Baldo: The Guardian Owls – Recensione

Sviluppatore: NAPS Team Publisher: NAPS Team Piattaforma: PS4 Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 24,99 € Italiano:

Prendiamo tre ingredienti: The Legend Of Zelda, lo Studio Ghibli e l’italianissimo studio di sviluppo dei talentuosi Naps Team. Se decidiamo di mescolarli insieme, cosa accade? Nasce Baldo: The Guardian Owls, un’avventura che si ispira molto ai capitoli con protagonista il famosissimo Link e con uno stile grafico ispirato allo studio di animazione citato poc’anzi. Il team messinese è riuscito a creare un’esperienza che vale la pena di essere giocata.

Un Baldo giovanotto in cerca di (galline) avventure

Baldo è un ragazzino che vive nel ridente villaggio di Kidoge, insieme a suo nonno, un uomo che ha passato la vita a cercare di scoprire la localizzazione esatta di un galeone affondato in una misteriosa tempesta molti anni prima degli eventi in cui impersoniamo il suo nipotino. Secondo una leggenda, questo galeone trasportava un’importantissimo manufatto, in grado di rivelare la via verso il leggendario villaggio dei gufi guardiani.

Il titolo del paragrafo non mente. L’avventura di Baldo, accompagnato dalla sua amica Luna, inizia grazie ad una missione, affidatagli dalla signora Iaddina (questo è solo uno dei tanti nomi attribuiti a persone e/o cose, che fanno riferimento al dialetto siciliano. Geniale!), una contadina che ha smarrito alcune delle sue galline.

Una di queste pennute fuggiasche si intrufola all’interno di una misteriosa torre, in cui Baldo e Luna si introdurranno per acciuffarla, finendo per scoprire alcune misteriose rovine sepolte. In queste rovine faranno la conoscenza di Enore, uno dei gufi guardiani, che donerà al protagonista un magico corno in grado di incanalare un antico potere: aprire dei passaggi, chiusi per mezzo di sigilli magici. Questa sarà la chiave di volta che permetterà al nostro Baldo di accedere all’interno del galeone perduto.

C’è del Baldo nella mia Zelda

Fin dai primissimi istanti in cui saremo catapultati nel mondo di gioco, ci accorgeremo di quanto Zelda style ci sia intorno a noi. Sia chiaro, non deve per forza essere un male, anzi, talvolta ispirarsi ad un saga di questo calibro garantisce già un solido bagaglio di scelte a livello di gameplay e level design che possono darci una buona base da cui partire. C’è solo un ma. Un grande e grosso “ma” che racchiude in sé tante piccole imperfezioni che rendono l’avventura a tratti stressante.

Senza far spoiler di alcun tipo, possiamo prendere come esempio il primissimo dungeon, ossia quello ambientato nel galeone perduto. Personalmente abbiamo apprezzato molto il level design, davvero intricato ed impegnativo da girare ma è qui che risiede la prima incertezza. Nel giro di neanche mezz’ora dall’inizio dell’avventura, il gioco ci catapulta in un intricato dedalo di stanze e nemici (avremo la possibilità di lanciargli i vasi contro per annientarli, non avendo armi per il momento) con un livello di sfida già impegnativo.

Per quanto riguarda i nemici, si è notato uno sbilanciamento dei danni ricevuti, indipendentemente dall’equipaggiamento di Baldo. Che si tratti di un tentacolo, di un ratto o di una lucertolona arrabbiata, qualunque nemico, dal più scarso al più aggressivo, è in grado di uccidere il protagonista in pochi attacchi (se non in un colpo solo). Tutto questo può rendere frustrante (almeno nelle prime fasi dell’avventura, quando non avremo equipaggiamento ed oggetti curativi decenti) lo scontro con i nemici.

Gli ingredienti giusti ci sono?

Per rispondere alla domanda occorrono una bilancia e dei sassolini. Non ci si può limitare ad un secco sì o no. Analizziamo alcuni punti fondamentali. Non esiste un vero e proprio tutorial, nessuno ti spiega (almeno all’inizio) il meccanismo per aumentare i cuori ad esempio, ossia le vite (Zelda style) del nostro protagonista. Il menù è chiaro e la trovata di evidenziare le parole chiave nelle missioni e nelle sotto trame è fondamentale per avere sempre in focus le informazioni più rilevanti. L’esplorazione è magica ed immergersi nelle terre di Rodia vi regalerà un sacco di belle emozioni. La minimappa è troppo confusionaria e difficile da interpretare e spesso vi farà confondere sulla giusta via da percorrere. I game over sono frequenti. Preparatevi.

Se in Zelda ci sono i sacrari, in Baldo ci sono, all’interno dei vari dungeon minori, delle scacchiere in cui muovere nella giusta direzione delle statue rappresentanti dei gufi. Alla lunga possono risultare ripetitivi ma offrono un buon passatempo per gli amanti degli enigmi. C’è da segnalare che, nella versione testata per questa recensione, ossia l’ultima, che comprende anche il DLC: “The Three Fairies”, sono stati smussati e ridotti al minimo i bug (alcuni invalidanti) ed i problemi riscontrati nella prima versione del gioco.

DLC, difficoltà e comparto tecnico

Il DLC aggiunto gratuitamente con l’ultima versione di gioco, di cui sopra, è una nuova avventura ambientata nella regione di Asoka, della durata tra le otto e le dieci ore. Oltre a questo, sono stati corretti e fixati molti bug ed errori (alcuni invalidanti) ed è stata aggiunta una modalità assistita per rendere la vita dei videogiocatori leggermente meno frustrante.

Il design del mondo di gioco è qualcosa di veramente bello da vedere, anche i personaggi che lo abitano meritano un posto nel mio cuore (Ranotto, parlo di te). Quali conclusioni dovremmo trarre? Baldo è un’opera artisticamente bellissima, con musiche azzeccatissime ed una trama di fondo ben congegnata. Tutto ciò dona al titolo una chiara identità, ma che deve scontrarsi con un gameplay non proprio soddisfacente e meccaniche GdR non eccelse. Tra sbilanciamenti e mancanze, non riesce del tutto a brillare di luce propria.

Trofeisticamente parlando: Peri Peri

Ne dovrete fare di strada per ottenere tutti i trofei, ma ciò non significa che sarà un’esperienza difficile. Si parla di: ventidue trofei di bronzo, ventidue d’argento, un trofeo d’oro l’ambito Platino. Perlopiù i trofei sono legati a quest e a personaggi che incontrerete durante il corso dell’avventura, ma per maggiori dettagli vi rimandiamo alla nostra pagina dedicata ai trofei.

VERDETTO

Baldo è un'opera d'arte dal punto di vista del world design, accompagnata da musiche davvero pregevoli, ma che deve fare i conti con un gameplay imperfetto. L'esplorazione è un'emozione unica, ma i combattimenti e gli enigmi, così come i dungeon stessi, risultano ancora un po' sbilanciati dal punto di vista della difficoltà. Il talento c'è e si vede, con l'arrivo di quest'ultima versione, con annessi miglioramenti, NAPS Team ci ha dimostrato l'impegno che c'è stato per rendere molto più "pulita" e bilanciata la loro ultima opera.

Guida ai Voti

Alessandro Romanato
24 anni. Videogiocatore e collezionista di retrogames. C’è chi videogioca per vivere e chi vive per videogiocare, io vivo direttamente nei videogiochi e faccio prima.