Dungeon of the Endless – Recensione

Sviluppatore: Amplitude Studios Publisher: Playdigious Piattaforma: PS4 Genere: Strategico Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 19,99 € Italiano:

Rilasciato nel lontano ottobre del 2014 su PC e disponibile solamente dal maggio di quest’anno su PlayStation 4, Dungeon of the Endless è il terzo capitolo della serie Endless (preceduto dai titoli Endless Space e Endless Legend), sviluppata da Amplitude Studios. Si tratta di una trilogia ambientata in un universo futuristico le cui vicende ruotano intorno a battaglie interstellari.

A differenza dei suoi predecessori, Dungeon of the Endless cambia totalmente rotta dal punto di vista del genere videoludico. Se i primi due capitoli della serie si possono facilmente classificare come indie strategici a turni, questo prodotto racchiude in sé un mix di meccaniche, creando un ottimo bilanciamento che potrebbe essere definito con il termine ”RogueTowerIndieRPG”.

Dungeon of the Endless

Tu, io e il nostro nucleo energetico

Dungeon of the Endless, come la maggior parte dei roguelike e tower defense rilasciati negli ultimi anni, si mostra fin da subito avaro con i contenuti narrativi. Dopo aver lanciato una nuova partita, ai videogiocatori viene mostrata una nave carceraria alla deriva, la cui capsula di salvataggio si è schiantata sulla superficie di un pianeta sconosciuto. I due prigionieri scelti da una lista, che si differenziano sia nel design che negli attributi, si ritrovano in una stanza chiusa, con una sola fonte energetica di sostentamento: il nucleo energetico della capsula. Per fuggire dal dungeon, generato casualmente come ogni roguelike che si rispetti, i protagonisti devono esplorare una serie di stanze buie, affrontando orde di nemici, racimolando risorse e, una volta individuata l’uscita, raggiungerla trasportando con sé il nucleo energetico, così da raggiungere il livello successivo.

Per assaporare e gustare fino in fondo il gameplay di Dungeon of the Endless, però, non ci si può fermare a una visione superficiale. Bisogna analizzare le meccaniche nella loro totalità, sia quelle relative a un ambito più inerente ai tower defense, sia quelle del ben più vasto mondo dei giochi di ruolo. I videogiocatori non potranno girovagare alla cieca nel dungeon sperando di entrare in ogni stanza buia e annientare ogni avversario senza un minimo di strategia. Al contrario, dovranno sfruttare al massimo le poche risorse che riusciranno a ottenere, cercando di limitare al minimo l’apertura di nuove stanze (come si dice? Chi apre una porta, trova un mostrone!). Attraverso i materiali raccolti, i prigionieri potranno curare le proprie ferite, ripristinando così i loro punti vita, costruire un numero elevato di trappole e oggetti utili sia dal punto di vista difensivo che offensivo. Quest’ultima meccanica risulta quindi fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo, soprattutto quando si dovrà trasportare il nucleo energetico verso l’uscita. Un approccio ragionato e incentrato sulla parte gestionale risulta nettamente più efficace di uno più arrembante. Da segnalare anche la possibilità di mettere in pausa in qualsiasi momento, fondamentale per ottenere il massimo risultato da questo sistema di tower defense più caotico rispetto a quello classico.

Dungeon of the Endless

GdR of the Endless

L’impegno messo in pratica dal team di sviluppo verso l’inserimento di nuove meccaniche relative ai generi roguelike e tower defense si può facilmente riscontrare anche quando si valuta la modernizzazione di quelle inerenti al mondo dei GdR. In Dungeon of the Endless la componente ruolistica si distacca da quella classica, caratteristica dei giochi a turni della precedente generazione (soprattutto su PC, come i primi due capitoli della serie), e con poche e semplici innovazioni sfrutta elementi di base per garantire ai videogiocatori un maggior ventaglio di possibilità per affrontare al meglio le loro run. Dopo aver ottenuto una quantità sufficiente di materie prime, infatti, i prigionieri avranno la possibilità di modificare il proprio inventario tramite l’acquisto di armi, armature e accessori dai mercanti che dimoreranno nelle stanze dei dungeon. Inoltre, sfruttando una diversa tipologia di risorse, i videogiocatori potranno scegliere diverse strategie d’azione: curare le ferite del proprio personaggio oppure farlo salire di livello aumentando così le sue caratteristiche?

Il destino dei due prigionieri (potranno anche aumentare, se si sarà abbastanza fortunati da trovare altri personaggi nelle capsule di salvataggio, per un massimo di quattro) sarà tutto nelle mani dei videogiocatori, che dovranno trovare un loro personale equilibrio nelle meccaniche, provando e riprovando a portare in salvo i propri avatar. Le prime run potrebbero essere le più complicate, non essendo così intuitivi alcuni passaggi, soprattutto per quanto riguarda la componente di gestione e utilizzo delle risorse. Dopo molti ma brevi e fugaci tentativi, i dungeon nasconderanno sempre meno segreti e, dopo aver appreso le basi, si riuscirà sempre più a ritardare la morte dei propri personaggi. Naturalmente, avendo caratteristiche da roguelike, la morte risulterà essere definitiva, con la conseguente perdita di ogni progresso ottenuto fino a quel momento.

Luci e ombre: dove sono i miei compagni?

Dungeon of the Endess è stato sviluppato inizialmente per PC e solamente nell’ultimo anno reso disponibile per PlayStation 4. Ma come si comporta dopo il passaggio su console? Godere di tutte le finiture grafiche di questo titolo risulta fin troppo setting-dipendente. Se osservati in prossimità dello schermo del PC, infatti, si possono notare dettagli che si presentano una volta entrati in una nuova stanza, precisi e ricercati, in pixel art. Risulta di conseguenza più complicato analizzare ogni singolo elemento, comprese le didascalie e le descrizioni a schermo, se affrontato su PlayStation 4 a una distanza maggiore.

Dungeon of the Endless

Dal punto di vista della longevità, Dungeon of the Endless segue in tutto e per tutto i suoi colleghi appartenenti al genere roguelike; i videogiocatori potranno cimentarsi nella fuga dai dungeon per tutto il tempo che vorranno, essendo questi generati casualmente. Inoltre, una volta ottenuto il proprio obiettivo a difficoltà Facile (inizialmente il videogioco propone solo questa modalità e quella Molto facile), saranno sbloccate difficoltà maggiori, così da permettere una rigiocabilità elevatissima.

Un’ultima ma sostanziale differenza tra la versione PC e quella PlayStation 4 è la scomparsa della modalità multiplayer. Annunciata come presente prima dell’uscita del videogioco, gli sviluppatori hanno deciso di rilasciare Dungeon of the Endless senza la possibilità di collaborare online con altri prigionieri; senza questa decisione dell’ultimo secondo, probabilmente, il videogioco sarebbe stato molto più stimolante e ricco di strategie.

Trofeisticamente parlando: Platino senza fine

Chi è sempre a caccia delle esclusive coppe metalliche PlayStation, troverà in Dungeon of the Endless un osso davvero duro. Alcuni trofei si basano solamente sul portare a termine una partita utilizzando un determinato oggetto sviluppato nel dungeon. Starà nella perseveranza dei videogiocatori provare e riprovare fino all’ottenimento del risultato. Altri trofei sono molto più complessi, come ad esempio Real Heroes Don’t Pause che richiede l’ardua impresa di portare a termine una completa run senza sfruttare l’utilissima opzione di mettere in pausa. Nei livelli più alti del dungeon è uno dei pochi strumenti a disposizione per organizzare al meglio la propria strategia.

VERDETTO

Appassionarsi fin da subito a Dungeon of the Endless, almeno per il sottoscritto, è risultato molto complesso. Chi non è un amante delle meccaniche gestionali più statiche avrà sicuramente qualche difficoltà iniziale ad allinearsi con il gameplay. Dopo svariati e strazianti fallimenti, però, questo titolo può fornire una buona esperienza ludica, soprattutto grazie alla sua totale rigiocabilità. Consigliato, quindi, soprattutto a chi è più avvezzo alle meccaniche dei tower defense. Da ricordare, infine, l'assenza della modalità multiplayer, una mancanza inspiegabile, soprattutto perché esistente già su altre piattaforme.

Guida ai Voti

Paschal Fenderico
Avvicinatosi per la prima volta al mondo PlayStation con l'intramontabile Fifa 2000, il non più giovane Paschal ha ampliato i suoi interessi, spostando la sua attenzione verso molti altri generi videoludici. Tra i suoi preferiti possiamo trovare i platform, gli action ed i GDR. Solamente negli ultimi anni ha dedicato ogni briciolo della sua forza vitale a quasi tutti i videogiochi che potessero anche solo lontanamente assomigliare ad un ''Soulslike''.