Beautiful Desolation – Recensione

Sviluppatore: THE BROTHERHOOD, The Brotherhood Games Publisher: The Brotherhood Games, Untold Games Piattaforma: PS4 Genere: Punta e Clicca Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Su PlayStation 4, a ciel sereno, è arrivato il porting di Beautiful Desolation. Sviluppato da THE BROTHERHOOD, team sudafricano divenuto celebre grazie all’ottimo Stasis. Acquisita la fama di esperti nel genere punta e clicca, il team si è gettato su un nuovo progetto che abbiamo avuto occasione di provare per voi. Ecco le nostre considerazioni.

Un mondo devastato

L’avventura si apre con un filmato che vede una coppia viaggiare in auto per andare a trovare un parente durante una tempesta. Improvvisamente, in cielo compare un enorme artefatto alieno che provocherà un incidente fatale per la donna. Ci sposteremo avanti di dieci anni dove l’uomo, sopravvissuto all’incidente e protagonista dell’avventura, andrà a trovare il fratello dopo tanto tempo. L’artefatto alieno, chiamato Penrose, è ancora in cielo e viene tenuto nascosto dal governo, con tanto di guardie robot. I due fratelli (Mark e Don) decideranno di salire su un elicottero e andare a investigare.

Verranno identificati da un cane da guardia robotico di nome POOCH che minaccia loro l’arresto. Prima che questo avvenga, il Penrose rilascia una scarica radioattiva che proietta i tre sventurati in un nuovo spazio temporale, parecchi anni dopo la loro epoca.

Il mondo che si troveranno davanti è completamente devastato, tradizionalmente post-apocalittico e dominato da indigeni, alieni, androidi e altre creature inqualificabili. I tre decideranno di collaborare con l’intento di tornare nella propria epoca e di comprendere la verità. Per farlo dovranno esplorare le vaste aree e interagire con tutte le creature non ostili.

Il ritorno dei Novanta

Lo stile di Beautiful Desolation è di chiaro stampo classico. Si tratta di un punta e clicca in 2.5D con visuale isometrica. Il gameplay si concentra, dunque, sull’esplorare le ampie aree di gioco alla ricerca di oggetti che possono esservi utili, combinarli fra loro o utilizzarli su oggetti dello scenario, raccogliere informazioni parlando con ogni forma di vita in cui vi imbatterete e scegliere le opzioni di dialogo più idonee per la situazione.

Quel che non funziona in Beautiful Desolation è esattamente come tutte queste azioni si mischino fra di loro. Sebbene la trama sia molto interessante e l’ambientazione estremamente evocativa, il da farsi è e rimane per lunghi tratti del tutto incomprensibile. Ci ritroveremo instancabilmente a girovagare per le immense aree di gioco senza un motivo preciso, sperando di imbatterci in quell’NPC o in quell’oggetto che, apparentemente senza motivo, è proprio quello che stavamo cercando.

Il fatto che le aree di gioco siano tante, sempre esplorabili e di grandi dimensioni, rende questa ricerca asfissiante e inutilmente dispersiva. Purtroppo, l’esperienza di gioco ne esce globalmente compromessa e ciò che trasmette l’avventura di Mark, Don e POOCH è un’alternanza fra la noia e la frustrazione.

A concludere il quadro dobbiamo annoverare un’interfaccia che non è stata assolutamente riprogrammata per console e che risulta essere eccessivamente scomoda, invasiva e confusionaria. Quando si opera un porting su console è necessario riguardare questo fattore, soprattutto in videogiochi appartenenti al genere dei punta e clicca.

Le due facce della medaglia

A livello estetico, Beautiful Desolation si fa rispettare. Splendide le cutscene che mostrano una qualità grafica e una cura dei dettagli degne di un Tripla A. Nelle fasi giocate, gli sviluppatori non hanno badato a spese e hanno creato un mondo ricco di dettagli, modelli e descrizioni che rendono “vivo” ciò che esploriamo, nonostante l’ambientazione post-apocalittica mal si predisponga a creare varietà. Sotto il profilo estetico, dunque, THE BROTHERHOOD ha fatto bingo.

Assai più rivedibile è il comparto sonoro. Le musiche sono piuttosto anonime e quasi trasparenti. L’effettistica sonora ha un sound poco profondo, risultando il più delle volte “finta”. Bene invece il doppiaggio, particolarmente espressivo e diversificato da personaggio a personaggio.

Su console proprio no

Beautiful Desolation è un esponente privilegiato delle celebri “occasioni perse”. Il mondo di gioco è bello da vedere e da esplorare, la trama è accattivante e le scelte etiche cui saremo sottoposti sono molto ben contestualizzate e forti. Purtroppo, tutto questo fa da cornice a un’opera che, pad alla mano, fatica terribilmente a risultare coinvolgente, men che mai divertente. L’eccessiva dimensione della mappa e le poche indicazioni rendono il proseguo della storia affannoso.

Purtroppo, ci siamo annoiati a giocare a Beautiful Desolation. Giocarlo con una guida scritta che vi dà delle indicazioni su dove andare e cosa fare può rendere l’esperienza gradevole, perché a quel punto la storia progredisce a passo svelto e verrete coinvolti da quanto di buono hanno scritto i ragazzi di THE BROTHERHOOD. Siamo però tutti d’accordo che un punta e clicca che diventa godibile se giocato con una guida è un semi-fallimento. Diventa un fallimento completo su PlayStation 4 nel momento in cui il porting risulta essere inadeguato.

Trofeisticamente parlando: desolazione totale

La lista trofei di Beautiful Desolation vi richiederà necessariamente due run, poiché i trofei sono legati ai finali che dipendono dalle scelte che compirete fin dalle prima fasi di gioco. Gli altri trofei vi richiedono di eseguire semplici azioni extra o di appoggiare una fazione anziché un’altra in un conflitto (ma in quel caso potrete usare i salvataggi per ottenere entrambi i trofei).

VERDETTO

Beautiful Desolation mal si predispone a essere giocato su PlayStation 4, nonostante un prezzo d'acquisto assolutamente abbordabile. Il concept attorno al quale ruota l'avventura di Mark, Don e POOCH è intrigante, così come esaltiamo il design delle ambientazioni e una trama accattivante condita da scelte etiche di rara qualità. Purtroppo, tutto ciò diventa un (bellissimo) contorno quando ci si approccia al gameplay che, a causa di un'eccessiva dispersività degli ambienti e di poche indicazioni, diventa rapidamente noioso e frustrante. Su console dovrete combattere anche con un'interfaccia inadeguata. Su PlayStation 4 strappa una sufficienza, a differenza della versione PC che ha raggiunto valutazioni molto alte.

Guida ai Voti

Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.