Blood Waves – Recensione

Sviluppatore: Light Road Games Publisher: Sometimes You Piattaforma: PS4 Genere: Sparatutto Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 9,99 € Italiano:

Nel corso degli ultimi mesi, i ragazzi di Sometimes You hanno avuto modo di far registrare sulle nostre pagine un particolare demerito: quello di raccogliere il maggior numero di insufficienze. I numerosi titoli da loro pubblicati non sono mai riusciti a convincere e la realizzazione di scarsa qualità ha contribuito a fare il resto. Nonostante questa mediocrità, però, non si può negare che ci siano stati comunque prodotti più che buoni, come il bizzarro Grab the Bottle o il platform Save the Ninja Clan, ma ciò non è bastato per evitare di far piombare lo studio nella hall of fame dei peggiori sviluppatori da recensire.

Nonostante delle premesse tutt’altro che lusinghiere, all’arrivo dell’ennesimo titolo targato Sometimes You qualcosa appariva finalmente diverso. Vedendo le immagini disponibili sul PlayStation Store, sembrava infatti che Blood Waves potesse offrire quel qualcosa in più, tanto da farci cambiare opinione su questi sviluppatori. Una grafica in 3D, un gran numero di nemici a schermo e una deriva hardcore saranno stati quindi sufficienti per compiere il grande passo? Non vi resta che scoprirlo grazie alla nostra dettagliata recensione. Un solo avviso: tenetevi un bel rotolo di carta igienica accanto. Vi servirà!

Blood Waves

Ugly zombie

Nonostante l’epoca d’oro dei videogiochi dedicati ai non-morti si sia conclusa tempo fa, è innegabile che negli ultimi mesi ci sia stata una vera e propria rivalutazione. Tra il remake di Resident Evil 2 e l’ottimo Days Gone, abbiamo assistito a una vera e propria “rinascita zombi” capace di riportare in auge alcune meccaniche sparite da diverso tempo. Blood Waves è figlio di queste dinamiche ma, a differenza degli illustri esempi precedenti, si è limitato a offrire una semplice esperienza a orde. Vestendo i panni di una plagiatissima Lara Croft, verremo catapultati in un tempio circolare dalla dubbia collocazione storica. Qui, impugnando le nostre armi, non dovremo far altro che eliminare gruppi e gruppi di zombi con l’unico obiettivo di accumulare punti abilità e soldi, utili per potenziare noi e il nostro arsenale.

Perché ci troviamo in questa strana struttura? Da dove arrivano tutti i non-morti? Domande a cui non troverete mai risposta. Fin dal primo avvio, apparirà subito chiaro come Blood Waves non sia interessato a una qualità eccelsa, bensì a un’esperienza di sostanza capace di relegare il povero videogiocatore a ore e ore di interminabili sessioni. Trattandosi di uno sparatutto hardcore, a ogni nostra morte verremo privati di tutte le risorse e potenziamenti raccolti, costringendoci così a ricominciare dall’inizio.

Blood Waves

Queste meccaniche avrebbero potuto anche funzionare, ma purtroppo la scarsa qualità nello sviluppo piomberà come un macigno già dopo le prime ore di gioco. Ben presto le nostre lievi speranze di divertimento verranno sostituite da un miscuglio di frasi blasfemiche e insulti vari a causa delle fastidiose situazioni a cui andremo incontro, rendendo così sempre più tedioso l’inizio di una nuova partita.

Come detto in precedenza, inoltre, uccidendo zombi accumuleremo denaro e punti abilità che potremo utilizzare per potenziare noi e le nostre armi. Fin da subito, tra un’ondata e l’altra, avremo la possibilità di accedere a una ricca armeria composta da potenti bocche da fuoco e trappole, tutte ideate con l’unico scopo di uccidere più zombi possibile. Se le armi spazieranno dalla semplice pistola fino al lanciarazzi più tamarro, le varie trappole serviranno per avere un maggiore controllo del campo di battaglia, in maniera molto simile ai tower defense più blasonati. Prima di iniziare la nuova ondata, tramite la pressione di un tasto sarà possibile accedere al menù di costruzione. In questo modo potremo piazzare a piacimento le trappole acquistate, creando così complessi scenari distruttivi capaci da soli di tenere a bada un numero sempre maggiore di non-morti. Sia armi che trappole saranno inoltre potenziabili grazie ai soldi accumulati, mentre i punti abilità permetteranno di sbloccare potenziamenti permanenti per la nostra eroina.

Blood Waves

Bad zombie

Blood Waves sembra confermarsi come il classico titolo senza infamia e senza lode, capace comunque di regalare qualche ora di divertimento. Tutto sarebbe pure stato vero se avessimo avuto la possibilità di passare oltre a un penoso comparto tecnico. Nonostante si tratti di uno sparatutto, il lavoro svolto dai ragazzi di Light Road Games sul feedback dei colpi e sulle animazioni è quanto di più elementare si potesse programmare. Impugnando le nostre armi sarà un’impresa capire se un colpo sia veramente andato a segno oppure no. Gli zombi, tranne nel caso di un headshot, non faranno alcun tipo di grinza e procederanno dritti per loro strada senza alcuna esitazione. Un discorso affine può essere intrapreso anche per le animazioni, tutte molto simili e risalenti a diverse generazioni videoludiche fa. La nostra eroina si muoverà in maniera molto rigida, con una reattività al limite del “bradipismo” e una precisione nei movimenti piuttosto imbarazzante. La possibilità di saltare e schivare non ci permetterà di evitare spiacevoli situazioni e compenetrazioni mortali.

Blood Waves

L’elenco di problemi relativi alla componente tecnica non si ferma però di certo qui. Accanto a queste magagne di ottimizzazione, trovano posto alcuni problemi artistici e di level design. I modelli utilizzati per gli zombi non brillano per qualità e diversità, facendo così assomigliare le varie orde a un semplice pacchetto di M&M’s, dove ogni zombi rappresenta un colore. La comparsa di vari tipi di non-morti (esplosivi, armati o acidi) riuscirà solo in parte a mitigare la piattezza nemica. La semplicità dei modelli si allinea inoltre alla scarsa complessità dell’ambiente di gioco. Il famoso tempio, l’unica ambientazione disponibile, non è infatti altro che un ammasso di copia-incolla di asset e shader che anche il grafico più inesperto sarebbe stato capace di creare. Un vero peccato, perché da un punto di vista di frame rate e di resa grafica generale, al netto di tutti i problemi, questa produzione poteva avere il suo perché.

Blood Waves, malgrado gli sforzi congiunti di Sometimes You e Light Road Games, dimostra ancora una volta tutta la superficialità e i problemi degli sviluppatori. Come spesso è accaduto in passato, ci siamo trovati di fronte a un titolo che poteva grazie alle sue premesse guadagnarsi una valutazione più che buona, ma che a causa di una qualità dello sviluppo infima e mal ottimizzata, non può far altro che barcamenarsi nell’oblio dell’insufficienza. Come molte volte successo ad altri, potrebbe essere controproducente concentrare gli sforzi su tanti titoli contemporaneamente. Lavorare su una manciata al massimo di progetti, soprattutto se si ha a disposizione un budget limitato, può garantire una maggiore qualità generale e un miglior controllo su eventuali errori o problematiche. Speriamo dunque che si impari dai propri sbagli e ci si concentri sul regalarci finalmente un titolo capace di divertirci senza nauseare.

Trofeisticamente parlando: Platinum zombie

In linea con quella che è la componente hardcore di Blood Waves, il Platino di questo sparatutto sarà tutt’altro che una passeggiata. Le diverse problematiche tecniche renderanno ogni sessione via via sempre più tediosa, rendendo il raggiungimento di alcuni traguardi piuttosto ostico. Come potete vedere anche nell’elenco disponibile sul nostro forum, molti trofei dovranno essere ottenuti in una sola sessione di gioco. Questo sarebbe pure fattibile, ma le problematiche citate in precedenza contribuiranno a rendere più difficoltosa la caccia. L’assenza del fattore “divertimento” potrebbe rendere il tutto ancora più complicato. Se siete intenzionati ad acquistare questo titolo, fatevi un regalo: passate oltre.

VERDETTO

Blood Waves rappresenta l’ennesima occasione persa, per i ragazzi di Sometimes You, di rilasciare qualcosa di interessante. Malgrado le valide premesse, questo sparatutto hardcore finirà ben presto per cadere in balia del banale e della noia. La situazione non migliora se si considera anche l’incerta componente tecnica. Tra animazioni scadenti e ambientazioni scialbe, è veramente difficile trovare qualcosa in questa produzione che riesca a convincere. Se quindi siete alla ricerca di un titolo a basso costo ma che vi sappia lo stesso far divertire, seguite il nostro consiglio... cercate altrove.

Guida ai Voti

Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!