Dakar 18 – Recensione

Sviluppatore: Bigmoon Entertainment Publisher: Deep Silver Piattaforma: PS4 Genere: Corse Giocatori: 1-2 (Online: 2-8) PEGI: 3 Prezzo: 59,99 € Italiano:

Dall’Argentina al Perù muove i propri passi Dakar 2018, primo gioco interamente dedicato alla competizione creata dall’ASO. Eppure, fra le quattordici tappe di questo motorsport, Bigmoon Entertainment (sviluppatore solito nel collaborare con altri developer, anche con Milestone per la serie WRC) ha perso l’orientamento. Se la Dakar è una gara di sopravvivenza, il gioco ne uscirebbe davvero a stento. Si parla di un tipo di gara dove per vincere non si segue un tracciato prestabilito, ma il raggiungimento di determinati waypoint sparsi qua e là per la mappa: una vera lotta contro il tempo e le avversità del deserto o, più generalmente, della natura.

Survival su quattro ruote

L’idea di base, nonostante molto limitativa considerata l’unicità e particolarità della gara, fa ben sperare nei confronti di un titolo che possa, quanto meno, risultare il più verosimile possibile allo sport in questione. Peccato, però, che questo avvenga solo in parte. Nonostante il titolo, infatti, goda delle licenze ufficiali, sono molte le pecche presenti nel gioco. La modalità carriera ha un buon sistema di avanzamento, seppur poco degna di nota vista la sua classicità. Stesso cosa per le modalità offline e online, semplici, ma mai innovative; meritano il plauso unicamente la caccia al tesoro e il tutorial mascherato da sfide.

Auto, moto, camion, quad e SxS (syde by syde) sono le cinque diverse vie attraverso le quali è possibile procedere nella sfiancante gara di sopravvivenza. Ogni mezzo ha le sue peculiarità, ma ciò che li accomuna è la scarsa cura nella realizzazione. Si passa, infatti, da una fisica pressoché fantascientifica a una grafica che lascia a desiderare.

Polvere negli occhi

Il sistema di sospensioni è completamente sballato. Se in autovettura si possono notare gli errori derivanti dalla risposta a dune e dossi, a cavallo di una moto la fisica degli ambienti sarà totalmente inesistente. Il fastidio principale si genera dal fatto che il gioco sia stato ideato come un simulatore realistico e non un arcade, come in realtà pare per la maggior parte del tempo. Un ibrido che può soddisfare solo in parte le esigenze del videogiocatore medio.

Considerando poi che le regole dello sport prevedono il passaggio da una parte a un’altra della mappa, la fisica e gli ambienti sono fondamentali per la riuscita del gioco. E’ vero che il budget messo a disposizione per la realizzazione del videogame sarà stato, con tutta probabilità, piuttosto limitato, ma vedere sfrecciare un’automobile con un aliasing sui bordi così elevato fa storcere il naso. Ricordando sempre che il motore grafico utilizzato è il noto Unreal Ungine 4, aspettarsi quantomeno un buon rifacimento dei mezzi è il minimo. Il comparto grafico cozza ancora una volta quando il vostro pilota scenderà dal suo mezzo per riparare i danni ricevuti; le animazioni paiono goffe e ancora peggiore è l’utilizzo dei comandi per risolvere tali avversità. Si segnalano però svariati bug: quello più grave prevede che i checkpoint non compaiono dove dovrebbero, così da essere costretti a riavviare la partita.

Da un waypoint a un altro

Sembra di essere di fronte a una bozza di gioco anche quando ci si muove da un punto all’altro della mappa e si nota ogni singolo elemento del paesaggio. E’ impossibile non rendersi conto delle pecche del gioco dovendo impiegare, in alcuni casi, anche un’ora di tempo per portare a termine una competizione.

Perché così tanto tempo? Semplicemente perché, come già accennato, dovrete recarvi a un adeguato numero di waypoint prima di tagliare il traguardo. A ognuno di questi mancato, corrisponderà un’aggiunta significativa al tempo impiegato per arrivare al traguardo con conseguente perdita di posizioni in classifica. Per poter procedere ci vuole, insomma, moderazione. Ci viene indicato come raggiungere questi waypoint grazie a un libro guida (chiamato roadbook) o, nel caso si stia guidando un’auto, ascoltando i consigli del navigatore. In seguito, buon orientamento e totale affidamento al GPS e al CAP fornito dagli organizzatori (l’angolazione giusta da seguire per arrivare da un punto a un altro).

Arrivati al checkpoint vi toccherà attendere la convalida prima di procedere oltre. Si sottolinea il fatto che non è obbligatoria la convalida di tutti i luoghi indicati, anzi, vi servirà fare una giusta e intelligente cernita che possa garantirvi il tempo migliore. Si evidenziano a questo punto altri difetti di produzione, legati principalmente alla difficoltà e alla monotonia delle gare. Tutto ciò rende evidente come, in ogni caso, una trasposizione videoludica dello sport non sia di certo semplice da realizzare. Potenzialmente interessante il lato multiplayer, con una modalità che prevede un testa a testa forsennato tra i partecipanti anche se con veicoli di categorie diverse. Peccato che le lobby siano spesso completamente vuote…

Difficoltà sbilanciate

Non c’è mai una via di mezzo nel passare da una difficoltà a un’altra. La modalità Facile è fin troppo semplice, con una trovata inadeguata per ovviare al problema dell’orientamento: un segnale che indica la strada da seguire checkpoint dopo checkpoint. Aumentando di difficoltà, se non si è dotati di un buon senso dell’orientamento, la gara risulterà essere frustante e la mappa dispersiva. Se si aggiunge la totale mancanza, per la maggior parte del tempo, di elementi distintivi utili a orientarsi, la situazione peggiora drasticamente. La trovata di diminuire la dimensione delle mappe non può di certo ovviare a questo grave problema; se si considera poi che la riduzione della mappa non corrisponde a una maggiore attenzione ai dettagli, risulta tutto inutile.

Trofeisticamente parlando: macinachilometri

Per ottenere il Platino vi sarà necessario correre per le terre boliviane, argentine e peruviane, con l’obiettivo di arrivare primi e battere sul tempo i campioni della competizione. Occhio anche alla difficoltà, vera chiave di volta per l’ottenimento dei trofei, oltre alla classica raccolta di collezionabili sparsi qua e là per la mappa.

VERDETTO

Dakar 18 ha la scusante che tradurre in videogioco un evento come la Dakar è cosa estremamente complicata. Pur data per assodata questa complicata missione, rimane il fatto che modello di guida e la cura per l'aspetto tecnico siano altamente rivedibili. Non ci siamo, purtroppo.

Guida ai Voti

Rocco Scotellaro
Amante dei Digimon più che di ogni altra fattispecie di creaturine e mostriciattoli vari, sviluppa la sua passione per il mondo Nerd e gaming in genere sin dalla tenera età di sette anni, cioè da quando gli è stata donata la prima PlayStation. Non è raro trovarlo in fiera in cosplay o a rincorrere fumettisti ed autori, come si suol dire: "ogni riccio un capriccio".