Call of Cthulhu – Recensione

Sviluppatore: Cyanide Publisher: Focus Home Interactive Piattaforma: PS4 Genere: Horror Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 54,99 € Italiano:

Il sonno di Edward Pierce è agitato. L’uomo non ricorda nemmeno quando è stata l’ultima volta che è riuscito a prendere sonno senza l’aiuto dei sonniferi o di una buona dose di alcol, né quando sia davvero riuscito a rilassarsi durante la notte. La situazione, però, sta per peggiorare drasticamente, ma Edward questo ancora non lo sa.

Capitolo 1: l’uomo con il dipinto

Avete mai fatto un sogno tanto intenso da sembrarvi reale? Bene, questo è esattamente quello che successe all’investigatore privato Edward Pierce, un ex-soldato traumatizzato dalla guerra, che si risvegliò, in un misto di orrore e stupore, immerso in sangue e viscere di pesce. Lo sconcerto spinse il detective a correre a rotta di collo per allontanarsi dalla carneficina, salvo poi accorgersi di essere in trappola all’interno di una grotta. Litanie oscure provenivano dal fondo dei tunnel rocciosi e al nostro non restò che proseguire, frastornato e confuso, fino a una porta; una volta aperta, il ritorno alla realtà fu brusco e violento. Quello che aveva appena visto era solo un sogno, un frutto della sua immaginazione? Edward non ebbe nemmeno il tempo di ragionarci sopra, perché i suoi pensieri furono interrotti dallo squillo del telefono; una voce femminile ricordò gentilmente all’investigatore che per rimanere nell’agenzia sarebbe stato utile accettare dei casi.

La telefonata fu anche utile per ricordare al detective i suoi punti di forza, gestibili tramite degli appositi punti ottenuti durante le indagini: Investigazione, Fiuto e Psicologia erano le abilità a disposizione del nostro eroe, che avrebbe potuto anche ricorrere alla Forza qualora ce ne fosse stato bisogno. Pierce si apprestava a scegliere come assegnare i punti iniziali dando quindi una linea guida alla sua personalità, prima di essere interrotto da una serie di colpi alla porta. Un uomo anziano, con la faccia segnata dall’età e dalla stanchezza, entrò nel suo ufficio portando sotto braccio quella che a occhio sembra essere una grossa tela, e si presentò chiedendo l’aiuto dell’investigatore per fare luce sulla morte della figlia, la pittrice Sarah Hawkins. Era giunto il momento di accettare un nuovo caso.

Capitolo 2: nelle acque scure

Una volta scoperto il dipinto, Edward decise di testare le sue abilità. Cyanide aveva reso molto semplice questa pratica, rendendo necessario solo premere sull’oggetto per eseguire la prova e scoprire informazioni utili al caso; più punti l’investigatore avrebbe utilizzato per migliorare la caratteristica, maggiori sarebbero state le probabilità di successo. Il dipinto, comunque, rivelò ben poco di Sarah, se non un discutibile gusto artistico; Edward decise quindi di recarsi sull’isola su cui la donna aveva residenza, Darkwater, per iniziare le sue indagini, inconsapevole di ciò che avrebbe trovato.

Al momento del suo arrivo l’atmosfera dell’isola era surreale, aiutata dall’ottimo lavoro svolto dal team di sviluppo per dare vita a scenari tetri e ricchi di giochi di luce. Anche gli abitanti dell’isola, caratterizzati da modelli poligonali ben realizzati (anche se a volte un po’ spigolosi) fecero di tutto per non farsi trovare troppo cordiali o aperti nei confronti del nostro investigatore. Il doppiaggio inglese, ottimamente realizzato, e la scelta di sottotitolare l’intero gioco in lingua italiana aiutarono però il buon Pierce a raccogliere tutte le informazioni necessarie alla sua indagine. La maggior parte degli abitanti aveva qualche piccolo tassello di storia da rivelare.

Edward ebbe modo di esplorare l’isola e le sue strutture in lungo e in largo. “Fortunatamente non è un open world” pensò il detective mentre si muoveva, con visuale in prima persona, attraverso i vari scenari di gioco, alcuni ampi e tutti da esplorare, altri volutamente angusti, così da generare quella sensazione di claustrofobia e oppressione perfetta per le atmosfere horror. Nonostante la presenza di varie location, però, l’investigatore non poté mai scegliere in che area recarsi, facendosi sempre guidare dalle sue deduzioni e dagli indizi trovati, che lo porteranno a visitare (e a volte rivisitare) tutti i luoghi di Darkwater.

Capitolo 3: la casa sulla scogliera

Il primo impatto con gli abitanti di Darkwater fu scioccante per Pierce, ma fortunatamente riuscì a trovare un insperato alleato nelle forze dell’ordine locali, che lo accompagnarono nella casa degli Hawkins, dove forze oscure sembravano complottare contro la risoluzione del caso. Quello che era mancato durante le prime sezioni di gioco, irruppe prepotentemente nell’avventura: strane rune, cerchi magici ed eventi paranormali sconvolsero la psiche di Edward, rivelando pian piano tutto l’orrore di cui Call of Cthulhu era capace.

Cultisti misteriosi sembravano essere presenti sull’isola per risvegliare forze potenti. Quale era il loro legame con la morte di Sarah Hawkins? Cosa significavano i misteriosi dipinti riportanti disegni di mondi paralleli e mostruose creature?  Per scoprirlo, oltre alle sue abilità di deduzione, Edward dovette mettere in campo anche una buona dose di furtività; senza raccontarvi nel dettaglio gli eventi che coinvolsero il nostro investigatore, vi basterà sapere che in un paio di occasioni il nostro eroe si ritrovò a muoversi cercando di evitare di farsi notare e sfruttando ogni mezzo come diversivo per evitare gli scontri. Nonostante l’impegno, però, questi risultarono essere i momenti meno riusciti dell’indagine del detective, che dimostrò essere molto più bravo con il ritrovamento di indizi e la risoluzione di enigmi (alcuni progettati con intelligenza e parecchio cervellotici) che con lo stealth, presente fortunatamente in piccole dosi.

Capitolo 4: suoni nell’oscurità

Un capitolo a parte della nostra storia va dedicata ai suoni dell’isola di Darkwater; detto infatti degli abitanti con cui Edward Pierce si trovò a relazionarsi, quello che fece davvero raggelare il sangue durante la breve ma intensa esperienza sull’isola fu ciò udirono le sue orecchie. Quella in cui l’investigatore si imbatté fu un’avventura horror quasi priva di jumpscare ma basata sulla sensazione di oppressione e di angoscia, generata attraverso un mix di musica ed effetti sonori davvero inquietanti.

Quella litania la sentì davvero o fu solo frutto della sua immaginazione? Soltanto proseguendo con la sua indagine Pierce scoprì la verità, così dura e tragica da sconvolgerne la mente e il corpo, con mutamenti ravvisabili a ogni specchio, a ogni vetro e a ogni nuova cutscene, realizzata con il motore grafico del gioco. L’Unreal Engine ebbe inoltre anche il merito di portare su schermo gli orrori legati al culto di Cthulhu, con mostri di ogni sorta, rituali sconvolgenti e i traumatizzanti dipinti di Sarah Hawkins, utilizzati come vero filo conduttore dell’intera storia.

Capitolo 5: l’errante dimensionale

Quella con cui Edward si scontrò fu una realtà tutt’altro che reale; difficilmente la mente umana potrebbe pensare che gli orrori mostrati da Sarah nei suoi dipinti potrebbero anche solo essere immaginati. Il vacillare della mente fu accompagnato anche dal destino: ogni scelta che il nostro investigatore fece, anche quella all’apparenza più banale, modificò irrimediabilmente il suo futuro, portandolo a uno dei finali alternativi.

La presenza di tantissime scelte e la possibilità di affrontare varie sfide in maniera totalmente diversa spinsero il nostro arguto investigatore a rivedere il caso sotto nuovi punti di vista, rivivendo la sua storia ancora e ancora, per sviscerare ogni segreto e venire finalmente a capo dell’intricato caso. Sfortunatamente, ma anche logicamente, il fattore sorpresa di certe situazioni svanì nel corso delle successive indagini, complice la presenza di poche deviazioni realmente in grado di spostare il nostro eroe dai binari della narrazione principale; ma a ogni nuova revisione, Pierce si accorse che c’era sempre qualcosa da imparare o qualche sfaccettatura di dialogo da interpretare in maniera diversa.

Epilogo: il fondo del bicchiere

Edward Pierce si ritrovò a fissare il fondo del bicchiere. L’alcol del whisky contenuto al suo interno era ormai quasi del tutto evaporato ma gli effluvi ebbero il merito di scuoterlo, risvegliandolo dal torpore. La musica proveniente dalla radio gracchiava fuori dalle casse intonando un motivo molto popolare. Casa Hawkins, le creature misteriose, le sue abilità di investigatore. Aveva forse sognato tutto?

Era forse vero che il suo corpo e la sua mente sarebbero stati trasportati sull’isola di Darkwater, per vivere quella che risulterà essere una delle migliori esperienze horror dell’anno, nonostante l’assenza di jumpscare e di splatter? Se gli indicibili orrori raccontati in Call of Cthulhu fossero stati veri, allora ci sarebbe voluto uno studio come quello di Cyanide per raccontarli al meglio, creando un’atmosfera da brividi e dando vita a un mix in cui il giocatore non sarà mai davvero in grado di capire se stia vivendo la realtà oppure un terribile incubo.

Edward Piece iniziò a meditare su tutta la follia vista nella sua visione, ma i suoi pensieri furono interrotti bruscamente; un uomo stava bussando alla porta, un signore anziano, con la faccia segnata dall’età e dalla stanchezza. E sotto braccio aveva quello che aveva tutta l’aria di essere un dipinto.

Trofeisticamente parlando: note dell’autore

L’investigatore privato Edward Pierce si accorse che la sua agenzia lo premiava a ogni azione compiuta con successo. Alcune ricompense furono facili da ottenere, bastò infatti proseguire nelle indagini. Altre invece richiesero maggiore impegno, vista anche la quantità di oggetti nascosti che reperì durante la sua avventura. Gli appunti di un certo PlayStationBit, esaustivi come sempre, gli permisero però di ottenere rapidamente una facile ricompensa di platino.

VERDETTO

Se avete letto la nostra recensione (o, per meglio dire, la nostra storia), avrete sicuramente capito quanto l'avventura horror creata dai ragazzi di Cyanide ci abbia colpito. Call of Cthulhu è un'esperienza di lucida follia in cui i giocatori saranno chiamati a risolvere un mistero calandosi in un'ambientazione che mischia sapientemente realtà e illusione, lasciando sempre il dubbio al giocatore sui momenti in cui sia l'una o l'altra a predominare. Sezioni stealth non proprio eccelse e modelli poligonali a volte spigolosi non gli permettono di ottenere il massimo dei voti, ma, se cercate un'esperienza horror imperdibile, vi suggeriamo di calarvi nella follia di Call of Cthulhu senza esitazione.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.

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