Detective Gallo – Recensione

Sviluppatore: Adventure Productions, Footprints Games Publisher: MixedBag Piattaforma: PS4 Genere: Punta e Clicca Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Qualcuno di noi potrebbe essere cresciuto a pane e avventure punta e clicca su PC. Qualcun altro potrebbe invece aver trascorso gli anni della propria infanzia insieme ai personaggi delle storie a fumetti su Topolino. I più fortunati, magari, possono vantare nel proprio bagaglio culturale entrambe le esperienze. E’ proprio in questi ultimi che l’avvio di una nuova partita a Detective Gallo susciterà gradevoli sensazioni di familiarità, di ritorno a casa, di nostalgia. Ma anche tutti gli altri avranno di che trascorrere qualche ora divertente e stimolante in questa avventura tutta italiana.

Punta e clicca. Punto.

Detective Gallo è un punta e clicca puro; gli amanti del genere non faticheranno a riconoscerne gli elementi distintivi, anche se l’interfaccia e le possibilità di interazione sono ridotte ai minimi termini. Fondali fissi in cui far muovere il nostro protagonista, un inventario di oggetti a nostra disposizione rappresentati nella parte alta dello schermo e un’interazione con elementi e/o personaggi che possiamo evidenziare passandoci sopra con il cursore. Quest’ultimo, precisiamolo subito, si controlla con la levetta sinistra e il movimento risulta molto ben gestito, con una sensibilità adeguata e una precisione altrettanto ben calibrata che non fanno rimpiangere il classico mouse.

Il tasto X ci permette di usare o spostare un oggetto, di avviare una conversazione e di sceglierne le frasi e di unire tra loro due oggetti del nostro inventario. Il tasto Cerchio è invece legato all’osservazione e alla descrizione di un elemento dello scenario. Una comoda funzione che rappresenta l’intuito da detective del nostro protagonista permette, tenendo premuto il grilletto destro del controller, di mostrare a schermo tutti gli oggetti con cui è possibile interfacciarsi, marcati con una piccola lente d’ingrandimento.

Humphrey Bogart o Umperio Bogarto?

Gallo è il classico detective privato ombroso e cinico del genere hardboiled, con tanto di impermeabile giallo e cappello alla Humphrey Bogart, mani perennemente in tasca e pensieri esplicitati da una voce narrante calda e drammatica. Facciamo la sua conoscenza mentre viene sbattuto fuori da un bar e subito dopo ci ritroviamo nel suo ufficio, dove un signore chiede il suo aiuto per un caso davvero particolare. Le sue piante, infatti, che il cliente tratta alla stregua di esseri umani, sono state uccise. Detective Gallo prende in carico il caso (non prima di essersi intascato un lauto anticipo sulla prestazione) e dà inizio alla nostra avventura in sua compagnia.

Il riferimento iniziale alle storie a fumetti su Topolino non è stato casuale. L’elemento caratterizzante del gioco è il suo stile grafico: tutti i personaggi, gli oggetti e le location sono realizzati a mano con un tocco che ricorda moltissimo quello a cui ci hanno abituato i grandi autori delle storie Disney italiane. Considerata la natura del protagonista, il pensiero va immediatamente a Umperio Bogarto, personaggio secondario dell’universo paperopolese reso famoso dalla matita del grande Giorgio Cavazzano e ispirato, come si evince dal nome, proprio al detective privato per antonomasia. Non stiamo naturalmente affermando che Detective Gallo voglia copiare o parodiare storie Disney, bensì che riesce, con le sue scelte grafiche, a creare un’atmosfera affascinante, unica e familiare.

Old school

In termini di gameplay non ci sono grandi sorprese rispetto alla tradizione dei giochi punta e clicca. La situazione iniziale apre le indagini, che dovremo portare avanti sbloccando informazioni e oggetti nascosti – per scelte di game design più che di coerenza logico-narrativa – dietro a enigmi più o meno complessi. Detective Gallo avrà un obiettivo primario (ad esempio, parlando delle prime battute, esaminare un bossolo al microscopio) da raggiungere attraverso vari step legati alla soluzione di altrettanti problemi o alla ricerca di determinati oggetti (nello stesso esempio, ritrovare i numeri della combinazione della cassaforte che contiene il microscopio).

Per procedere ci capiterà di interagire direttamente con un oggetto dello scenario, toccandolo, spostandolo o usandolo; oppure di ricorrere a uno degli oggetti a nostra disposizione, così com’è o in combinazione con altri, per eseguire azioni altrimenti infattibili; o ancora di parlare con altri personaggi, scegliendo tra diverse opzioni di dialogo che si arricchiscono via via che il protagonista viene a conoscenza di nuovi elementi o di nuovi obiettivi. Quest’ultima precisazione è importante, perché spiega come mai alcune azioni possano risultare insensate in una fase di gioco ed essere accettate più avanti; a fare la differenza è la necessità del detective di ottenere un certo, nuovo risultato non previsto prima.

E se provassi…?

La difficoltà del gioco non è eccessiva, ma capita spesso, come nella miglior tradizione dei punta e clicca, di risultare bloccati mentre si spremono le meningi per cercare la soluzione astrusa, ma logicamente impeccabile, a un determinato problema. E capita altrettanto spesso di non sapere dove sbattere la testa e di provare combinazioni improbabili di oggetti fino a trovare quella che viene accettata. Non mancano ovviamente momenti in cui una nostra scelta plausibile non viene accolta dal protagonista perché diversa da quella pensata dagli sviluppatori, ma è interessante notare, nelle riflessioni del detective, che una simile supposizione era stata preventivata in fase di creazione del gioco. Un esempio: provando a usare banconote su un distributore automatico non si ottiene un rifiuto generico, ma una spiegazione del fatto che la macchina accetta solo monete.

Nel complesso, quindi, il gioco rispetta i canoni del genere di appartenenza e lo fa trasportandoci in una storia leggera, adatta a tutti, pervasa da sarcasmo (il “collega” di Gallo, per dirne una, è un cactus) e impegnativa al punto giusto. Andando di corsa e potendo godere di un pensiero laterale sviluppato (o di una guida), l’avventura si termina in un paio d’ore, ma si parla del doppio e anche oltre nel caso alcuni collegamenti sfuggano nell’immediato. Gli scenari sono pochi, poco vasti e con pochi elementi a cui far caso, ma le combinazioni possibili risultano comunque numerosissime. Un comodo taccuino, per concludere, indica sempre l’obiettivo attuale e alcuni velati consigli su come raggiungerlo.

Un fumetto che prende vita

La grafica, come già sottolineato, è il fiore all’occhiello di Detective Gallo. Realizzata a mano, con linee definite e colori decisi, in stile inconfondibilmente fumettistico/umoristico, rende la progressione nel gioco sempre piacevole e conferisce leggerezza all’intera avventura. Il gioco è interamente doppiato in italiano, con voci convincenti supportate da sottotitoli a comparsa in corrispondenza dei personaggi e una colonna sonora discreta e mai fastidiosa. Segnaliamo solo qualche sfasatura tra movimenti delle bocche (o meglio, dei becchi) e durata del parlato, almeno in italiano.

Trofeisticamente parlando: facile, se sai cosa fare

Detective Gallo propone ventisei trofei, con otto coppe di bronzo, dieci d’argento e sette d’oro prima del Platino. Possiamo annoverare il gioco tra i platini facili, considerando anche la percentuale di ottenimento del 50% registrata sui siti di tracking, ma le descrizioni dei trofei non sono d’aiuto e solo casualmente, o con una guida, si possono rispettare certi requisiti, il che rende la lista altamente mancabile. La nostra guida potrà sicuramente accompagnarvi dopo la prima run, che consigliamo di giocare autonomamente.

VERDETTO

Detective Gallo è un classico punta e clicca che fa del proprio stile grafico il suo massimo punto di forza. Un gioco che non vuole prendersi troppo sul serio, ma che non vuole neanche essere preso sottogamba, e che riesce nella contrapposizione tra la sua leggerezza e l'ingegnosità di alcuni enigmi a fornire un livello di sfida più che sufficiente a consigliarne l'acquisto. Non particolarmente innovativo in termini di meccaniche né esaltante a livello di trama, riesce comunque a regalare qualche ora di sano svago aiutandoci a far lavorare il pensiero laterale.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.