Calvino Noir – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Calvino Noir Limited Developer: Calvino Noir Limited
Piattaforma: PS4 Giocatori: 1 Genere: Adventure/Stealth PEGI: 12 Prezzo: 17,99 €

A differenza di quanto ci si potrebbe, forse, aspettare, Calvino Noir, con uno degli scrittori più brillanti del secolo scorso, non c’entra assolutamente nulla. Un vero peccato. Per fortuna però non è del tutto assente, anzi, la componente letteraria e cinematografica, per tutta una serie di motivi di seguito elencati in sede di recensione.

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Bianco e nero

Anche questa volta preparatevi ad una “delusione”: non c’è nessun tifoso juventino (o senese, o ascolano…) di cui vengono narrate le peripezie, nonostante il titolo del paragrafo. Piuttosto Calvino Noir è la vicenda del cinico e disilluso (e come potrebbe essere diversamente, in un titolo noir?) Wilt, tipo losco che si ritroverà sommerso fino alla gola in un affare molto più grande di lui, insieme a due altri personaggi utilizzabili, ognuno dotato di un’abilità specifica.
Prima di parlare del gameplay, dunque, che analizzeremo nel prossimo paragrafo, soffermiamoci su quello che è certamente uno dei punti forti del titolo: la trama. Intrigante sin dall’inizio ed interessante fino alla conclusione, oltre che splendidamente narrata. Senza cut-scene ma con degli altrettanto efficaci intermezzi “letterari” – alcuni anche interattivi, ma senza ripercussioni rilevanti – in cui un narratore si alternerà agli scambi di battute dei personaggi in scena, tutti omaggiati di un convincente doppiaggio. Questo è ciò che vi ritroverete a vivere in Calvino Noir: una storia di grande effetto, con il giusto quantitativo di mistero e di suspence, che ricalca piuttosto bene i diversi cliché sempreverdi del già citato filone noir, tra uomini e donne ambigui e dal passato burrascoso, così come eventi che non è mai facile catalogare come “bene” o “male”. O anche “bianco” e “nero”.

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Già, perché come facilmente deducibile dalle immagini e dai video contenuti nell’articolo tutto si può dire di Calvino Noir tranne che non abbia stile. Badate bene: lo “stile” non si crea in quattro e quattr’otto, scegliendo di utilizzare prevalentemente le tonalità di grigio. Lo stile si rivela anche in una capacità di creare architettonicamente edifici evocativi, oltre che appaganti sotto lo stretto e più concreto profilo del game design, complice anche un’ambientazione cronologicamente fissata verso gli anni Trenta ed ottimamente ricreata. Da applausi anche il lato sonoro del titolo, sia per il doppiaggio che, come detto, brilla per intensità, sia per i brani di accompagnamento, capaci di accompagnare il giocatore per la totale durata dell’avventura in maniera efficace. Durata che non risulta essere particolarmente degna di lode, anzi, visto che i tre atti, per un totale di sette capitoli, vi porteranno via giusto una manciata di ore.

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Ma se, allora, Calvino Noir è così bello, cos’è che non permette al titolo di fare parte dell’Olimpo dei videogiochi? La risposta, che ci porterà a pensare di avere per le mani una colossale occasione sprecata, è solo una: il gameplay.

Come Solid Snake. Credici.

Non è un caso che l’ultimo argomento affrontato in sede di recensione sia il gameplay. Calvino Noir si potrebbe definire uno stealth adventure bidimensionale, dove il vostro unico compito sarà quello di non farvi “beccare” dalle guardie che proteggono i diversi edifici, aggirandoli o nascondendovi in qualche anfratto artificale. Puzzle da risolvere ce ne sono talmente pochi e talmente banali che non sarebbe giusto additarli come componente del gameplay. Ed è questo uno dei principali problemi del titolo, l’eccessiva ripetitività e monotonia, visto che un minimo di varietà, dall’inizio alla fine del gioco, non è stata rilevata.

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Come se non bastasse, il gameplay stesso non è così ricco e profondo da potere chiudere un occhio sulla troppa linearità. E’ vero, i tre protagonisti principali sono diversificati tra loro per il fatto che uno può strangolare i nemici; l’altro può attivare i macchinari; l’altro ancora può sbirciare nelle serrature e di seguito scassinarle. Ed è vero anche che il gioco prevede un sistema di evoluzione dei suddetti tre personaggi (senza alcuna logica, però, potrete accedere alla schermata utile solo dal menù principale), ma questo si riduce ad una maggiore velocità negli spostamenti e ad un minore rumore causato dalle proprie azioni. Niente di che, ne converrete. Siamo molto lontani da un Mad Max a caso in cui il sistema di upgrade forniva esso stesso uno stimolo a proseguire nell’avventura.
A questo bisogna aggiungere qualche sporadico freeze, dei compagni “diversamente intelligenti” quando chiederete loro di seguirvi (si, siamo più o meno dalle parti di Ellie di The Last of Us, con game over immeritati a seguire) e – difetto non grave ma estremamente imbecille, a denotare una certa inesperienza degli sviluppatori – la possibilità di trovare i 140 collezionabili, sotto forma di monete, solo con la torcia necessariamente accesa, fattore che logicamente vi renderà notevolmente più visibili alla guardia di turno. Se ci aggiungiamo che proprio con i collezionabili sarà possibile migliorare il nostro personaggio, beh, qualche perplessità di troppo comincia a farsi evidente.

Trofeisticamente parlando: una spina nel fianco

Tutti di bronzo i trofei di Calvino Noir, per il dispiacere dei più accaniti trophy hunters. Si va dai più classici che si sbloccano con il procedere della storia a quelli legati ai collezionabili – e attualmente, in rete, non credo ci sia alcuna videoguida disponibile, in merito. Per concludere, ci sono specifici trofei legati ai singoli capitoli da completare: ad esempio non dovrete strangolare nessuna guardia, non essere mai scoperti e così via. Niente di troppo brillante neanche sotto il profilo “trofeoso”, visto che qualche trofeo è pure rimasto per metà in lingua inglese, mettiamola così.

VERDETTO

Da una parte molta ispirazione, sotto il profilo visivo, narrativo e sonoro; dall'altra un triste piattume, con macroscopici errori, anche concettuali, sotto quello del gameplay. Calvino Noir è un'occasione sprecata, ma rimane un'esperienza consigliata se riuscirete a scoverlo a prezzo ridotto rispetto a quello standard di circa 18 euro.

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.