Bow to Blood: Last Captain Standing – Recensione

Sviluppatore: Tribetoy Publisher: Tribetoy Piattaforma: PS4 Genere: Azione Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Negli ultimi anni, nel panorama videoludico internazionale, si è potuto provare l’ebbrezza di essere il capitano di una nave tutta nostra. La maggior parte delle volte, la nave in questione solcava i mari della superficie terrestre per affrontare temibili nemici e conquistare i sette mari, in altre squarciava i cieli e l’intero universo per conoscere e confrontarsi con le nuove tecnologie e culture. E cosa succederebbe se i due velieri e i due contesti collidessero in una cosa sola? A dare una risposta ci ha pensato Tribetoy, indipendente casa di sviluppo statunitense, che ha creato un ibrido tra un gioco d’azione PvP e un platform avventuriero PvE, il tutto legato insieme da una campionato in puro stile reality show, con tanto di presentatore, votazioni e colpi di scena.

Ai posti di manovra

In un mondo dove lo spettacolo la fa da padrone, l’unica possibilità di redenzione per determinati pirati è la partecipazione a grandi eventi sotto forma di campionato. Lo scopo è quello di diventare il migliore di tutti all’interno dell’Arena e aumentare al massimo la propria fama di capitano provetto. Insieme al suo equipaggio, il novello protagonista chiamato Freelancer dovrà affrontare nove spericolati avversari per rimanere in cima alla classifica, in un susseguirsi di eventi e giornate infuocate per tutti i partecipanti. Tra bizzarre missioni principali e combattimenti uno contro uno in sfide all’ultimo sangue, non sarà affatto facile scalare le posizioni in classifica e diventare i nuovi campioni.

Nelle varie giornate di competizione, può succedere di tutto. L’obiettivo, per renderla molto semplice, è distruggere nemici e bersagli definiti via via dalle varie missioni. Oltre a queste basiche richieste, ci sarà, di volta in volta, la possibilità di competere oppure cooperare con uno a caso tra i vari avversari del campionato. La cooperazione comporterà una divisione dei compiti in due parti simili, al costo di spartire i punti messi a disposizione nella gara del giorno tra i due contendenti. Ogni scelta che si farà verrà ricordata in futuro dallo stesso personaggio fino a fine campionato, quindi il motto “patti chiari e amicizia lunga” conta, e pure molto. In un contesto dove non ci sono regole, mancava solo la parte psicologica per rendere ancora più elettrizzante un campionato dove la tensione regna sovrana.

Oh capitano, mio capitano

Bow to Blood: Last Captain Standing presenta delle tematiche di gioco molto interessanti a primo impatto. La coordinazione di tutte le decisioni riguardanti l’aeronave è infatti demandata a noi intrepidi e neofiti capitani. Prima tra tutti troviamo l’amministrazione dell’equipaggio di bordo; i due mozzi di vascello possono essere assegnati a due delle cinque aree tematiche a disposizione: scudi, droni, armamenti, motore e turbo. Questa scelta determinerà un incremento delle potenzialità per l’area selezionata e l’eventuale riparazione di essa in caso di danni ingenti. La seconda gestione è attinente agli upgrade delle abilità della nostra aeronave. Ci sono in totale quattro abilità da dirigere e abbiamo l’opportunità di aggiungere o diminuire punti a nostro completo piacimento, partendo da una base di zero fino a un massimo di tre ad abilità. Questa organizzazione degli aggiornamenti ci da l’occasione di pianificare la nostra tattica di attacco secondo le nostre volontà.

I comandi della nave non sono molti, ma a causa della rapidità dell’azione e dall’immersione globale potrebbe risultare difficile ricordare determinate azioni. La maggior parte delle operazioni, tra cui sparare, gestire le risorse e utilizzare le abilità della nave, vengono effettuate semplicemente grazie ai tasti del DualShock. A coronare questa familiare amministrazione, possono essere effettuati altri interventi puntando sempre il DualShock. Si dovrà, infatti, anche muovere e puntare direttamente il controller sul computer di bordo per attività di supporto aggiuntive, come la gestione degli updrage della nave, l’estrazione della pistola di bordo e l’attivazione del portale a fine turno. Le fasi di mira, sia per gli avversari che per gli oggetti al di fuori della nave, vengono effettuate tramite opportuni movimenti della testa.

Navigatore inesperto

Passando al lato tecnico di Bow to Blood: Last Captain Standing, troviamo diverse lacune o valutazioni grossolane per un titolo che, di per sé, attrae per il suo gameplay. La prima nota è ovviamente incentrata sull’esclusività del titolo per il solo VR di casa Sony. Una scelta che taglia via dal mercato un’enorme fetta di pubblico. L’esperienza in realtà virtuale è decisamente coinvolgente, con una navigazione completa a 360 gradi. Purtroppo, visto il vasto assortimento di soluzioni e movimenti omnidirezionali della navicella, è inevitabile lo scontro con il motion sickness, che prenderà il sopravvento nel giro di pochi minuti ed entro un massimo di due round per i meno allenati. Fortunatamente, avremmo l’occasione di riposare e di salvare non appena la giornata all’interno del gioco sarà conclusa.

Focalizzandoci sul comparto grafico, possiamo definirlo mediocre. Supera la sufficienza ma non stupisce e non incanta. La scelta artistica di una scenografia cartoonistica in stile Borderlands ha massimizzato il rendimento di colori e forme. Tuttavia, questa opzione non è stata ottimale in tutto per tutto, creando mondi sì diversi, ma praticamente uguali gli uni con gli altri. Per non parlare poi dei dettagli grafici, praticamente inesistenti. L’esempio più calzante è il fatto di non sapere per certo se la nostra astronave è al di sopra o al di sotto di uno stato liquido, poiché non esiste una linea di limite ben definita di confine, ma solo una sfumatura non marcata in un ampissimo spettro di colori.

Il sonoro è nella norma, senza infamia e senza lode. La buona interpretazione del doppiaggio, totalmente in inglese, immerge ulteriormente il giocatore in un limbo tra azione e reality, senza trascurare freddure al limite dell’inverosimile. Gli effetti sonori sono anch’essi del tutto in regola con le nostre aspettative, rispondono infatti bene ai suoni che ci potremmo aspettare da spari provenienti da una aeronave o da rumori di corto circuito ed esplosioni delle navette avversarie.

Trofeisticamente parlando: inchinatevi a me

Il set di trofei di Bow to Blood: Last Captain Standing è succulento per qualsiasi cacciatore di trofei. La lista ristretta di soli trentatré trofei, divisi rispettivamente in ventisette bronzi, dieci argenti, cinque ori e il più prezioso Platino, può rendere felice i maniaci del più scintillante dei trofei che possiedono il visore per realtà aumentata Sony. Gli obiettivi sono tendenzialmente legati alla storia principale e si conquisteranno avanzando con il campionato. Infine i restanti obiettivi da portare a termine riguardano il numero di abilità attivate nella nostra aeronave, con l’aggiunta di altre richieste in-game. Tutto sommato diventare campioni e incrementare di uno il proprio contatore di Platini, non sembra essere così complicato.

VERDETTO

Bow to Blood: Last Captain Standing è, a tutti gli effetti, un buon titolo esclusivo per i possessori il PlayStation VR, ambizioso e ricco di azione. Insieme alla sua vena sarcastica e allo stile tipico dei reality show, riesce nell'impresa di essere divertente in più momenti. Il lato tecnico pecca in diversi punti, primo tra tutti la gestione non proprio magistrale della grafica, a tratti pesante e sofferente sotto il punto di vista del frame rate. La realtà virtuale coinvolge ed esalta, ma stanca parecchio a causa del motion sickness. Complessivamente è un bel gioco, anche se dovrebbe essere migliorato in alcuni aspetti.

Guida ai Voti

Antonino Gennaro
Appassionato di videogiochi di nuova generazione e collezionista di giochi retrò che hanno fatto di PlayStation il prodotto d'eccellenza che conosciamo oggi. Sono un nerd a 360 gradi: oltre ai videogiochi, apprezzo tutto ciò che è arte per gli occhi. Adoro guardare anime preferibilmente in giapponese, leggere manga di ogni genere, amante del cinema cult e fanatico della fotografia.