Primo PianoDanganronpa 1/2 Reload - Recensione

Danganronpa 1/2 Reload – Recensione

Publisher: NIS America Developer: Spike Chunsoft
Piattaforma: PS4 Genere: Avventura grafica Giocatori:PEGI: 16 Prezzo: 39,99 €

Nell’ormai lontano 2010, Danganronpa ha fatto la sua prima comparsa su PlayStation Portable conquistando il pubblico giapponese con l’irriverenza dello spietato Monokuma e l’ottima caratterizzazione di tutto il cast di personaggi. Per vederlo in Occidente ci sono voluti quattro anni, grazie a NIS America che ha portato anche il seguito del gioco in Europa e America nel 2014. Sempre dedicati alla saga sono stati anche realizzati diversi anime e manga, a testimonianza di quanto il popolo nipponico abbia amato questa storia e i suoi protagonisti. In preparazione all’arrivo del terzo episodio, gli sviluppatori hanno pubblicato su PlayStation 4 un bundle, contenente i primi due episodi della saga, grazie ai quali non avrete più scuse per non provare questo videogioco. Provando a recensire Danganronpa la domanda che ci siamo posti è stata: può essere apprezzato anche da un pubblico occidentale?

Fidarsi è bene…

Cominciamo parlando del primo dei due giochi presenti in questa raccolta Danganronpa: Trigger Happy Havoc. Parleremo della trama innanzitutto, ma non aspettatevi troppi dettagli: il gioco è infatti quasi interamente incentrato sulla narrazione e anche un minimo spoiler potrebbe rovinarvi l’avventura.

Makoto Naegi è uno studente come tanti, fino al giorno in cui viene estratto a sorte per frequentare la celebre Hope’s Peak Academy. In questo istituto vengono selezionate le migliori “promesse” del Giappone, in modo da garantire a questi ragazzi un futuro di successo. Tutti hanno un talento: c’è chi eccelle nel nuoto o nelle arti marziali, chi è già uno scrittore di successo o magari chi fa parte di una delle band musicali più famose del Giappone. Ben presto però gli studenti verranno coinvolti in un sadico gioco in cui le loro vite saranno appese ad un filo: l’orso robotico Monokuma si è eletto preside di Hope’s Peak e ha rinchiuso i ragazzi nella struttura fino alla fine dei loro giorni, a meno che non comincino ad uccidersi l’uno con l’altro. Il malvagio orso ha infatti stabilito che soltanto togliendo la vita ad un proprio compagno senza farsi scoprire dagli altri è possibile lasciare la scuola; di contro però, c’è che se si viene incastrati, Monokuma in persona punirà l’omicida con una delle sue sadiche esecuzioni. Ogni volta che viene scoperto uno studente deceduto viene indetto un processo, e se alla fine di questo non viene individuato il colpevole, tutti gli studenti innocenti vengono uccisi, con l’omicida libero di tornare nel mondo civilizzato.

Inutile dire che il nostro obbiettivo in questa avventura sarà quello di sopravvivere ad ogni processo, ma soprattutto di trovare la verità. Sono infatti tantissimi i misteri che circondano Hope’s Peak: chi è Monokuma, dove è finito il preside, come si può fuggire dall’istituto (sempre che sia possibile farlo) e cosa c’è dietro alle identità dei nostri compagni di scuola? Tutto verrà svelato a tempo debito. La trama è veramente di altissima caratura e tra colpi di scena continui e profondità dei temi trattati, ci troviamo di fronte ad un opera che rasenta la perfezione sotto questo punto di vista. È quasi impossibile staccarsi dallo schermo e più si va avanti con la storia, più misteri vengono fuori e più la vicenda diventa intrigante e avvincente. Danganronpa prende spunto da tante opere letterarie e non, mantenendo però una sua identità ben precisa: c’è la violenza e la sfiducia nel genere umano di Saw – L’enigmista, c’è la sorveglianza di Monokuma che tanto ricorda quella del romanzo 1984 di George Orwell e ci sono crimini da svelare degni dei migliori romanzi di Agatha Christie. Nonostante ciò, raramente avvertirete la sensazione di déjà vu, a testimonianza dell’originalità e della qualità dell’opera.

… non fidarsi è meglio!

Dopo aver portato a termine la splendida avventura del primo Danganronpa, ci siamo cimentati nel secondo episodio intitolato Danganronpa 2: Goodbye Despair. In questa storia, ci ritroveremo a vestire i panni di Hajime Hinata, uno degli studenti selezionati dalla Hope’s Peak Academy. Come il suo precedessore, Hajime si ritroverà in una situazione tutt’altro che rosea: i ragazzi vengono misteriosamente trasportati su un’isola deserta nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico da Usami, che sembra essere esattamente l’opposto del malefico Monokuma. La stessa Usami tranquillizzerà gli studenti, giustificando il viaggio come una sorta di gita scolastica volta a promuovere la socializzazione tra loro stessi.

Monokuma però non sarà esattamente d’accordo con questa visione del mondo, e ben presto la pace iniziale diventerà solo un lontano ricordo. L’orso bianco e nero ristabilirà le regole già viste nel primo episodio, dando il via ad una serie di omicidi commessi con la speranza di poter fuggire dall’isola. Anche in questo capitolo sono tantissimi i misteri e andando avanti, la trama si infittisce di dettagli e sfumature, facendosi sempre più intricata e coinvolgente. Se però il primo Danganronpa è stato una totale sorpresa, questo secondo capitolo si è rivelato più una sorta di “more of the same” che qualcosa di totalmente nuovo. Questa scelta non ci è dispiaciuta del tutto, vista la qualità di entrambi i giochi, ma probabilmente non ci ha permesso di apprezzare Danganronpa 2 in relazione alla sua qualità effettiva. Qualità di cui, in tempi non sospetti, provò a parlarci il nostro Stefano nella sua dettagliatissima recensione dedicata alla versione PlayStation Vita del gioco.

Non è tutto oro quel che luccica

Il detto popolare che abbiamo scelto per introdurre il paragrafo dedicato ai personaggi dell’avventura non è casuale: tutti gli studenti della Hope’s Peak, sia nel primo che nel secondo Danganronpa, nonostante possano sembrare piuttosto stereotipati a primo impatto, si dimostreranno menti criminali non indifferenti. Spesso i più insospettabili si riveleranno i più cinici, al contrario dei più burberi che potrebbero sorprendervi con gesti di inaspettato altruismo. Insomma, quello che vogliamo dire è che i personaggi creati dagli sviluppatori sono talmente credibili da sembrare vivi, imprevedibili con i loro modi di pensare e di agire. Il character design è inevitabilmente condizionato dalla cultura orientale, ma temi come l’amicizia, il tradimento, la fiducia, la disperazione e la speranza, sono universali e permettono anche ai giocatori occidentali di immedesimarsi nei protagonisti. In conclusione ci sentiamo di darvi un piccolo consiglio: evitate di affezionarvi troppo o potreste rimanere scottati dagli eventi che vi travolgeranno. Nessuno è al sicuro e nessuno è innocente a Hope’s Peak, questo è poco ma sicuro.

Il proiettile della verità

Come avrete ormai capito, Danganronpa si basa principalmente sulla narrazione, ma nonostante ciò non bisogna dimenticare le sezioni che rendono questa produzione un videogioco vero e proprio, più che una semplice visual novel. Parliamo del gameplay, che fondamentalmente si divide nelle seguenti fasi: prologo narrativo del capitolo, tempo libero in cui gironzolare per la scuola e fare amicizia con gli altri studenti, altra fase narrativa che porta alla scoperta dell’omicidio, indagine e infine processo. Questo ciclo è presente in maniera pressoché identica entrambi i giochi della raccolta.

Cominciamo descrivendo le fasi narrative: nonostante la qualità sia eccellente, come già detto in precedenza, è impossibile non segnalare in questo campo uno dei difetti principali del gioco: la verbosità sconsiderata e spesso superflua dei dialoghi. Molte frasi pronunciate dai personaggi sono fondamentali per la risoluzione dei casi, ma c’è da dire che molte altre sono praticamente inutili; questa caratteristica parecchio diffusa tra le produzioni giapponesi, a nostro avviso inficia piuttosto significativamente la godibilità dell’avventura. Vi ritroverete a rileggere più e più volte frasi inutili, che ripetono concetti già espressi in precedenza e sottolineano ovvietà.

Un piccolo spazio è dedicato anche al tempo libero, in cui potrete fare amicizia con gli altri studenti della scuola e ottenere nuove abilità da utilizzare per la risoluzione dei casi. A questa fase seguono le indagini, in cui dovrete analizzare la scena del delitto ed esplorare la scuola (o l’isola nel caso del secondo capitolo) alla ricerca di indizi sull’assassino. Una volta raccolti tutti gli indizi, Monokuma vi convocherà automaticamente al processo.

Questa fase è tra le più entusiasmanti dell’intero titolo, visto che dopo esservi limitati ad ascoltare testimonianze e raccogliere prove, potrete finalmente intervenire e scoprire l’identità del colpevole. Questa sezione inoltre è quella più “giocata” vista l’interattività dei dialoghi e la presenza di svariati minigiochi. Per interattività intendiamo la possibilità di intervenire nei dibattiti, letteralmente “sparando” delle prove o testimonianze chiamate “proiettili della verità” sulle frasi dette dagli altri studenti contenenti contraddizioni o menzogne (nel secondo episodio, c’è anche la possibilità di supportare la tesi di un compagno). Insieme a questi proiettili da sparare al momento giusto, ci saranno vari minigiochi secondari da portare a termine, come quello che ci propone una versione alternativa dell’impiccato o quello ispirato ai rhythm game, in cui bisognerà premere i tasti corretti con il giusto tempismo. Tra il primo e il secondo Danganronpa, forse è proprio nei minigiochi che si è cercato di osare di più, rinnovando quanto di buono c’era, cercando allo stesso tempo di implementare nuove feature.

Extra, bonus e gadget

Le funzioni extra presenti nei vari Danganronpa non sono fondamentali, innovative o imperdibili, ma comunque costituiscono una parte non indifferente dell’offerta videoludica e vale la pena spenderci due parole. Innanzitutto specifichiamo che non stiamo parlando delle aggiunte rispetto alle versioni originali, perché purtroppo non ne troverete in questa raccolta. Ci riferiamo agli extra, che allungano la vita del gioco e offrono qualche spunto di gameplay in più: un esempio è la raccolta dei regali, oggettini ottenibili da un gashapon in cambio di monete. Per trovare queste monete e completare la raccolta di oggetti, dovrete risolvere casi ottenendo valutazioni alte o esplorare ogni anfratto dell’ambientazione. Qualcuno potrebbe trovare interessante anche la “School mode”, una sorta di gioco gestionale in cui dovrete gestire al meglio tutti gli studenti per ottenere materiali e soddisfare le malsane voglie di Monokuma. Danganronpa 2 in questo senso, aggiunge ancora altri contenuti, come ad esempio la possibilità di allevare il proprio animaletto come in una sorta di tamagotchi. Gli extra offerti da Danganronpa comunque non finiscono qui, e siamo certi che sapranno soddisfare anche i giocatori più esigenti.

Da console portatile a fissa?

Come vi avevamo accennato nell’introduzione, entrambi gli episodi di Danganronpa sono stati sviluppati diversi anni fa, ma soprattutto prodotti per console portatili. Inevitabilmente il comparto tecnico risulta limitato dall’hardware, e infatti tutto ciò che vedrete in questo gioco saranno figure in 2D o scene disegnate, oltre alle cutscene di rito. Animazioni e modelli 3D sono totalmente stati eliminati in favore di una grafica semplice, che però rimane godibile tutt’oggi, anche sulla TV in salotto. Altro elemento di estrema qualità è il comparto audio, che propone tracce adatte ad ogni situazione e sempre originali (anche se a dire il vero, nel secondo episodio molto è stato ripreso integralmente dal primo Danganronpa) e un doppiaggio (disponibile sia in giapponese che in inglese) di buona fattura. Infine c’è da parlare della spinosa questione della localizzazione: entrambi i titoli presenti in questa raccolta sono infatti giocabili esclusivamente in lingua inglese e una conoscenza piuttosto approfondita della lingua è necessariamente richiesta a chiunque voglia avvicinarsi al titolo. Un fattore che senz’altro penalizza i meno avvezzi alle lingue straniere, e che vi consigliamo fortemente di considerare in caso stiate valutando l’acquisto del gioco.

Trofeisticamente parlando: un investigatore provetto

Questa raccolta dei primi due Danganronpa offre 45 trofei, ma nonostante i giochi siano due il Platino resta comunque unico. Un fattore che scoraggerà i cacciatori più pigri, anche in considerazione dell’ammontare di ore da spendere per raggiungere tutti gli obbiettivi. Oltre a completare l’avventura, dovrete cimentarvi nelle attività extra di cui vi abbiamo parlato nel paragrafo dedicato, e completare processi senza subire danni o ricominciare. Una sfida niente male insomma: per ulteriori informazioni potete consultare l’elenco ai trofei già disponibile sul nostro forum.

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Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.