Beholder Complete Edition – Recensione

Sviluppatore: Alawar Premium Publisher: Curve Digital Piattaforma: PS4 Genere: Strategico Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Gli amanti dei romanzi distopici alla Fahrenheit 451 e 1984 avranno familiarità con trame incentrate sul controllo totale della popolazione da parte del governo, su politiche autarchiche portate all’esasperazione, sull’eliminazione del dissenso e sul mantenimento dell’ordine pubblico per mezzo della forza e della violenza. In Beholder ci troviamo inseriti proprio in un contesto del genere e siamo protagonisti di una storia dai mille possibili approcci, e con altrettanti esiti, che ci fa riflettere e pianificare, divertire e stressare, ma anche soffrire e prendere decisioni moralmente difficili. Il risultato, come avrete già intuito, è una piccola chicca videoludica.

Sono Karl Stein, l’amministratore

All’inizio del gioco il nostro protagonista, Karl Stein, riceve una lettera dal ministero che lo nomina nuovo amministratore di un condominio, dopo che il precedente ha fatto una fine non troppo simpatica per non aver seguito le direttive centrali. Il nostro ruolo andrà però ben oltre la semplice cura degli appartamenti e la gestione degli affitti; il governo pretende infatti che noi agiamo come i suoi “occhi e orecchie”, tenendo sotto controllo gli inquilini per segnalare infrazioni alla legge o addirittura complotti ai danni dello Stato. Per poter lavorare al meglio, a Karl è stata iniettata una sostanza che elimina il bisogno di dormire, così da non perdere nessuna occasione per spiare il prossimo.

Queste le premesse narrative, che a livello di gameplay sono strutturate all’interno di un gioco che fonde un gestionale con un’avventura punta e clicca. Una cartella sulla destra dello schermo contiene missioni e sotto-obiettivi, riepilogo di appartamenti e relativi abitanti, nuove leggi emanate, messaggi e fatture da saldare; un’altra cartella sulla sinistra rappresenta il nostro inventario personale; e un orologio nella parte alta dello schermo scandisce il passare del tempo (che può essere accelerato) e il countdown per il completamento delle missioni.

Nostro compito, a livello pratico, è interagire con l’ambiente e con le persone. Possiamo entrare di nascosto negli appartamenti e aprire cassetti e armadi alla ricerca di oggetti proibiti (da sigarette e alcolici a semplici dischi, jeans o lampadine, in un tragicomico crescendo di divieti) o per depositare prove con cui incastrare qualcuno. Possiamo installare telecamere di sorveglianza con cui cogliere in flagrante gli inquilini meno cauti. E possiamo semplicemente parlare e scoprire informazioni utili su questo o quel personaggio. Una volta raccolte abbastanza prove, ci basta sporgere denuncia e assistere all’arresto del malcapitato di turno.

Da che parte state?

Questo, almeno, per quanto riguarda il nostro lavoro per il ministero. Perché, parallelamente, ci saranno altri problemi da affrontare, sia quelli legati ai nostri familiari, che quelli relativi agli inquilini del condominio, fino ad arrivare a questioni ben più grandi di noi che coinvolgono il governo, la guerra e le azioni della resistenza. Perciò ci troviamo in ogni istante a dover seguire diverse missioni, spesso una in contrasto con l’altra (servono soldi per spesa e medicine per nostra figlia, ad esempio, ma dobbiamo anche pagare le bollette), in una corsa contro il tempo che inevitabilmente, e volutamente, ci farà tralasciare qualcosa.

Qui interviene l’aspetto più bello e profondo del gioco: saremo noi a decidere come comportarci, a che cosa dare la priorità, da che parte schierarci, quali sacrifici accettare. Le numerose trame intrecciate della vita del condominio, che costituiscono il cuore di Beholder, sono influenzate dai risultati che otterremo e dalle scelte che faremo. E, come dice il motto del gioco, ogni scelta ha le sue conseguenze.

Tante possibilità, per tante volte

Tante sono le sotto-trame che si intrecciano e tanti sono gli approcci con cui possiamo affrontare le missioni. Non c’è mai un solo modo di ottenere un obiettivo e sta a noi scegliere se usare l’astuzia, l’inganno, o semplicemente approfittare degli inevitabili errori degli inquilini. In fondo, ognuno ha i propri segreti.

Una meccanica del genere costituisce una forte spinta alla rigiocabilità. E’ costante durante il gioco la sensazione che una diversa scelta potrebbe portare con sé uno sviluppo della trama più interessante e sin dalla prima run verrà spontaneo farsi promemoria mentali per prendere decisioni alternative nella seconda e nella terza ripetizione. D’altronde, la durata non è eccessiva, anche portando a termine tutte le missioni (alcuni bivi possono infatti portare a conclusioni premature dopo pochi minuti).

Minimalismo

Graficamente Beholder non cerca il realismo, ma si affida a personaggi bidimensionali sotto forma di silhouette. La scelta risulta azzeccata, primo perché non preclude una interessante caratterizzazione dei diversi inquilini, secondo perché porta un significato simbolico. I personaggi sono dei “nessuno”, delle maschere, delle categorie generali che possono adattarsi a diversi luoghi ed epoche, veicolando un messaggio di critica o di ammonimento che è uno degli scopi più nobili del gioco o, perlomeno, della già citata letteratura a cui fa riferimento. Per finire, il nero è il colore del mistero e della sporcizia, perché nessuno in Beholder è limpido e degno di fiducia incondizionata.

L’atmosfera globale è cupa, gli appartamenti sono bui e noiosi, tutti simili tra loro, specchi di un mondo dove colore e gioia lasciano il passo all’omologazione e alla paura. Si fatica a distinguere il giorno dalla notte e quanto si percepisce del resto della città è fatto di notizie di guerra, proteste, scioperi, lavoro in miniera ed elezioni fittizie. Le voci dei protagonisti, che mugugnano versi incomprensibili sottotitolati in italiano, sono sommesse e solo il camioncino della propaganda di stato ha un volume alto, fastidioso e frasi ben scandite. Il tutto per testimoniare come Beholder ci trascini, per qualche ora, in quel tipo di società, con quel tipo di lavoro e con i contrasti morali che ne derivano.

Il pelo nell’uovo

A voler cercare qualche difetto, è possibile citare due aspetti. Il primo è l’interazione con l’ambiente, non sempre facile e intuitiva perché talvolta gli oggetti sono tanto vicini da sovrapporsi e costringerci a selezionarli con le frecce direzionali. D’altronde il titolo nasce inizialmente per PC, dove il cursore è indirizzabile con precisione.

Il secondo problema potrebbe essere la ripetitività della sequenza che parte dalla ricerca di indizi e finisce con la denuncia e lo sfratto, sempre uguale per ogni inquilino che vogliamo o dobbiamo perseguire. In realtà la ripetitività dipende da noi, perché come detto possiamo scegliere strade diverse per raggiungere l’obiettivo finale.

Sonno beato

La Complete Edition si distingue dalla versione base per il DLC Sonno Beato, nel quale impersoneremo un altro amministratore, Hector, con dinamiche analoghe a quelle della storia principale ma con personaggi e sviluppi diversi. Le premesse sono surreali: il ministero ci attribuisce erroneamente 85 anni, quando ne abbiamo più di venti in meno, e ci destina all’eutanasia (il sonno beato, appunto) senza possibilità di appello. Tra il lavoro e i favori ai vicini, Hector dovrà cercare un modo di sottrarsi alla morte programmata.

Trofeisticamente parlando: prova e riprova

La lista trofei di Beholder Complete Edition include 49 coppe, incluso il Platino, spalmate tra gioco principale e DLC. Tutte sono legate allo sviluppo della trama, il che, essendo questa dipendente dalle nostre scelte, rende abbastanza probabile mancare qualche trofeo. Il 100% richiede diverse run e tanta sperimentazione, anche perché al momento non sembra esistere una guida dettagliata online. L’immediatezza e la rigiocabilità del titolo renderanno però l’impresa non troppo tediosa.

VERDETTO

Beholder Complete Edition è uno strategico sui generis che spiazza e conquista. Le sue meccaniche semplici si fondono con un ampio ventaglio di possibilità e approcci e con un ritmo incalzante sin dalle prime battute, che si traducono in divertimento, coinvolgimento e necessità di prendere importanti scelte etiche e morali. Il bello, però, è che la forte spinta alla rigiocabilità ci permetterà di esplorarne tutte le mille sfaccettature. Per il suo prezzo e per gli amanti del genere è un acquisto imprescindibile.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.