Piattaforma: PS4 Genere: Racing Giocatori: 1 (Online: 2-12) PEGI: 3 Prezzo: 19,99 euro
Come molti di voi sicuramente ricorderanno, il lancio di Driveclub sul mercato fu un fiasco quasi totale, specialmente se si considera la campagna pubblicitaria che lo aveva preceduto, anteponendolo a qualsiasi altro prodotto simile e innalzandolo a “killer application schiaccia Forza”. Dopo circa un anno dall’uscita, il prodotto firmato Evolution Studios, riesce a ritagliarsi un posto in prima fila alla conferenza PlayStation della Paris Games Week, lanciando Driveclub Bikes sullo store in diretta dal palco. In mezzo, tra le stalle dell’esordio e le stelle di qualche settimana fa, semplicemente tanto impegno da parte degli sviluppatori, certificato anche dal successo di vendite ottenuto dal titolo nel tempo. Senza ulteriori indugi, andiamo ad analizzare quest’ultima escursione su due ruote della serie e a capire se si tratta o meno di un successo meritato.
Inaspettatamente centauri
Nel corso dei mesi il gioco di corse di Evolution Studios ha risalito la china, conquistando la fiducia di chi ha investito i propri soldi in un gioco oggettivamente uscito monco e attirando le attenzioni di chi ha aspettato, grazie al modello di guida, alla bontà grafica nonché al sorprendente meteo dinamico, immortalando le immagini più belle attraverso il photo mode, che ha davvero spopolato tra i giocatori. Finita a luglio la copertura del season pass, il team inglese ha comunque garantito supporto al gioco e il game director Paul Rustchynsky ha alzato diverse aspettative, grazie a questo DLC stand alone.
DriveClub Bikes è disponibile in due versione digitali: una per chi ha già il gioco base a 14,99 euro, mentre l’altra stand alone a 19,99 euro. Inoltre è da tenere presente che chi ha la versione PlayStation Plus del titolo, quella con contenuti ridotti, comprando Bikes sbloccherà tutti i tracciati disponibili anche per le auto. Parliamo ora un po’ di numeri, ossia quelli offerti da questa espansione. Come detto Bikes aggiunge al mondo delle automobili le potenti moto superbike, 12 in totale, alcune delle quali da sbloccare portando il livello di fama del produttore al livello 5, e a proposito di produttori ci sono 8 marchi: Ducati, Yamaha, Honda, Kawasaki, BMW, MV Augusta, Bimota e KTM. Moto assolutamente ben riprodotte sia nei dettagli del telaio che nel sound dei motori, con le dovute differenze tecniche di velocità, potenza e accelerazione che poco contano come vedremo nel gameplay del gioco. Buona cura anche per quanto riguarda le animazioni, apprezzabili con le cinque visuali disponibili, tra cui sia quella dal cupolino della moto che da quella casco.
Una nuova modalità Tour completamente dedicata all’espansione che conta di 42 eventi unici, divisi in quattro tipi. I classici Gara, Giro Veloce e Campionato – a due o tre gare – che non ha bisogno di descrizioni, e la nuova modalità Abilità che sostituisce la controparte Derapata in ambito quattro ruote, che chiede ai giocatori di dare prova delle proprie abilità, appunto, portando a termine un tratto di pista entro il tempo limite con il tempo residuo che frutta punti bonus, eseguendo le azioni corrette nelle zone di appartenenza: quindi nella zona verde bisogna impennare, nella zona rossa eseguire uno stoppie – frenare sulla ruota anteriore – e nella zona gialla sfrecciare alla massima velocità e superare la soglia indicata con tanto di rumore a mo’ di autovelox. Una simpatica variante piuttosto divertente che richiede una buona dimestichezza per battere i migliori tempi delle classiche mondiali.
La modalità Sprint e quella Multiplayer completano il pacchetto, anche se si nota con rammarico che negli eventi multigiocatore proposti in questi due giorni, erano presenti solo eventi Gara; niente Giro Veloce, che come per le quattro ruote ben si addice al contesto, soprattutto perché online le gare sono molto di contatto – come spesso accade nei giochi di moto e di corsa in generale -, e quindi più di qualcuno è ben felice di dare sfoggio della propria velocità senza interferenze. Riguardo il gameplay, la guida di queste superbike è davvero alla portata di tutti, ed è anche bene chiarire che la controparte a quattro ruote non è così arcade e regala di fatto maggiori soddisfazioni. Sì perché qui la situazione è quasi del tutto arcade, con l’unico dettaglio dello spostamento del peso del pilota a trovare un punto di contatto con la realtà, per il resto la guida di queste moto offre un grip esagerato che non permette mai alla moto di scivolare o disarcionare il pilota se non sbattendo addosso a un guard rail o altro ai bordi della carreggiata, e di frenare al limite aggrappandosi ai freni nel vero senso della parola, sia quello anteriore che posteriore.
#iostoconvale
Questo fa sì che in fase di accelerazione non si abbiano esitazioni, gas a manetta, con l’unico ostacolo che la moto può derapare un po’ non riuscendo quindi a scaricare tutti i cavalli a terra e perdendo in accelerazione, mentre in fase di frenata si possono fare staccate esagerate con l’importante uso del freno posteriore che mette la moto di traverso e aiuta molto a impostare l’uscita dalla curva. Il risultato finale è un gameplay meno profondo di quello proposto con le auto, e che dà meno soddisfazioni, però divertente nella sua spensieratezza. Anche nel multiplayer si può testare la bontà di questa meccanica, sorpassando in controsterzo gli avversari, con le traiettorie che si incrociano permettendo controsorpassi. La preoccupazione di gare scontro c’era, ma la situazione sembra essere nei limiti del concesso anche perché andare energicamente contro qualcuno comporta la penalità temporanea del limite di velocità.
Rimanendo in tema anche il sistema delle penalità è immutato e continua quindi, in caso di infrazione, a limitare per qualche secondo la velocità del pilota, obbligando a restituire eventuali posizioni guadagnate giocando sporco. Risulta cosi decisamente ben gestito visto che a bordo di una moto, è decisamente più complicato fare ostruzione, in caso di eventuali controsorpassi, quando si è sotto gli effetti di questi “malus”. Insomma, l’unica nota stonata riguarda ancora una volta il sistema delle collisioni, che pad alla mano risulta un po’ troppo “gommoso” e imprevedibile, che delle volte consente di azzardare qualche contatto di troppo con gli altri piloti in pista.
Per quanto concerne la componente online, partiamo subito dicendo che, almeno stavolta, i fantomatici intoppi di cui parlavamo nell’introduzione sono soltanto un brutto ricordo. Sarà possibile allenarsi per migliorare la propria tecnica di guida, accanirsi contro altri giocatori nelle immancabili sfide online, creare Eventi con regole personalizzate o ritrovarsi in pista, nel cuore di una gara casuale determinata istantaneamente dalla CPU. La componente social del titolo, chiaramente, permane immutata, e largo spazio viene riservato alle classifiche – globali e ristrette ai nostri amici – il pungolo ideale per migliorare i propri tempi sul tracciato. Non manca nemmeno la parte di customizzazione, al cui interno potremo ri-verniciare le superbike – utilizzando anche i modelli creati precedentemente in DriveClub – o applicare livree inedite. Persino casco e pilota non sono rimasti immuni a questa rivoluzione estetica, anche se – è il caso di dirlo – tra tutte le customizzazioni disponibili saranno quelle di cui, in gara, vi accorgerete meno.
Dal punto di vista tecnico non si può non ribadire la bontà della “precedente versione”: Evolution Studios ha confezionato un prodotto che, pur limitandosi ai trenta fotogrammi al secondo – anche in questo caso prendendosi una licenza su cui si può tranquillamente soprassedere, essendo un titolo dall’animo arcade -, mantiene fede alla parola data e risulta fluido anche quando a schermo gli sviluppatori hanno giocato con gli effetti particellari, spaziando da coriandoli lanciati sulla pista al passaggio del giocatore fino alla pioggia – o alla neve – in caduta. Senza dimenticare l’ottimo lavoro fatto con il sistema di illuminazione, capace di regalare scorci davvero suggestivi dei vari tracciati presenti, e la cura riposta nella realizzazione dei veicoli, in particolare negli interni, qui per forza di cose limitati alla visuale del cruscotto del veicolo e a quella da dietro al casco del pilota. Grande attenzione per i dettagli anche per quanto concerne l’aspetto “acustico” delle moto, che come per le macchine risulta convincente e ben differenziato: non è solo il sistema di guida quindi ad essere promosso.
E’ doveroso dedicare un piccolo paragrafo proprio al già mensionato comparto audio, più che per l’accompagnamento all’interno dei menù, per gli effetti. Se la colonna sonora è decisamente particolare e piacevole da ascoltare, è quando si entra in pista che si riesce ad apprezzare pienamente il lavoro svolto sull’acustica dagli sviluppatori: un orecchio – anche non troppo – allenato riuscirà a cogliere a seconda della visuale, il suono prodotto, diverso ed estremamente fedele alla realtà.
Trofeisticamente parlando: un’autocisterna di trofei
Partiamo subito con una curiosità: con i suoi dodici trofei di bronzo, otto d’argento, sette d’oro e uno di platino, ai quali vanno sommati i tre trofei bronzo del DLC EBR, Driveclub Bikes arriva a un totale di trentuno coppe virtuali (cit.); se a queste volessimo aggiungerci i centoventicinque trofei dell’originale, Driveclub è il marchio con il maggior numero di trofei disponibili su console – e non -. Tornando a parlare di quelli presenti in questa edizione motociclistica, siamo di fronte a trofei legati alla vittoria in determinati campionati e alla partecipazione in alcuni eventi singoli; fra i più semplici senza dubbio ci sono quelli relativi alla personalizzazione, mentre fra i più ardui quelli legati alle “manovre spericolate” o ancora alla conquista di tutte le stelle. Nulla di impossibile in generale, ma il platino richiederà molta pratica e dedizione, quindi preparate i caschi e le tute imbottite, ci sarà da divertirsi.