Cardpocalypse – Recensione

Sviluppatore: Gambrinous Publisher: Versus Evil Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 24,99 € Italiano:

Alzarsi presto la mattina per andare a scuola è stato un incubo per tutti. Il desiderio di scappare da quella noiosa realtà vive ogni giorno nei cuori degli studenti. Nonostante fosse sempre la stessa solfa, però, il primo giorno di scuola riesce ogni volta a emozionarci, magari per la voglia di rivedere i compagni di classe o per dare una sorta di nuovo inizio alla propria vita. Ambientarsi non è mai facile, soprattutto i primi giorni, ma esiste un trucchetto: condividere gli hobby.

Il succo di Cardpocalypse è proprio questo, fare nuove conoscenze grazie alle passioni personali identificandole e condividendole con gli altri, mettendo da parte tematiche e cliché triti e ritriti – seppur sempre attuali – come il bullismo in favore di una narrazione realistica e di personaggi vivaci. Prima il piacere, poi il dovere! Vi spieghiamo perché, pur prendendo spunto qua e là da altri giochi popolari, Cardpocalypse è un titolo da non farsi sfuggire.

Cardpocalypse

Credi nel cuore delle carte

Cardpocalypse si apre con la storia di Jess, una bambina di dieci anni alle prese con i suoi primi giorni di scuola. La ragazzina, su sedia a rotelle e per nulla entusiasta della nuova routine, si ripara dall’amara realtà appassionandosi al cartone animato Mega Mutant Power Pets, di cui va in voga il suo gioco di carte. Già sull’autobus per il primo giorno di scuola, Jess fa la conoscenza di Yolanda, una ragazzina in fissa con il gioco di carte che le insegna le regole, facendo diventare l’infernale primo giorno in un paradiso per la protagonista e aprendole nuovi approcci, in quanto tutti i bambini della scuola elementare, ma proprio tutti, non fanno che pensare al gioco di Power Pets. Eppure, quando tutto sembrava andare a gonfie vele, gli insegnanti bandiscono le carte e una misteriosa melma nera collegata alla stessa passione della protagonista invade il mondo. Solo il talento di Jess può salvarlo.

La storia non è nulla di speciale, anzi, ricorda i classici racconti anni Novanta, alla Piccoli brividi, senza horror, ma non è la narrazione la peculiarità di Cardpocalypse, quanto il messaggio che velatamente veicola. Per la durata di tutto il gioco non si fa mai menzione del fatto che la protagonista sia su una sedia a rotelle, né i personaggi se ne interessano né si traduce in qualche impedimento per il giocatore. La condizione della protagonista passa in secondo piano, in favore della sua passione. Il tutto, inoltre, tra esplorazione a mo’ di GdR e contorno narrativo, serve solo da contestualizzazione per il gioco di carte, questa talmente spessa da diventare la più grande peculiarità del titolo. Siamo riusciti ad appassionarci anche noi a Power Pets grazie all’ambiente e al mondo vivo e sincero, tanto che non c’è neppure bisogno di vincere tutte le partite per andare avanti. La sconfitta è un’opzione che altera la storia o quel che si dicono i personaggi; i dialoghi a scelta multipla non hanno quasi impatto sulla storia ma su quello che vogliamo far dire a Jess e su come plasmiamo il suo carattere. Non è un caso che, nonostante tutto giri intorno a Power Pets, il videogioco si chiami Cardpocalypse.

Cardpocalypse

Carte mie, regole tue

Cardpocalypse è un titolo molto particolare, a metà tra GdR e card game. Il suo cuore pulsante è sicuramente Power Pets, ma la componente GdR che lo circonda trasforma il giocare a carte un gioco nel gioco. Ma, attenzione, entrambe le meccaniche si mischiano e si danno forza, si spalleggiano l’una con l’altra. Basti pensare alla profondità dell’esplorazione ambientale. Questa non ha dungeon né anfratti o angoli nascosti da esaminare, il tutto è limitato alla scuola elementare e alle stanze degli amichetti della protagonista, ma viene rafforzata dalla struttura a quest da completare, tra secondarie e principali, che bene o male si svolgono andando dal punto A al punto B, magari passando anche per il punto C, sempre accomunate dalla medesima anatomia: sfida qualcuno a carte, vinci la partita e ottieni come ricompensa una carta più forte da aggiungere al mazzo così da ripetere l’intero procedimento. Ripetitivo? Assolutamente no, anzi, da dipendenza.

Il fattore addictive non ce lo aspettavamo da un videogioco di carte single player apparentemente improvvisato e scopiazzato, eppure siamo rimasti impressionati. Il gioco di Power Pets è facilissimo da comprendere; ciononostante è ricco di alternative e modi di giocare. Essenzialmente Power Pets è un rifacimento in stile cartoni anni Novanta di Hearthstone, e già quasi non ci sarebbe altro da aggiungere. All’inizio di ogni partita bisogna scegliere una delle quattro categorie di carte, appartenenti ai gruppi Woofian, Miaotanti, Pipsqueak e Sinisser, e il deck preferito, da comporre manualmente con le carte che si otterranno nel corso dell’avventura.

Cardpocalypse

Megacani vs. Megagatti

I deck hanno un massimo di venti carte e sono costituiti da tipi di mostri comuni e rari, con svariati effetti in stile Yu-Gi-Oh!. Nel corso della partita i giocatori si scontreranno con il Comandante del deck, una carta con un valore di attacco basso, solitamente uno, e un valore di vita fisso sui trenta punti da far scendere a zero per vincere, aiutandosi con le carte Minion. Tra carte comuni, Mutazioni (o trappole), Difensori, carte di tipo Letale (che uccidono in un solo colpo), carte Sciame capaci di potenziarsi dopo ogni turno e tutti gli altri effetti nascosti, è possibile innescare gigantesche catene di eventi – ma tutte straordinariamente facili da seguire – che possono ribaltare la situazione da un momento all’altro. La sua struttura è simile a Hearthstone perché l’elemento da tenere maggiormente in considerazione è il cibo per animali, cioè dei punti che si aggiungono dopo ogni turno come fossero i punti magia del gioco di Blizzard. Si tratta di una specie di valuta di gioco per poter schierare i Minion. Tra un attacco diretto e l’altro, inevitabilmente i propri HP scenderanno sotto la metà, ed è lì che si attiva la trasformazione del campione, un potenziamento consistente in carte Comandanti che spingono a ideare nuove strategie o addirittura prepararsele in vista di questa sezione della battaglia. Tra carte che aggiungono attacco e vita agli altri Minion, la trasformazione Mega spinge a creare mazzi appositi per ogni tipo di situazione, che preferiate attaccare a più non posso, pensare alla difesa o magari optare per qualche trappola inaspettata. Cardpocalypse riesce ad amalgamare con estremo successo varietà e semplicità, tanto che potremmo considerarlo il miglior punto di partenza per un giocatore intento ad approcciarsi al mondo dei card game.

Cardpocalypse

Ma non è tutto, lasciamo spazio alla fantasia. Come potrebbero dei bambini ribelli stare alle regole del gioco senza cambiarne qualcuna di sana pianta? Per questo gli studenti appassionati hanno ideato gli adesivi, dei potenziamenti “self-service” delle carte. Un mostro con tanta vita, ma senza alcun effetto secondario, può facilmente diventare un Difensore, così come un Minion con tanti punti attacco può imbracciare l’effetto imboscata e non subire danni colpendo il Comandante nemico. Tantissime sono le alternative, spinte addirittura dalla funzione crea-una-carta, con cui creeremo le fattezze del nostro mostro e il gioco calcolerà costo, attacco e vita, aggiunta però giustamente limitata a un paio di volte per tutta la storia. Non manca la possibilità di scambiare le carte con gli altri bambini, magari offrendo loro qualche Minion incompatibile con il deck che si preferisce oppure le merendine, oggetti di scambio che Jess avrà una volta al giorno, numero che però può anche aumentare dopo aver svolto certe quest. Insomma, Power Pets è un gioco nel gioco sviluppato in maniera creativa, capace di prendere spunto dai migliori del genere.

Come il diario di un bambino

Scarabocchi, disegni e altri obbrobri da sempre costellano i diari e le agende dei bambini. La grafica di Cardpocalypse è l’incarnazione del suddetto concetto, disegnata a mano con uno stile che ricorda Don’t Starve, pur più essenziale e volutamente raffazzonata. Anche il level design è curato, capace di trasporre in deformed una scuola elementare sul modello americano e di risultare familiare già dopo la prima ora di free roaming.

L’unica traccia audio degna di nota è quella che precede le partite, accattivante e incalzante, ma le stesse parole di elogio non si possono spendere per la traduzione italiana del gioco, piena zeppa di errori di traduzione, tra frasi copiate e incollate su Google Traduttore fino ad arrivare a modi di dire americani a cui manca l’adattamento. Un risultato a dir poco imbarazzante. Se non altro, è possibile impostare in un attimo la lingua inglese e ritornare all’italiano durante le partite a carte. L’infima qualità della traduzione fortunatamente non tocca le carte e i suoi effetti, rendendo il gioco nella sua essenza comunque godibile.

Trofeisticamente parlando: cinquanta volte il primo giorno di scuola

Il set di trofei di Cardpocalypse è complicato ma non troppo. Molte azioni richieste seguono l’andamento della storia e le route con i personaggi. Tuttavia tantissimi trofei sono mancabili e altri legati a specifiche azioni impossibili da ripetere, costringendo il cacciatore meno attento (o chi ha intenzione di giocarlo normalmente senza pensare ai trofei) almeno a una seconda run per il Platino. Essenzialmente però basterà finire il gioco e completare tutte le missioni secondarie, divertenti da giocare, tra l’altro. Occhio però alla traduzione dell’elenco trofei, al limite del comprensibile.

VERDETTO

Cardpocalypse è una dolce sorpresa. Una storia per niente complicata fa da perfetto sfondo alla vita di una bambina delle elementari, che però non nasconde diverse chiavi di lettura. Il gioco di carte, Power Pets, è appassionante quasi da creare dipendenza; difficilmente avrebbe funzionato se proposto da solo, ma inserirlo in questo contesto è un tocco da maestro. Il titolo è un formidabile mix di generi, perfetto in quasi tutto ciò che fa, eccezion fatta per la traduzione in italiano. Se siete appassionati di giochi di carte, consigliamo con tutto il cuore l'acquisto.

Guida ai Voti

Andrea Letizia
Cresciuto a pane, Kamehameha e Crash Bandicoot, inglesizzato grazie a Kingdom Hearts. Grande amante degli action RPG e dei platform, dei cani e del wrestling.