Primo PianoChime Sharp - Recensione

Chime Sharp – Recensione

Publisher: Chilled Mouse, Twistplay, Ground Shatter Developer: Zoë Mode
Piattaforma: PS4 Genere: Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 3 Prezzo: 9,99 €

Chime Sharp è un arcade game in stile puzzle palesemente ispirato a Tetris, con lo scopo di evolverlo e modernizzarlo. Non vi è alcun tutorial che spiega lo scopo del gioco e come verranno distribuiti i punteggi; il fruitore è letteralmente gettato all’interno di questo mondo che (per i più navigati) rievoca dei grandi ricordi, e deve riuscire ad uscirne vincitore con il proprio intuito e la propria capacità.

Chime Sharp è il seguito di un altro gioco uscito nel 2010 chiamato solamente Chime, uscito in versione Deluxe per PlayStation 3, solo in formato digitale.

Giochiamo!

Vi sono quattro modalità di gioco più la modalità pratica per ogni canzone (16 in totale), ma tutte sono tendenzialmente collegate allo stesso obiettivo.

Ogni livello è caratterizzato da colori differenti, “pezzi” diversi e canzone di sottofondo diversa. Lo scopo del gioco è piazzare i pezzi in modo tale da formare dei quadrilateri a partire da un 3×3. Più sono grandi i quadrilateri più punti guadagnerà il giocatore, più quadrilateri vengono costruiti, più sarà alto il moltiplicatore punteggio. I pezzi possono essere posizionati in qualsiasi punto della griglia, non vi sono vincoli.

Cosa c’entra la musica? Ogni canzone ha una sua velocità (in bpm) legata alla velocità con cui scorre orizzontalmente una linea verticale che attraverserà l’intera griglia. Quando la linea passerà attraverso un quadrilatero completo, distruggerà i pezzi liberando nuovamente la griglia stessa, ma cambiandola di colore.

Se passa attraverso dei pezzi “morti”, in quel preciso momento cambia di colore. Dopo tre passaggi della linea, il pezzo verrà distrutto (senza però cambiare di colore la griglia) e farà calare il tempo a disposizione per completare il livello, oltre che azzerare il moltiplicatore del punteggio. Più facile a farsi che a dirsi, una volta tanto.

La canzone di sottofondo si riempie di suoni mano a mano che si colora la griglia creando quadrilateri (un po’ come succedeva a Sarabanda ad ogni round, per intendersi). La partita può finire in due modi: si vince quando con i quadrilateri si è riusciti a coprire l’intera griglia, cambiandola di colore in maniera totale; si perde quando scade il tempo a disposizione.

Per sbloccare la modalità successiva per ogni canzone e dunque proseguire, è necessario coprire almeno il 60% della griglia prima del game over.

La longevità del gioco è, come per quasi tutti i titoli del genere, praticamente illimitata. Si possono rigiocare i livelli e statisticamente non ci imbatteremo mai nella stessa situazione poiché lo spawn dei blocchi è puramente casuale. Inoltre sedici canzoni per quattro modalità (seppur simili fra loro) di gioco sono una varietà non indifferente per il genere a cui appartiene Chime Sharp.

Un piacere per gli occhi (e per le orecchie)

Per quanto riguarda la grafica, il lavoro è di ottima fattura. Nonostante i colori siano vivaci e ben definiti, non danno assolutamente noia agli occhi (come può succedere, ad esempio, con titoli quali Geometry Wars) e, anzi, arricchiscono l’esperienza di gioco. I blocchi inoltre sono in 3D, poiché si percepisce la profondità degli stessi; ciliegina sulla torta, non abbiamo riscontrato errore tecnico di alcun tipo.

Nonostante tutto, sono proprio le musiche il punto di forza di questo gioco, come accade per qualsiasi arcade che si rispetti. Accompagnano il livello caricando il videogiocatore, ma senza disturbarlo, e questo raramente succede con la musica techno; aggiungiamo anche il fatto che i pezzi non sono loop di una frase di pochi secondi come per Tetris, ma pezzi veri e propri.

Il fatto inoltre che la canzone si “riempia” man man che si copre la griglia è un’idea davvero carina e piacevole da vivere in prima persona, poiché trasmette l’idea di star facendo progressi nel livello tramite la percezione sensoriale (sia con la canzone che con la colorazione differente).

Alcuni dei compositori che hanno lavorato al gioco sono Chipzel, Timothy Schmalz, Message To Bears e Los. Per quanto mi riguarda, avrei apprezzato enormemente la possibilità di creare un proprio livello musicale, un po’ come era possibile fare su Sound Shapes. Avrebbe reso più personalizzabile il gioco, e con una condivisione online lo avrebbe anche reso veramente infinito e vario.

Trofeisticamente parlando: musica non-stop

Capitolo relativo ai trofei, che interessa a molti videogiocatori. ChimeSharp vanta di 18 Trofei, 3 di bronzo, 5 di argento, 9 d’oro e il tanto agognato Platino, il quale ha, al momento, una percentuale di acquisizione dello 0,4%.

I trofei richiedono obiettivi davvero complessi da ottenere, a volte anche casuali. E’ un Platino che richiede, a mio modesto parere, un centinaio di ore di gioco, soprattutto per il “collezionabile” che richiede di eseguire 1000 Perfect Quads, un bonus non banale da ottenere in-game. Come tutti gli arcade, però, il tempo relativo per ottenere il Platino e la sua difficoltà dipendono anche e prevalentemente dall’abilità del giocatore.

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Giovanni Paolini
Catalizzatore di flame sul web e drogato seriale di fantacalcio, Giovanni vede il videogioco come un'espressione artistica piuttosto che come un mero intrattenimento privo di contenuti significativi. Per questo motivo, ripudia il 90% dei AAA e si tuffa sfacciatamente nel mercato indipendente, rimanendone il più delle volte scottato seppur senza rimorsi. Amante della musica di qualità, delle narrazioni articolate e di design ispirati, si è tuttavia mostrato fin dall'adolescenza ossessivamente attratto dai personaggi femminili antropomorfi, mistici o animati, universalmente conosciuti come waifu. Rappresenta orgogliosamente la vena toscana del Bit.