

Assassin's Creed Valhalla

L’impatto sorprendente dell’Inghilterra

Dopo i viaggi virtuali in Egitto e in Grecia, l’Inghilterra medievale poteva sembrare un luogo molto meno attraente. Dopo le numerose ore in compagnia di Assassin’s Creed Valhalla, invece, ci siamo resi conto che le lande inglesi e la varietà di paesaggi che Ubisoft Montréal ha brillantemente curato si prendono con prepotenza un posto nel cuore del videogiocatore. Certo, manca l’impatto dei grandi centri cittadini, nonostante siano presenti città come Lunden e Jórvík. Oltretutto, parlare della sola Inghilterra è riduttivo perché, senza sbilanciarci troppo, il videogioco è un vero omaggio a tutta la mitologia norrena, risultando un prodotto completo per qualunque appassionato.

Assassin’s Creed Valhalla è per molti versi uno dei migliori prodotti Ubisoft degli ultimi anni, sebbene dal punto di vista grafico sia un gradino più in basso rispetto a ciò che abbiamo potuto ammirare in questa generazione. Con un motore grafico spremuto all’osso, l’avventura di Eivor riesce a regalare lo stesso splendidi scorci e panorami mozzafiato, conditi da quel che resta delle costruzioni di epoca romana che rendono il tutto ancora più magico. Su PlayStation 5, peraltro, Valhalla guadagna ben due modalità grafiche che ci permettono di scegliere se giocare con risoluzione dinamica e 60 fps o risoluzione 4K e 30 fps.

Assassin's Creed Valhalla

Il comparto sonoro di Assassin’s Creed Valhalla è lodevole; le voci dei protagonisti sono quelle di Federico Viola per la versione maschile (anche voce di V in Cyberpunk 2077) e di Ilaria Silvestri per la versione femminile. A essere di prestigio, però, è l’intero cast di doppiatori, composto da voci riconoscibilissime come quelle di Claudio Moneta e di Maurizio Merluzzo. Grazie ad Assassin’s Creed IV: Black Flag, l’esperienza di Ubisoft si è sicuramente consolidata in fatto di navigazione e canti marinareschi; una volta al timone e spiegata la vela della drakkar, avremo come sempre la possibilità di ascoltare canti o di farci raccontare storie dai membri dell’equipaggio. In generale l’accompagnamento sonoro è di grande qualità, con musiche che cambiano in base alla località che stiamo visitando e che, ben presto, riescono a imprimersi nella mente del videogiocatore.

Trofeisticamente parlando: leggenda vichinga

Con ben trentacinque trofei di bronzo, quattordici trofei d’argento e solo un trofeo d’oro, il trofeo di Platino di Assassin’s Creed Valhalla è molto, molto alla portata, avendo come unico ostacolo le quasi centoventi ore necessarie per ottenerlo. Analizzando i trofei, oltre a quelli legati alla storia, ne troviamo alcuni legati ai collezionabili sparsi per la mappa e altri più fastidiosi legati ad azioni da fare in-game o durante i combattimenti. Per ulteriori informazioni, vi rimandiamo all’elenco trofei sul nostro forum.

VERDETTO

L'avventura di Eivor è estremamente curata su alcuni aspetti ma non è esente da difetti, perciò vi consigliamo di leggere la recensione nella sua interezza più che di badare soltanto al voto finale. Al netto di qualche bug, una trama interessante ma spalmata su un numero di ore decisamente esagerato e un sistema di combattimento non troppo raffinato, l'ultimo lavoro di Ubisoft è sicuramente uno dei migliori prodotti usciti quest'anno. Assassin's Creed Valhalla ci ha restituito molte sensazioni riconducibili ai capitoli migliori della saga, pur essendo consapevoli di trovarci davanti a un franchise ormai profondamente mutato. Un titolo da non perdersi assolutamente.

Guida ai Voti

Salvatore Terlizzi
Scopre i videogiochi con Monkey Island e Indiana Jones, per poi rimanere legato a vita al genere delle avventure grafiche. Grazie a PlayStationBit scopre, quasi per caso, la serie Yakuza e finisce per innamorarsene. Ha ancora l'immenso piacere di farsi sorprendere da un settore in continua evoluzione. Ehi guarda laggiù! Sisi, c'è una scimmia a tre teste...

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