At Sundown: Shots in the Dark – Recensione

Sviluppatore: Mild Beast Games Publisher: Versus Evil Piattaforma: PS4 Genere: Sparatutto Giocatori: 1-4 (Online: 2-4) PEGI: 12 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Dopo un calo drastico dovuto all’aumento dei giochi in singolo, i titoli multiplayer “da divano”, ossia che permettono di giocare tra amici usando più controller, stanno tornando prepotentemente di moda soprattutto grazie a giochi indipendenti semplici e che puntano tutto sul gameplay, come At Sundown: Shots in the Dark.

Ti aspetto al tramonto

Se vi aspettate una piccola trama che possa introdurvi al titolo Versus Evil, allora rimarrete delusi, dato che tutto quello che possiamo dire a livello narrativo è che un gruppo di pistoleri si daranno appuntamento al tramonto per regolare una volta per tutti i loro conti in sospeso. Nessun filmato iniziale, solo uno scarno menù che ci introdurrà alle modalità di gioco offline e online, dato che At Sundown potrà essere giocato tanto con un massimo di quattro amici quanto con degli avversari in rete. Decidiamo allora di lanciarci senza indugi nella modalità allenamento, per apprendere le meccaniche di questo titolo e provare a guadagnarci anche la gloria online.

Come molto spesso accade nei brawler, dato che con tutte le sue peculiarità At Sundown rientra in questo genere, al giocatore verrà offerta la possibilità di sfruttare questo particolare tutorial interattivo per apprendere al meglio come giocare e soprattutto come diventare dei provetti assassini. La vera differenza rispetto ai colleghi, come il recente Dynasty Feud, sarà la visuale, non bidimensionale ma in stile 3D, calando così i giocatori in arene chiuse in cui si scambieranno pistolettate fino a stabilire una volta per tutte chi sia il migliore.

Fulmini a ciel sereno

At Sundown, detto della sua struttura tridimensionale, è pensato come una sorta di twin-stick shooter. I giocatori dovranno muoversi usando la levetta analogica sinistra e mirare con la destra per inquadrare i nemici e fare fuoco per eliminarli. I comandi reagiscono piuttosto bene e permettono al gioco di avere quella frenesia necessaria a tenere i giocatori sempre sulla corda e non farli rilassare. Per quello che riguarda invece i danni, ogni colpo ricevuto sarà letale, il che potrebbe far pensare che non si sia dato peso all’armamentario; nulla di più sbagliato, dato che tutti i quattro personaggi del gioco avranno a disposizione una serie di bocche da fuoco di vario tipo, per adattarsi alle varie situazioni di gioco oppure per tentare di bloccare dei giocatori particolarmente ostici o furbi.

Il fucile a pompa, ad esempio, emetterà un ventaglio di colpi in grado di colpire ad ampio raggio, il mitra sputerà una raffica di proiettili mentre le pallottole dei revolver avranno la capacità di rimbalzare su muri e ostacoli per sorprendere i nostri avversari. Gli scontri a fuoco del gioco avverranno in arene composte da una o più stanze, in cui però subentrerà la meccanica più interessante del gioco, ossia la possibilità di sfruttare le ombre.

Colpisci nell’ombra

At Sundown offre una buona varietà di modalità, dato che sarà possibile giocare nei più classici deathmatch in cui solo l’ultimo sopravvissuto otterrà la vittoria oppure in modalità a tempo o con obiettivi che richiederanno di esporsi per ottenere i punti indispensabili per la vittoria finale. Abbiamo usato non a caso il termine esporsi, perché una volta entrati in un match di At Sundown scopriremo che non sarà semplicemente una sfida al pistolero più veloce. I giocatori, infatti, saranno visibili solo quando saranno illuminati da una qualsiasi luce oppure quando spareranno con le loro armi. L’ombra, elemento peculiare di ogni arena, permetterà quindi di scomparire alla vista dei nostri nemici e di colpirli solo quando saremo sicuri di eliminarli, ricordando però che non appena faremo fuoco riveleremo la nostra posizione anche a eventuali avversari rimasti in gioco.

Se state però pensando a una generale staticità, una sorta di guerra di nervi con i vostri nemici per capire chi commetterà per primo l’errore di esporsi o sparare nel vuoto, sappiate che il gioco è stato pensato per far muovere i giocatori, con bonus da raccogliere o appunto obiettivi da conquistare, in base alla modalità di gioco scelta. A favorire il movimento nella maggior parte delle arene ci penseranno poi degli effetti di luce casuali; nella Villa fulmini illumineranno saltuariamente le finestre stanando i giocatori più sedentari e mandando magari a monte i loro piani, senza contare che anche gli spari di altri pistoleri più avventati potrebbero far saltare la vostra copertura.

Caricatore vuoto

Le modalità di gioco di At Sundown sono fruibili sia in locale, utilizzando anche bot e dunque, fortunatamente, con la possibilità di giocare anche se sarete da soli, sia sfidando giocatori in rete. Proprio qua, però, in fase di recensione ci siamo scontrati con un problema che sfortunatamente affligge molti di questi titoli (come Hive oppure ArmaGallant) visto che, per quanto buono il lavoro, siamo stati svariati minuti senza trovare nessun avversario. Non potendo fare una colpa agli autori della scarsità di giocatori in rete, possiamo segnalare che, se un amico si collegherà con il suo profilo PlayStation Network, potremo comunque creare una partita personalizzata, aspettando magari che qualcuno si unisca a noi e partecipi alla battaglia.

A livello tecnico At Sundown vive di alti e bassi. Il design dei quattro personaggi è discreto e permetterà a ognuno di eleggere il suo preferito da utilizzare in battaglia, mentre la qualità delle arene risulta altalenante. Nella Villa si nota la voglia di impegnarsi del team, fattore che stona con arene meno ispirate come il semplicistico Giardino. Praticamente inesistente la colonna sonora, buoni gli effetti delle armi, mentre risulterà poco esaltante l’accoppiata “scritta a schermo-voce fuori campo” che annuncerà eventuali sequenze di uccisioni o simili che faranno molto anni Ottanta e saranno, almeno a livello personale, di dubbio gusto, soprattutto in un gioco dove l’atmosfera dovrebbe essere stealth.

Trofeisticamente parlando: nasconditi finché puoi

La lista trofei di At Sundown: Shots in the Dark vanta un interessante Platino che sulla carta non costerà grandi sforzi, considerato che se avrete quattro controller potrete ottenere la maggior parte dei trofei senza fatica. Non mancano alcune coppe online che, vista l’assenza di giocatori in rete, rendono l’ottenimento del Platino una missione quasi impossibile, a meno che non utilizziate la nostra completissima guida ai trofei, che vi proponiamo in esclusiva nazionale.

VERDETTO

Se At Sundown: Shots in the Dark fosse stato progettato puntando molto di più sul gioco in locale, probabilmente staremmo parlando di un prodotto diverso. La scelta di puntare sull'online consapevoli che il bacino di utenza sarebbe potuto essere decisamente ridotto è stato un azzardo che non ha ripagato i ragazzi di Versus Evil, che hanno comunque messo in piedi un discreto ibrido tra brawler e sparatutto. Se siete degli appassionati dei giochi "da divano" e non vedete l'ora di sfidare i vostri amici con un gioco diverso dal solito e con qualche spunto intelligente, comunque, date una chance al titolo.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.