Crossing Souls – Recensione

Sviluppatore: Fourattic Publisher: Devolver Digital Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 14,99 € Italiano:

“Se stiamo diventando pazzi, allora diventiamo pazzi insieme”.
Mike di Stranger Things

La citazione è molto spesso un modo per collegare un videogioco a qualcosa di esterno. In questo caso però la frase scelta, così come la voglia di pescare a piene mani dal passato, sono due componenti essenziali del nuovo progetto pubblicato da Devolver Digital e prodotto da Fourattic, Crossing Souls.

Never gonna give you up

Per dare il via alla nostra avventura dobbiamo tornare indietro di qualche anno, precisamente al lontano 1986. Ci troviamo nell’assolata California, fatta di colori sgargianti, Top Gun nelle sale cinematografiche e occhiali a specchio. Crossing Souls introduce in pochi attimi di gioco i cinque personaggi protagonisti del titolo: un gruppo di ragazzi capitanati da Chris si ritroveranno in riva a un fiume a esaminare un cadavere putrescente trovato dal fratello del leader, Kevin. L’incipit, che è ben più che un semplice rimando al film Stand by Me, serve per introdurre il gruppo a quella che viene chiamata Dual Stone, una strana pietra piramidale di colore rosa in grado di far viaggiare tra due mondi, quello dei viventi e quello dei fantasmi.

Matt, il geniaccio del gruppo, riuscirà a imbrigliare all’interno di un mangianastri questo potere, dando però il via a una cascata di eventi che porterà il gruppo a combattere contro una terribile associazione governativa, disposta a tutto pur di mettere le mani sul magico artefatto. Inutile dire che pochi minuti di gioco saranno sufficienti a immergerci in una vicenda ricca di sfaccettature e soprattutto pronta a decollare dopo poche ore anche grazie a un evento inaspettato, di cui non vi sveliamo nulla.

Take my breath away

Le meccaniche di gioco di Crossing Souls sono decisamente mutevoli dato che si tratterà di un titolo esplorativo in tre dimensioni, che però non disdegnerà di diventare un picchiaduro a scorrimento, un simulatore di bici e molto altro ancora. Dopo aver radunato il gruppo inizieremo a muoverci all’interno della città in cui risiedono i ragazzi e scopriremo man mano le loro abilità. Chris è agile e armato di una versatile mazza da baseball, Matt può sparare e sfruttare le sue scarpe-razzo, Charlie è dotata di una frusta con la quale potrà fiondarsi a lunghe distanze e Big Joe è il forzuto del party, in grado di muovere blocchi e picchiare duro.

Nessuna abilità speciale (almeno nelle prime battute di gioco) per il giovane Kevin, che si rivelerà comunque fondamentale per il proseguo dell’avventura. Come detto il titolo mischia sapientemente vari generi, anche se di base richiederà ai giocatori di alternare sezioni prettamente platform a combattimenti in aree chiuse.

L’abilità del team di Fourattic è stata quella di riuscire a introdurre nei momenti più opportuni alcune varianti che permetteranno al giocatore di non annoiarsi praticamente mai e giungere fino alla degna conclusione di un titolo che richiederà una decina e più di ore per essere ultimato. La presenza, ad esempio, di una sezione in stile Streets of Rage sposterà l’attenzione del giocatore sull’azione, mentre l’esplorazione di una città fantasma ci obbligherà ad applicare il nostro lato deduttivo.

Friends will be friends

La differenza di abilità tra i vari personaggi presenti nel nostro gruppo porterà anche alla presenza di interessanti puzzle ambientali da risolvere pensando bene a come muovere le nostre pedine. Il fatto che Big Joe possa muovere le casse ma non possa saltare, abilità invece peculiare di Chris, in grado anche di arrampicarsi sulle liane, costringerà il giocatore a usare un pizzico di materia grigia per capire come alternare i personaggi e superare le sezioni platform.

Non mancheranno poi enigmi veri e propri, tutti fortunatamente molto semplici da risolvere, ma comunque interessanti da affrontare e da capire, oltre alle già citate sezioni più action che faranno da contrasto ai momenti più riflessivi e terranno alta la soglia di attenzione. I combattimenti, dal canto loro, sono invece una piccola nota stonata all’interno di una melodia ben orchestrata. Le sfide con i nemici normali non richiederanno un grosso impegno e potranno essere vinte eseguendo semplicemente mentre le battaglie con i boss, pur richiedendo un minimo di applicazione in più, saranno tutt’altro che proibitive. Visto l’impegno per dare vita a un titolo in grado di stimolare tutti i tipi di giocatore, quella fatta da Fourattic sembra una scelta precisa piuttosto che un errore, ma è innegabile che un pizzico di sfida in più non avrebbe guastato.

Through the barricades

L’aspetto migliore di Crossing Souls è sicuramente la sua versatilità. Toccare tanti stili diversi con facilità e soprattutto senza creare un polpettone pesante da digerire deve rendere fieri i ragazzi di Fourattic, che hanno però peccato sul fronte dell’ambientazione. Il titolo risulta essere un omaggio a tutto ciò che rappresentano gli anni Ottanta, a partire dalla grafica che ricorda i vecchi cabinati da sala giochi con filmati di intermezzo stile Dragon’s Liar e dalla colonna sonora che strizza l’occhio (o meglio, l’orecchio) a melodie proprie di quel periodo.

Altrettanto ricche di riferimenti l’ambientazione e la trama. Tantissime le citazioni che tirano in ballo capolavori come I Goonies, Ritorno al futuro, il già citato Stand by Me e molti altri. Questi continui riferimenti fingono in realtà per essere fin troppo invadenti, tanto da perdere quasi di mordente nel corso delle ore richieste per il completamento del gioco stesso. Salvo questo piccolo difetto il titolo si dimostra essere decisamente solido, come in realtà la maggior parte se non tutti i prodotti Devolver Digital, senza alcun tipo di rallentamento o problema e soprattutto con tutto quello che serve per concorrere con produzioni decisamente più importanti.

Trofeisticamente parlando: papa don’t preach

Dei trentatré trofei presenti nel lungo elenco di Crossing Souls una buona parte è legata alla storia. I restanti, invece, richiedono di raccogliere una serie di collezionabili ben nascosti in vari punti del gioco e soprattutto di completare alcune richieste molto particolari, legate a particolari citazioni o momenti divertenti (tra cui una dedicata a tutti gli amanti di Metal Gear Solid decisamente spiritosa).

VERDETTO

Quando c'è di mezzo Devolver Digital difficilmente si rimane delusi e Crossing Souls, nonostante la produzione affidata al team di Fourattic, non fa eccezione. Una trama intrigante ma non esageratamente prolissa fa da sfondo a un titolo in grado di soddisfare praticamente tutti i tipi di giocatore, soprattutto quelli legati al passato. La presenza di numerosissime (forse anche troppe) citazioni e rimandi agli anni Ottanta faranno la gioia degli appassionati, saltando da un doc Brown riveduto e corretto a un cadavere in riva al lago. A loro, ma anche a tutti coloro che apprezzano i bei videogiochi con grafica retrò, consigliamo Crossing Souls senza timore.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.