Citizens of Space – Recensione

Sviluppatore: Eden Industries Publisher: SEGA Piattaforma: PS4 Genere: Gioco di Ruolo Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Nel 2015 Eden Industries dava alla luce un progetto che aveva fallito nella raccolta fondi su Kickstarter, ma che aveva trovato la fiducia di Atlus. Citizens of Earth si presentò come un gioco di ruolo vecchio stile, improntato a esplorazione, grinding e combattimento a turni e condito di un’abbondante dose di ironia, ma incapace di superare la mediocrità nei giudizi della critica internazionale. A quattro anni di distanza lo sviluppatore canadese torna a esplorare il genere e arricchisce la serie estendendone gli orizzonti oltre la Terra, con il Citizens of Space che ci apprestiamo a recensire.

Qualcuno ha visto il mio pianeta?

Il gioco non si dilunga troppo prima di coinvolgerci e introdurci alla storia. Prendiamo infatti il controllo dell’ambasciatore della terra presso la Federazione Galattica, a cui, come da tradizione della serie, possiamo dare liberamente un nome. Arrivato in questa sorta di ONU interplanetario, il nostro tronfio protagonista fa le sue prime conoscenze: un assistente, una sorta di marinaio spaziale, un robot. Ma i rappresentanti della Federazione lo aspettano in consiglio.

Dopo una rapida esplorazione dell’ambiente che ci circonda – facoltativa, in quanto possiamo anche dirigerci direttamente verso il nostro obiettivo, anche se così facendo perderemmo molto di ciò che il titolo ha da offrire – arriviamo alla riunione, dove ci presentiamo a un auditorium tutt’altro che amichevole. Giunti al culmine del discorso, mostriamo un’immagine del nostro amato pianeta solo per scoprire con orrore che è scomparso. Quale miglior missione per un neo-ambasciatore straripante d’ego che salvare la sua amata Terra? Meglio ancora se ad affiancarlo c’è un esercito di strambi cittadini spaziali pronti a combattere al suo posto.

Un GdR con combattimento a turni

Chi conosce Citizens of Earth non ha bisogno di sapere che anche il suo seguito rientra nello stesso genere: un gioco di ruolo tradizionale basato su esplorazione, dialoghi e combattimento a turni. Le prime due caratteristiche divengono evidenti fin dai minuti iniziali, quando l’assistente ci invita in consiglio ma il gioco ci lascia liberi di muoverci dove e come vogliamo. La Federazione Galattica, e così tutte le altre location che visiteremo, è ampia, strutturata, quasi labirintica, stracolma di personaggi secondari, nemici e oggetti nascosti che ci fanno abbandonare la via diretta verso l’obiettivo per perderci nelle sotto-trame e nella ricerca di materiali e denaro.

Il combattimento viene introdotto poco più tardi, dopo la scoperta della sparizione della Terra, ed è uno degli aspetti migliori del gioco. Parliamo di un sistema a turni classico, nel quale i cittadini che abbiamo reclutato e che sono idonei alle battaglie affrontano uno o più nemici contemporaneamente. Nella fase di attacco possiamo scegliere tra diverse categorie e tra diverse azioni per ognuna, sia in senso offensivo che in senso di protezione o potenziamento della nostra salute, in base ai punti energia spendibili che abbiamo a disposizione. In ogni caso, portare a compimento l’azione passa per un minigioco, più simile a un QTE a dire il vero, nel quale premere tasti al momento giusto per massimizzare l’effetto.

In fase di difesa, subiremo sì l’azione nemica, ma potremo contrastarne la portata in termini di danno con un altro QTE che consiste nel premere con tempismo un tasto a comparsa casuale: più saremo precisi, meno saranno i punti salute persi. In nostro soccorso arriva anche il protagonista, che possiamo usare per fornire ai cittadini cibo o altri oggetti di potenziamento, spesso fondamentali, o per attuare mosse politiche in modo da facilitare il combattimento. Non solo, ma altri cittadini non utilizzabili in battaglia possono essere impostati in modo da coadiuvare e sostenere i nostri “guerrieri”, il che dà un’idea della complessità e della varietà di situazioni che si possono creare.

Avere successo in uno scontro determina la conquista di denaro, oggetti e soprattutto punti esperienza, che permettono di far salire di livello i cittadini e di aumentarne le statistiche. Solo potenziandoli, infatti, potremo prendere parte alle battaglie più difficili senza morire miseramente. Per questo, al termine di un combattimento è possibile sia uscire, se non vogliamo perdere tempo, sia avanzare a una fase successiva in cui i nemici aumentano, per avere la possibilità di accumulare più esperienza.

Un universo di cose da fare

Se la struttura di base del gioco è ormai abbastanza definita, quello a cui potreste non essere pronti è l’enorme quantità di stimoli che Citizens of Space offre. Difficilmente si riescono a compiere pochi passi senza imbattersi in un personaggio secondario reclutabile, che avrà qualche parola da dirci e una missione da affidarci, o in un oggetto da esaminare e raccogliere, o in un nemico da affrontare. Mantenere una progressione lineare è praticamente impossibile e in ogni caso rende necessaria l’utile funzione che mostra la direzione in cui dirigersi per trovare l’obiettivo, anche a causa delle mille ramificazioni delle mappe.

L’universo di gioco è insomma un enorme parco divertimenti in cui si svolge la trama principale, ma che offre ore e ore di contenuti secondari. Questo è un aspetto dalla duplice interpretazione; qualcuno potrebbe apprezzarlo, altri potrebbero trovarlo confuso e quasi opprimente. Resta comunque la libertà di approccio, per cui ognuno potrà seguire la propria inclinazione.

Ironia portami via

Un altro tratto distintivo della serie è la sua ironia che combina freddura, caricatura e satira per un risultato leggero, convincente e spesso esilarante. Le linee di dialogo, doppiate in inglese e sottotitolate in italiano, offrono spunti comici, battute originali e doppi sensi irresistibili, soprattutto in lingua originale. Il tempo trascorso con il nostro ambasciatore, insomma, è sempre piacevole e volerà, tra una missione e un incontro folle, senza che ce ne rendiamo conto.

Tra gli altri aspetti da segnalare ci sono i talenti dei vari cittadini reclutati, ossia capacità specifiche per ognuno e da sfruttare sia in combattimento che nel resto del gioco. Il nostro assistente, per esempio, può essere usato per regolare la frequenza di comparsa di nemici nelle mappe, mentre un minatore ci aiuterà a liberare alcuni percorsi ostruiti e un robot traduttore interpreterà per noi documenti alieni.

Una battaglia ogni tre per due

Passando invece alle critiche, è necessario segnalare una gestione della mappa e dell’indicatore di obiettivo non ottimale, tale per cui non è sempre intuitivo capire con precisione dove dobbiamo andare e il rischio di perdersi e perdere tempo prezioso è alto. Non sembra funzionare bene neanche l’attivazione di una missione piuttosto di un’altra dal menù, che in generale è organizzato in modo non troppo chiaro e digeribile.

Anche le fasi di battaglia sono davvero troppo frequenti e spezzano fastidiosamente il gameplay; è possibile ridurle, come segnalato, ma a quel punto si rischierebbe di trovarsi con personaggi sotto-livellati in combattimenti contro i boss. Aumentare i punti esperienza ottenuti dalla sconfitta di un nemico, che a volte sono irrisori, avrebbe snellito la cosa. Riportiamo infine alcuni cali di frame rate in diversi momenti del gioco, soprattutto nel passaggio a una nuova porzione di mappa e all’avvio di alcuni dialoghi.

Il lato estetico di Citizens of Space è uno dei fiori all’occhiello. Personaggi e scenari resi in pieno stile cartoonesco sono un’irresistibile esca per gli amanti del genere e rendono il gameplay sempre accattivante. Colori accesi e definiti, linee nette e scene nitide compongono un quadro di cui non ci si stanca mai. Sulla musica di sottofondo siamo indecisi, perché le sonorità sono orecchiabili e quasi assuefacenti, ma la loro ripetizione è sempre a un passo dal diventare fastidiosa.

Trofeisticamente parlando: ambasciator porta pena

I trentuno trofei di Citizens of Space, che a differenza del suo predecessore porta con sé un Platino, si lasceranno conquistare solo dai giocatori più pazienti. Al di là delle coppe legate alla storia, mai sotto l’argento ma lunghissime da ottenere, il resto dei trofei poggia sul completamento delle missioni secondarie, sul reclutamento di tutti i cittadini e sul loro livellamento, che si tradurrà in un inevitabile lavoro di grinding.

VERDETTO

Citizens of Space ha il merito di proporre un gioco di ruolo con combattimento a turni in una veste grafica amichevole e attraente anche per un pubblico lontano dal genere. Grazie al combat system intuitivo e coinvolgente e all'ironia che infarcisce la storia, immergersi è facile e lasciarsene rapire è inevitabile. Missioni principali lunghe e una miriade di attività secondarie a cui dedicarsi sono il lato buono di una produzione che, tra i "meno", ha una frequenza di combattimenti troppo elevata e richieste piuttosto alte in termini di reclutamento e livellamento dei personaggi.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.