Dragon Star Varnir – Recensione

Sviluppatore: Compile Heart Publisher: Idea Factory Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 12 Prezzo: 59,99 € Italiano:

Con Mary Skelter: Nightmares e il più recente Death end re;Quest, i ragazzi di Compile Heart hanno ufficialmente dato il via al loro processo di rinnovamento. Per fare ciò, la software house nipponica ha deciso di abbandonare le tematiche infantili e stereotipate dei loro vecchi progetti al fine di abbracciare storie più mature e cupe. Se con Death end re;Quest questo processo era riuscito a dare i primi riscontri positivi, Dragon Star Varnir doveva consolidare tutte le ottime idee che l’accoppiata formata da Compile Heart e Idea Factory avevano messo insieme per il vecchio progetto.

Pur limitando al minimo le innovazioni sotto il comparto del gameplay, questo studio di Tokyo è riuscito a creare un background narrativo di tutto rispetto, relegando definitivamente in un cassetto le strampalate storie ricche di fanservice a cui ci aveva abituato. Dragon Star Varnir è un’esperienza cupa e ricca di tensione che, grazie anche alla forte influenza delle visual novel più recenti, saprà tenervi incollati allo schermo per tutte le venti ore necessarie al completamento della campagna principale. Non dilunghiamoci troppo, però, perché di carne al fuoco ce n’è tanta e merita di essere assaporata tutta con calma.

Dragon Star Varnir

Il ciclo di una vita maledetta

Prima di lanciarvi nella dettagliata analisi dell’ultima creazione targata Compile Heart, bisogna fare una premessa tutt’altro che banale. Dal punto di vista narrativo la trama di Dragon Star Varnir verrà portata avanti seguendo le meccaniche classiche di una visual novel. A differenza però del lavoro fatto in precedenza con Death end re;Quest, gli sviluppatori hanno snellito il tutto, abbandonando i numerosi “muri di testo” per abbracciare una narrazione più veloce e meno dispersiva. Detto questo, possiamo finalmente tuffarci nel disperato mondo di questo Dragon Star Varnir. Dopo una breve presentazione generale, il gioco ci farà immediatamente fare la conoscenza del giovane Zephy, protagonista principale di tutta la vicenda.

Il giovane combattente, appartenente all’Ordine dei Cavalieri del Requiem, una nuova organizzazione incaricata di proteggere l’umanità dai draghi e dalle streghe, si troverà a tu per tu con un pericoloso drago oscuro. In perfetto stile cavalleresco, il nostro giovane eroe non penserà minimamente alla fuga ma impugnerà la sua imponente spada per proteggere l’umanità proprio come il suo sacro ordine gli ha insegnato. Nonostante queste speranzose premesse, la potenza della bestia alata sarà troppo grande per Zephy, che cadrà al suolo privo di forze. Proprio in questa situazione drammatica faranno la loro comparsa Minessa e Karikaro, una coppia di procaci streghe che non esiteranno ad aiutare il giovane. Dopo un colorito scambio di idee, questo dinamico duo deciderà quindi di somministrare al moribondo cavaliere un po’ di sangue di drago, ignorando completamente le conseguenze che da quel gesto scaturiranno.

Dragon Star Varnir

Ripresosi miracolosamente dalle ferite mortali, Zephy si renderà conto che quel sangue non lo ha solamente curato, ma lo ha cambiato profondamente. Il giovane capirà ben presto di essere diventato come una di quelle creature che fin da piccolo ha combattuto: una strega. Dopo una breve fase di negazione dell’accaduto, il nostro protagonista inizierà un viaggio all’interno delle sue convinzioni, finendo con il capire che ciò che da sempre ha combattuto non è poi tanto diverso dagli altri essere umani. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, l’esistenza delle streghe rappresenta una vera e propria maledizione per loro stesse. Queste ragazze sono costrette a nutrirsi regolarmente con sangue o carne di drago per evitare di impazzire; facendo così, però, finiranno inevitabilmente per nutrire il drago celato al loro interno, che crescendo le condannerà a una morte cruenta e dolorosa. I draghi che troveremo sparsi per il mondo non saranno quindi altro che il risultato della morte di una strega che cercava invano di evitare di impazzire.

Come potete già intuire da questo breve riassunto, l’impianto narrativo messo in piedi dai ragazzi di Compile Heart è tutt’altro che banale. Al posto delle tematiche scontate tipiche della serie Hyperdimension Neptunia, trova ora posto un background narrativo più oscuro e maturo. Le circa venti ore necessarie per il completamento della campagna difficilmente riusciranno a stancare, grazie a una narrazione scattante e a personaggi ottimamente caratterizzati. Malgrado qualche leggero cliché, la banda di streghette che si unirà al party riuscirà a rendere ancora più interessante la vicenda con frequenti opinioni personali sugli eventi in corso e “divertenti” siparietti. Così come per Death end re;Quest, Dragon Star Varnir offrirà la bellezza di sette finali diversi, tutti sbloccabili esclusivamente seguendo particolari tracce di dialogo o compiendo determinate azioni. Il discorso della gestione della pazzia con il sangue di drago, se mal gestito (bisogna fare attenzione “a non morire troppo”), potrebbe farvi incappare nell’epilogo molti capitoli prima del finale standard.

Acchiappali e divorali tutti!

Se da un punto di vista narrativo il lavoro combinato di Compile Heart e Idea Factory ha prodotto un risultato più che valido, tutto ciò che riguarda il gameplay vi lascerà ben più di qualche perplessità. La base del sistema di combattimento è molto simile a quella vista negli ultimi capitoli di Hyperdimension Neptunia, con combattimenti a turni in cui poter lanciare attacchi, normali o speciali, e incantesimi. A questa più che valida base, però, gli sviluppatori hanno introdotto due meccaniche inedite per il genere che contribuiscono a rendere anche unica questa produzione: la tridimensionalità dei combattimenti e il sistema Devour. Sebbene l’area di combattimento possa sembrare identica a uno qualsiasi dei capitoli aventi Neptune come protagonista, Dragon Star Varnir ha il merito di aggiungere una dimensione aggiuntiva alle due classiche da sempre presenti: l’altezza. In questo modo i draghi non saranno innaturalmente bloccati a terra, ma potranno alzarsi in volo apparendo così molto più minacciosi. Il vostro team potrà muoversi su tre livelli e, a seconda dell’altezza raggiunta, guadagnare particolari bonus. Più personaggi occuperanno lo stesso livello, più alti saranno i bonus ottenuti.

Dragon Star Varnir

Tutto ciò lascerà quindi spazio a una leggera parte tattica che, sebbene interessante nelle intenzioni, finirà ben presto nel dimenticatoio una volta capito che tenere tutti sul livello intermedio sarà sempre la cosa più conveniente. Il sistema Devour (cioè “divorare”) invece rappresenta la chicca di questo titolo. Come qualsiasi JRPG, ognuno dei vostri eroi guadagnerà esperienza e potrà salire di livello, incrementando così anche le proprie statistiche, ma non imparerà nessuna nuova tecnica. In maniera molto simile all’abilità Drakoken di Kimahri in Final Fantasy X, per apprendere nuove mosse i personaggi dovranno letteralmente divorare i nemici alati che si pareranno davanti.

Una volta indebolito a sufficienza il drago di turno, si potrà accedere al menu Devour e scegliere uno degli attacchi letali. Se questo avrà successo, si otterrà il Core del drago che, tramite l’utilizzo di specifici punti ottenibili combattendo, estenderà di molto le vostre possibilità di combattimento. Un titolo targato Compile Heart poteva inoltre non avere anche un sistema di trasformazioni? Certo che no. Ecco quindi che, facendo affidamento sul drago interiore, i personaggi potranno modificare il loro aspetto per aumentare le proprie statistiche e scatenare tutta la loro forza.

Se da un lato tutto questo potrebbe sembrare un’innovazione di un certo spessore, il sistema non si esimerà dal mostrare, soprattutto nelle fasi più avanzate, un problema di fondo piuttosto fastidioso. Mentre per i boss principali tutti i personaggi otterranno i relativi Core, per i nemici che troverete sparsi nelle varie ambientazioni occorrerà che ogni guerriero divori singolarmente ogni drago. Questo porterà inevitabilmente a compiere una scelta tra due opzioni abbastanza drastiche: potenziare solo i personaggi della squadra principale o grindare selvaggiamente per potenziarli tutti? Questo non sarebbe un grosso problema se non ci fosse però di mezzo il discorso della pazzia accennato precedentemente.

Se siete curiosi di sbloccare il vero finale, la gestione di questo indicatore sarà fondamentale e ciò vi obbligherà a limitare il vostro desiderio di esplorazione per abbracciare uno stile di gioco più concreto e veloce. Viceversa, potreste decidere di potenziare solo i membri principali del party (proprio come fatto dal sottoscritto), relegando le altre streghette a un semplice ruolo di supporto a causa delle loro statistiche scarse.

Dragon Star Varnir

Oltre a un combat system tutt’altro che privo di difetti, in Dragon Star Varnir troverete anche posto per le relazioni romantiche. Proprio come molti esponenti del genere, all’interno del vostro hub potrete accedere alle camere delle singole streghe e, tramite alcuni regali, accrescere il vostro livello di affetto. Raggiunti particolari traguardi potrete sbloccare alcune interessanti scenette, via via sempre più spinte, fino ad arrivare ad alcuni dialoghi inediti posti dopo i titoli di coda. Al di là di un sistema di quest abbastanza basilare, siamo rimasti colpiti dall’originale sistema di crafting di armi e armature.

Questo si baserà sulla produzione di particolari elisir che, una volta ingeriti, faranno comparire una serie di draghi da sconfiggere. Una volta uccisi, questi forniranno alcuni pezzi di equipaggiamento di livello molto più alto di quelli acquistabili dal venditore o saccheggiabili nelle casse delle varie aree. Se deciderete di ottenere determinati pezzi di equipaggiamento, preparatevi purtroppo a ripetere decine di volte le stesse azioni. Si tratta pur sempre di un sistema di drop casuale.

Draghi di bassa qualità

Prima di lanciarci nelle problematiche inerenti al lato tecnico, bisogna spendere due buone parole per quanto riguarda il lato artistico. Nella mediocrità di una grafica molto vicina alla vecchia generazione di console, difficilmente non si riesce ad apprezzare il lavoro minuzioso fatto per rendere ogni personaggio unico. Le scenette in stile visual novel riescono in maniera impeccabile a trasmettere le sensazioni e l’atmosfera di un comparto narrativo ben più complesso di quello che vuole far apparire. A rendere il tutto ancora più godibile ci pensano le scenette animante che, grazie all’utilizzo dei modelli tridimensionali dei personaggi e di un’ottima soundtrack, riescono a dare ancora più enfasi alle situazioni chiave di tutta l’avventura. Purtroppo tutta questa qualità non è stata estesa ai modelli dei draghi e dei vari dungeon da esplorare. Se i primi appaiono molto simili (e vuoti), la resa grafica dei draghi risulta essere qualcosa di difficilmente comprensibile e apprezzabile.

Dragon Star Varnir

Tutto ciò contribuisce a rendere Dragon Star Varnir un titolo molto più simile ai vari prodotti budget tipici del primo periodo di PlayStation 3 piuttosto che un titolo appartenente alla fase finale di una console come PlayStation 4. Questo lavoro segna inoltre un netto passo indietro rispetto a quanto fatto con Death End re;Quest. Nonostante la quantità industriale di asset riciclati dal vecchio titolo, Dragon Star Varnir non riesce a convincere nemmeno sotto l’aspetto tecnico più classico, con un frame rate inspiegabilmente lontano dai 60 fps e una resa grafica generale tutt’altro che indimenticabile. L’inserimento però della possibilità di accelerare il tutto con la semplice pressione di L2 rappresenta una feature molto utile per velocizzare alcuni scontri fin troppo facili e rendere il grinding leggermente meno noioso. Da studi come Compile Heart e Idea Factory ci aspettiamo sempre qualcosa di più, ma purtroppo tutte queste problematiche tecniche rappresentano ancora oggi una pesante zavorra.

Cosa dire dunque per chiudere degnamente? Non ci stancheremo mai di dirlo, ma Dragon Star Varnir rappresenta l’ennesima occasione mancata per uno studio nipponico di far uscire un prodotto completo in ogni suo aspetto. Se da un punto di vista narrativo il titolo riesce in diversi punti a toccare vette piuttosto elevate, questo non risulta sufficiente per passare sopra alle problematiche tecniche e ai superficiali difetti del gameplay. Dopo Mary Skelter Nightmares, ma soprattutto l’ottimo Death End re;Quest, Dragon Star Varmir segna purtroppo un netto passo indietro e obbligherà Compile Heart a riesaminare con cura il processo di rinnovamento. Se siete però in grado di passare sopra a queste magagne tecniche, potreste trovarvi tra le mani una delle migliori storie raccontate recentemente in un JRPG. La facilità dell’inglese utilizzato contribuisce a rendere fruibile l’opera anche dagli anglofoni meno scafati.

Trofeisticamente parlando: Death end re;Quest 2.0

Come traspare chiaramente dal titolo utilizzato per il paragrafo, la caccia al trofeo di Platino di Dragon Star Varnir sarà praticamente identica a quella offerta dal precedente titolo targato Compile Heart. Per fare vostro il trofeo più ambito dovrete gestire accuratamente i vari salvataggi, così da non avere difficoltà a sbloccare i finali (buoni o brutti che siano). In aggiunta, dovrete prendere dimestichezza con il sistema di crafting. Il nostro consiglio è quello di cominciare a muovere i vari contatori già nelle prime fasi di gioco, così da ritrovarsi a buon punto una volta raggiunto il momento del grinding. I restanti trofei, come traspare anche dall’elenco già disponibile sul nostro forum, potranno essere ottenuti semplicemente durante la vostra prima campagna. Se siete alla ricerca di un Platino semplice e abbastanza veloce, questo potrebbe essere esattamente quello che stavate cercando.

VERDETTO

Nonostante una trama ben strutturata e un gameplay propositivo, Dragon Star Varnir non riesce a confermarsi come il miglior titolo prodotto dai ragazzi di Compile Heart per colpa di un comparto tecnico obsoleto. Se da un lato ci siamo trovati di fronte a una delle migliori storie mai scritte per un JRPG, dall'altra abbiamo dovuto digerire con fatica la dubbia qualità delle aree proposte e del bestiario. A conti fatti, questo nuovo titolo rappresenta l’ennesima occasione sprecata per un team nipponico, incapace di creare finalmente un titolo apprezzabile sotto ogni punto vista.

Guida ai Voti

Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!