Bridge Constructor: The Walking Dead – Recensione

Sviluppatore: ClockStone Publisher: Headup Games Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS5, Mobile) Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 16 Prezzo: 9,99 € Italiano:

Se siete amanti dei rompicapo, avrete sicuramente messo le mani almeno una volta su un titolo di ClockStone, studio autore della prolifica serie Bridge Constructor. L’ultimo capitolo, pubblicato grazie al supporto di Headup Games, stravolge però i canoni del genere e inserisce una variante impazzita: i morti viventi. Scoprite se siamo sopravvissuti all’orda nella nostra recensione.

bridge constructor the walking dead

Il morto che cammina

Dopo una prolifica collaborazione con la serie Portal di Valve Corporation, che ha permesso di dar vita a Bridge Constructor: Portal, ClockStone ha deciso di alzare l’asticella e cercare di coinvolgere un pubblico ancora più ampio: quello degli appassionati di serie televisive. Se pensiamo a questo argomento, sono pochi i nomi che possono superare in prestigio The Walking Dead, prolifica saga di AMC che narra di un gruppo di sfortunati che tenta di resistere a un’apocalisse zombi. Questo brand, nato fumetto grazie alla mente di Robert Kirkman, è già stato sfruttato per realizzare videogiochi, come i famosi titoli targati Telltale, ma punta a conquistare anche il mondo dei puzzle game a colpi di ponti.

Bridge Constructor: The Walking Dead mette i giocatori nei panni di Miles e Kyra, due sopravvissuti “originali” che si ritroveranno in un mondo pieno di morti viventi e che dovranno sfruttare una grande abilità nella progettazione di ponti per superare numerose difficoltà e magari uccidere definitivamente qualche cadavere putrescente. Durante il loro viaggio, questa strana coppia incontrerà alcuni dei personaggi più iconici della serie, come Eugene, Daryl e Michonne, che offriranno il loro aiuto nella lotta agli zombi. In tutto questo non ci si deve dimenticare dell’anima di Bridge Constructor, che è un puzzle game vecchio stampo in cui anche i centimetri faranno la differenza tra un ponte in grado di salvarci la vita e uno che ci condannerà a morte certa.

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Costruzioni mortali

I videogiocatori appassionati della serie si sentiranno a loro agio anche con Bridge Constructor: The Walking Dead, che riprende i canoni classici aggiungendo qualche funzione inedita. La struttura base del gameplay è la stessa di qualsiasi altro capitolo: al giocatore verrà richiesto di utilizzare una serie di materiali per costruire ponti in grado di portare gli eroi dal punto A al punto B, superando questa volta, oltre agli ostacoli, anche i terribili nemici, altrimenti pronti a divorare le nostre carni. La costruzione avverrà mediante comandi semplici e intuitivi che vantano l’aggiunta di una funzione dedicata allo spostamento di blocchi di struttura, perfetta per evitare di demolire grosse aree dei nostri ponti.

Inoltre, diversamente da altri prodotti marchiati Bridge Constructor, sarà il giocatore a decidere quali pedane piazzate saranno piene e quali invece solo di sostegno, funzione resa necessaria dalle nuove missioni presenti in questo crossover. Molto spesso infatti spostarsi da un punto all’altro della mappa non sarà sufficiente, ma al giocatore verrà richiesto di sbarazzarsi di gruppi di vaganti sfruttando strumenti presenti negli schemi, come container, enormi bobine o cassonetti della spazzatura. Molto più che in altri videogiochi della serie Bridge Constructor, sarà quindi necessario spremersi le meningi e trovare soluzioni creative ai problemi, capendo come strutturare le impalcature per ottenere il classico effetto domino in grado di giocare a nostro favore.

Tira quella leva!

La seconda, grande novità di Bridge Constructor: The Walking Dead è direttamente collegata alle richieste trasversali dei singoli livelli, dato che alcuni personaggi potranno essere utilizzati per svolgere una serie di azioni specifiche. Tutti gli eroi, senza restrizione, potranno svolgere un totale di cinque azioni diverse tra attivazione di leve e movimento, mentre alcuni personaggi specifici potranno sfruttare poteri speciali unici per generare effetti in grado di stravolgere gli schemi e portare i giocatori al successo.

Eugene sarà in grado, ad esempio, di lanciare una bambola-esca che attirerà gli zombi in un unico punto, rendendoli quindi facile preda di un container sospeso oppure scatenando una cascata di effetti che porterà i nemici a morire miseramente o a rimanere bloccati, rendendo così possibile il passaggio degli eroi. Daryl e Michonne, invece, essendo dotati di armi, potranno sbarazzarsi dei morti più invadenti e tenaci, se presi in piccoli gruppi, ma dovranno comunque fare attenzione alle orde. Questa possibilità aggiunge ulteriori elementi tattici ma, a conti fatti, si interseca in maniera troppo forzata con le meccaniche di Bridge Constructor, senza contare l’eccessiva difficoltà che si incontrerà nella gestione dei comandi, affidata a un sistema confusionario e poco intuitivo, in contrasto con la struttura rodata di costruzione dei ponti.

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Zombi poligonali

Nonostante qualche buono spunto, Bridge Constructor: The Walking Dead non brilla mai per qualità come invece aveva fatto l’episodio dedicato a Portal. Le modifiche al gameplay sono deboli e forzate, senza contare che queste sono supportate da una trama banale. La narrazione è accessoria e la maggior parte dei videogiocatori la salterà senza remore per dedicarsi alla costruzione di ponti. Questo non è però l’unico problema del titolo di ClockStone, dato che, oltre a una scrittura francamente rivedibile (Eugene, ad esempio, è davvero frustrante nella sua saccenza), troviamo anche una grafica compassata piena di animazioni datate che non rendono giustizia né ai personaggi né ai morti viventi e che hanno anche il fastidioso effetto collaterale di rallentare sia i caricamenti che le simulazioni, rendendo frustrante anche il più semplice dei test.

Nemmeno il comparto audio, solitamente egregio, riesce a risollevare una produzione mediocre che ha davvero poco da offrire anche al fan più sfegatato di Bridge Constructor. Persino la longevità risulta risicata, dato che ci saranno un totale di cinque mondi composti da otto livelli ciascuno, completabili in una manciata di ore e soprattutto gestiti con una curva di difficoltà altalenante. Alcuni schemi, anche durante le prime fasi di gioco, saranno terribilmente complicati mentre altri, anche in momenti avanzati della campagna, saranno completabili senza fatica. L’assenza di un tetto di spesa, visto in ogni altro episodio di Bridge Constructor, è un ulteriore elemento penalizzante, dato che difficilmente il giocatore capirà quando fermare una costruzione, rendendo alcuni puzzle inutilmente complicati oppure terribilmente semplici.

Trofeisticamente parlando: sembra che qui manchi qualcosa

Ebbene sì, come anticipato nel titolo del paragrafo, sembra che in Bridge Constructor: The Walking Dead manchi qualcosa: il classico Platino. Solo quattordici trofei che non richiederanno nemmeno di completare sfide secondarie; sarà sufficiente completare ogni livello rispettando il limite di risorse per ottenere un triste e rapido 100%, impresa tutt’altro che impossibile sfruttando la nostra guida ai trofei.

VERDETTO

Dopo tanti ottimi capitoli, il crossover tra Bridge Constructor e The Walking Dead è la prima vera delusione che il talentuoso studio di ClockStone ci dà. La partnership con la famosissima serie di AMC è stata sfruttata poco e male, creando una storia stucchevole e tutt'altro che coinvolgente e realizzando un videogioco che si distingue solo per la presenza di alcuni volti noti e degli immancabili zombi. Una curva di difficoltà tutt'altro che perfetta, una grafica compassata e una longevità risicata sono gli altri elementi che rendono Bridge Constructor: The Walking Dead un prodotto che ci sentiamo di consigliare solo ai fan sfegatati della costruzione di ponti.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.