City of Brass – Recensione

Sviluppatore: Uppercut Games Publisher: Uppercut Games Piattaforma: PS4 Genere: Roguelike Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Quando un team riesce a creare un brand di successo diventa difficile abbandonarlo per dedicarsi a qualcosa di completamente nuovo. Questa linea di pensiero non sembra essere quella dei ragazzi dietro all’eccellente BioShock, che si sono lanciati in una nuova avventura con City of Brass.

La città d’ottone

I più attenti di voi si saranno accorti, consultando la scheda del gioco, che il team responsabile di City of Brass non è lo stesso dietro a BioShock (Irrational Games) bensì Uppercut Games, compagnia che ha però incamerato membri dello staff del titolo 2K. Da questo eterogeneo gruppo di sviluppo è nato City of Brass, rogue-lite in prima persona nel quale saremo chiamati a esplorare la Città d’ottone cercando di portare a casa la pelle e magari qualcuno dei meravigliosi tesori nascosti.

La trama di gioco, come potrete immaginare, è piuttosto semplice. Il protagonista sarà un eroe senza macchia e senza paura che si lancerà nella città armato di una spada e di una frusta pronto ad affrontare mostri e trappole di ogni tipo per superare un totale di tredici livelli di difficoltà crescente. Una sconfitta, come in ogni roguelike che si rispetti, ci obbligherà a ricominciare la nostra avventura da zero, perdendo tutti i potenziamenti e gli oggetti accumulati nel corso della nostra partita ma permettendoci di maturare esperienza, sia fisica che virtuale. Se insomma cercate storie coinvolgenti e trame arzigogolate, non le troverete in questo titolo che punta tutto sul divertimento, sull’azione e sulla morte.

Frusta che ti passa

Per riferirci a City of Brass abbiamo utilizzato non a caso il termine rogue-lite, che indica titoli che sfruttano i concetti tipici dei roguelike ma ne rielaborano o stravolgono alcune meccaniche per offrire un prodotto fresco e innovativo. Una delle variazioni sul tema che il giocatore noterà a partire dall’esaustivo tutorial pronto a spiegarci i comandi di gioco, sarà la visuale in prima persona; proprio come negli sparatutto, a schermo vedremo solo le mani – o per meglio dire le armi – del protagonista. La dotazione iniziale del nostro eroe sarà composta da una spada e da una frusta, utilizzabili la prima per infliggere danni, la seconda per stordire i nemici, far scattare trappole e utilizzare congegni.

Proseguendo nell’esplorazione, al giocatore verrà data poi la possibilità, investendo denaro, di acquistare dai mercanti delle migliorie o dei nuovi pezzi di equipaggiamento, così come alleati o bonus per i livelli. Pur non stravolgendo le meccaniche base del titolo, quindi, ogni partita risulterà diversa da quella precedente sia grazie alla generazione casuale di scenari e di oggetti recuperabili, sia grazie alle scelte del giocatore, che potrebbe optare per equipaggiamenti o bonus diversi in base allo svolgimento della partita.

Come Indiana Jones

Una delle meccaniche più interessanti di City of Brass è legata al dualismo frusta-spada che obbligherà il giocatore a decidere come agire per affrontare i vari mostri e i terribili boss del gioco. Molto spesso la tattica di attacco a testa bassa sarà meno redditizia rispetto a un approccio stealth, sfruttando le proprietà di repulsione della frusta per far sì che i mostri cadano nelle trappole disseminate per la città. Mostri che, dal canto loro, non faranno certo da sparring partner ma ci attaccheranno con ogni mezzo; l’ispiratissima ambientazione da Le mille e una notte ci offrirà scheletri con tuniche e turbanti, stregoni, arcieri e perfino djinn infuriati pronti a lanciarci palle di fuoco.

Se non basteranno loro a eliminarci, soprattutto nelle prime partite, ci penseranno i boss, terribili e potenti, pronti a farci fuori se non capiremo in fretta la tattica per infligger loro danno. Le nostre risorse svolgeranno un altro ruolo fondamentale per sopravvivere; sperperare il denaro ottenuto potrebbe costarci caro, soprattutto nei livelli avanzati, anche se ai giocatori verrà data un’ancora di salvezza rappresentata da tre desideri da usare per tentare di uscire da situazioni disperate. Questa scelta, azzeccatissima visto il tema, metterà sempre il giocatore di fronte a scelte da fare che influenzeranno in maniera più o meno importante l’esplorazione della Città d’ottone e spingeranno a provare soluzioni alternative.

Notti d’oriente

Il gameplay effervescente e le meccaniche intriganti di City of Brass sono supportate dalla possibilità di accumulare esperienza, il che darà un senso di progressione fondamentale, e soprattutto di sbloccare bonus e malus attivabili per adattare la partita alle nostre abilità. C’è poi un comparto tecnico di prim’ordine, a cominciare da una grafica semplice ma colorata che appagherà l’occhio senza tuttavia generare rallentamenti o cali di frame rate a un titolo che porta comunque tantissimi elementi a schermo. Il già citato design di ambientazioni e mostri è da manuale e permetterà al giocatore di calarsi in un mondo orientale tutto da scoprire, in cui ogni angolo celerà una sorpresa, un tesoro o, perché no, una micidiale trappola. Altrettanto buona la colonna sonora così come gli effetti, anche se un piccolo settaggio per gestire alcuni volumi non avrebbe potuto che giovare all’esperienza generale.

Leggermente ostica invece la curva di difficoltà, soprattutto se sceglierete di non utilizzare i bonus che il gioco metterà a vostra disposizione, fondamentali soprattutto nelle prime partite per riuscire a prendere consapevolezza delle trappole e delle tipologie di avversario. In ultima battuta segnaliamo una longevità più che buona, allungata sia dalla generale non semplicità del gioco sia dal costante supporto del team di Uppercut Games che, a oggi, ha anche diffuso un corposo aggiornamento, denominato Fortune’s Rivals, ricco di novità.

Trofeisticamente parlando: sabbia nelle scarpe

Breve ma intensa la lista trofei di City of Brass, dove la mancanza più grave tra i sedici trofei che la compongono è quella del Platino. Tredici bronzi e tre argenti, solo questo il magro bottino che i cacciatori potranno portare a casa dalla Città d’ottone e che peraltro richiederà uno sforzo notevole, dato che sarà necessario tra le altre cose completare il gioco con tutti i bonus e malus attivi.

VERDETTO

City of Brass è un titolo caratterizzato da un'atmosfera molto ispirata, curato nel dettaglio e solido sotto il profilo del gameplay. Oltretutto gli sviluppatori lo stanno continuando a supportare tramite aggiornamenti gratuiti, cosa tutt'altro che scontata di questi tempi. Se non amate il genere, comunque, City of Brass non si distacca granché dalla tradizione del suo genere, anche per via di una trama quasi inconsistente e una generazione procedurale che obbligatoriamente mortifica il game design.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.