Coffin Dodgers – Recensione

Sviluppatore: Publisher: Piattaforma: Genere: Giocatori: PEGI: Prezzo: Italiano:

Publisher: Wales Interactive Developer: Milky Tea Studios
Piattaforma: PS4 Genere: Racing Arcade con i vecchi Giocatori: 1-4 PEGI: 12 Prezzo: 11,99 €

Ogni videogiocatore, la mattina, si sveglia con una sola, intima certezza: nessun gioco di kart potrà mai essere orribile. Al massimo sarà mediocre, come i diversi sequel che ha avuto quel capolavoro indiscusso targato Naughty Dog, all’anagrafe Crash Team Racing, “CTR” per gli amici. Bene, nemmeno a dirlo, che nel 2016 questo pilastro dell’esistenza, quasi un dogma, è andato in frantumi per merito di Coffin Dodgers, che, dando per assodato quanto detto, risulta essere una rivoluzione copernicana per il genere kart.

coffin dodgers 001

Ti sfido, Tristo Mietitore

Le premesse sono quanto mai banali e ingenue, ma ci mancherebbe, non è certo questo il problema che ha portato Coffin Dodgers ad essere uno dei giochi più brutti usciti nel 2016 per PlayStation 4. In una tranquilla cittadina popolata principalmente da anziani, più precisamente presso l’ospizio Sunny Pines, fa capolino un losco individuo, la Morte in persona, che prima di compiere il suo dovere decide di accettare la sfida propostagli, per l’appunto a base di corse su go-kart, o pseudo-tali, visto che stiamo parlando di scooter per disabili. Il concept e l’atmosfera in cui il videogiocatore viene introdotto sono illustrati tramite alcune scarne cut-scene, in cui avremo anche un’anticipazione della qualità del gioco stesso, non solo per la pochezza delle stesse, ma anche perché nei dialoghi, messi per iscritto, saranno completamente assenti tutte quelle lettere che prevedono l’utilizzo dell’accento, a sottolineare una certa superficialità di fondo nello sviluppo, per la somma gioia dell’Accademia della Crusca. Torniamo però al punto di partenza: non ci metteremo, in questa sede, a fare le pulci ad un titolo racing arcade per le premesse narrative, che invece, al contrario, risultano demenziali il giusto per risultare simpatiche.
I problemi veri risultano una volta scesi in pista, se non addirittura nel menù principale. Con l’ausilio di quest’ultimo, infatti, noteremo subito la scarsissima presenza di contenuti. Al di là della modalità Storia, che per inciso potreste finire nel giro di un’ora perché vanta tredici gare in totale, potremo selezionare il classico Time Attack (senza il benché minimo supporto per le classifiche online, così da rendere il tutto di una tristezza allucinante), la Gara Veloce o la modalità “Crazy Grandad”, la quale risulta essere forse la più originale, ma comunque poco ispirata. Il nostro compito sarà infatti quello di cercare oggetti per il distretto di Sunny Pines, girovagando liberamente in quelle che sono le piste di gioco.

coffin dodgers 003

Coffin Dodgers prevede almeno lo split-screen offline fino a quattro giocatori, ma anche se il divertimento complessivo potrebbe migliorare in compagnia di qualche sfidante umano, tutto quello che potremo fare sarà continuare a sfidarci in semplici gare, senza imbastire uno straccio di torneo a punti, ad esempio (assurdamente presente nella modalità Storia ma non altrove). Anche se ci ritroviamo nel 2016, risulta non pervenuta ogni forma di gioco in rete, lacuna oltremodo grave considerato che parliamo di un gioco che dovrebbe (dovrebbe) avere il suo cuore nel multiplayer.
Insomma, la prima cosa che farete sarà addentrarvi nella modalità Storia, e una volta finita quella non avrete niente altro da fare, in Coffin Dodgers, tolto il farvi una seconda run impersonando la Morte, personaggio sbloccabile dopo avere completato la prima. In effetti questa scelta dà adito anche ad un diverso finale e annuncia indirettamente (attenzione: spoiler!) che un sequel è in arrivo, basato su alcuni dei più famosi personaggi della storia, quali Giulio Cesare e Cleopatra. Dopo avervi strappato un entusiasta “evvai”, potrete continuare a sfidare i vostri amici, rigorosamente offline, in gare singole.

coffin dodgers 002

Ma non siamo così sicuri che la vostra orda di amichetti nerd potrà darvi man forte, a causa di un gameplay assolutamente basilare, poco innovativo e presto ripetitivo. L’unica cosa che si salva e che vi divertirà, probabilmente, in maniera sincera sarà il sistema “ragdoll” di cui sono dotati i corpi dei piloti una volta sbalzati fuori dal loro mezzo, ma questo non basta, ovviamente, per arrivare alla sufficienza.

C’è del marcio, in questo gioco

Pad alla mano il titolo risulta essere un convenzionale racing game arcade. Ai grilletti dorsali sono affidati accelerazione e frenata, non c’è alcuna tipo di sistema di drift, che certamente avrebbe giovato alla profondità del gameplay, arricchendolo, ma sono utilizzabili gli onnipresenti e sempreverdi power-up. Anche per quanto riguarda questi ultimi, però, abbiamo qualche critica da muovere. Al di là di trovate simpatiche come ad esempio la possibilità di usare un defibrillatore che emanerà una potente onda d’urto, o ancora l’introduzione di un attacco corpo a corpo a base di ombrelli e bastoni da passeggio, sotto il profilo del concept manca ad esempio la classica arma che con una certa puntualità finisce, negli altri esponenti del genere, all’ultimo in classifica, e che scatena un devastante fenomeno utile a ricompattare il gruppo e a generare il cosiddetto “effetto elastico”, tanto disprezzato nelle simulazioni pure ma che si sposa decisamente bene ad un titolo arcade, come è questo il caso. Pare assurdo a dirsi, ma avete capito bene: grazie a Coffin Dodgers, forse caso più unico che raro, potrete fare la “lepre” in un gioco di kart.

coffin dodgers 004

Salti, pedane per il turbo e affini non riescono a migliorare la situazione, complice un design delle piste e delle ambientazioni estremamente stereotipate. Il detto “facile da giocare, difficile da padroneggiare” portato recentemente alla ribalta dall’ottimo Trackmania Turbo, finisce qui per essere veritiero solamente per quel che riguarda la prima parte, non fornendo alcun tipo di mordente sul lungo termine.
Ad onor di cronaca, Coffin Dodgers presenta anche un sistema di potenziamento del kart per quel che riguarda accelerazione, velocità massima e manovrabilità, principalmente, fruibile attraverso le monete guadagnate giocando nella suddetta modalità Storia. Questa è però talmente breve, come detto, che senza nemmeno accorgervene avrete per le mani un bolide, uccidendo i rimanenti stimoli, casomai ce ne fosse rimasto qualcuno superstite, visto che anche l’impegno richiesto per portare a casa una vittoria sarà minimo.
Chiudiamo questo quadro, a tratti desolante, parlando del comparto audiovisivo. Per quanto riguarda il lato tecnico, ve ne accorgerete pure voi cliccando sul trailer riportato in calce, Coffin Dodgers si posiziona, più o meno, all’epoca di PlayStation 2, senza esagerare, niente di più, niente di meno, accusando anche alcuni sporadici cali di frame rate del tutto gratuiti e assolutamente non giustificati. Per quanto riguarda il lato sonoro, invece, anche durante le cut-scene non avremo alcun tipo di doppiaggio, per cui ci limiteremo a giudicare i brani che ci accompagneranno durante le nostre prestazioni motoristiche: questi risultano essere inizialmente piacevoli ma piuttosto anonimi sul lungo andare.

Trofeisticamente parlando: the only easy day is… today

Nel momento in cui inizierete Coffin Dodgers difficilmente vi ricapiterà di avere una strada più spianata di così per il platino. Il 100% di Coffin Dodgers è infatti il più facile in assoluto ottenibile su PlayStation 4, con tutta probabilità: in un paio d’ore potrete agilmente farlo vostro, giocandovi un paio di volte la modalità Storia e poi eseguendo un veloce clean-up.

VERDETTO

Niente, proprio ci abbiamo provato a vedere il lato positivo di Coffin Dodgers ma al di là di un’idea simpatica di base, un trofeo di platino molto accessibile, il ragdoll e un costo contenuto, non è che ci sia molto altro. I più grandi classici PlayStation, a dispetto di quello che è stato, oggi sono acquistabili al prezzo di una manciata di euro sul PlayStation Store, dunque fate vostro il già citato Crash Team Racing e ripiegate assolutamente su quello - tanto la grafica non è che sia molto peggiore.

Guida ai Voti

Dario Caprai
Non capisce niente di videogiochi ma, dal momento che non lo sa, continua a parlarne, imperterrito. Tanto è vero che il tempo preferisce passarlo a scrivere, a leggere, a vedere un film, a seguire e praticare sport, a inveire per il fantacalcio, a tenersi informato su tecnologia e comunicazione piuttosto che con un DualShock in mano. In tutto questo è, però, uno degli admin di PlayStationBit da tempo ormai immemorabile.