Eastshade – Recensione

Sviluppatore: Eastshade Studios Publisher: Eastshade Studios Piattaforma: PS4 Genere: Avventura Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 21,99 € Italiano:

“Sogno di dipingere e poi dipingo il mio sogno”.
Vincent Van Gogh

Quante volte vi capita di leggere l’annuncio di un nuovo videogioco d’azione che promette di utilizzare armi devastanti oppure di uno di corse con bolidi rombanti pronti a sfrecciare su circuiti pieni di ostacoli? La maggior parte dei titoli lanciati sul mercato punta sull’adrenalina, cercando di regalare agli utenti emozioni quasi impossibili da ottenere nella vita reale. Eastshade Studios ha scelto di svincolarsi da questa tendenza per proporre un’avventura riflessiva, in cui ci si ritroverà a esplorare un’onirica e pacifica isola.

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Un viaggio travagliato

La narrazione di Eastshade inizia in medias res. Il giocatore si ritroverà già in viaggio su una nave diretta verso un’isola in compagnia di alcune bizzarre creature con il corpo umano e la testa di animale. Queste forniranno una prima infarinatura dei comandi e ci sveleranno che la nostra destinazione è Eastshade, il luogo lussureggiante di cui ci ha narrato anni fa nostra madre.

Interpreteremo il ruolo di un pittore girovago in cerca d’ispirazione che, basandosi sulle storie ascoltate in gioventù, si farà carico della missione di dipingere quei luoghi tanto cari alla propria madre. La trama si ferma qui, dato che dopo un naufragio ci ritroveremo su Eastshade con l’unica richiesta di esplorare l’ambiente circostante, senza obiettivi da raggiungere entro un tempo limite, mostri da abbattere o veicoli da guidare a rotta di collo.

Il cuore di Eastshade risiede proprio nella libertà lasciata al giocatore. Seguendo una certa logica negli spostamenti, in realtà, sarà abbastanza semplice capire come muoversi. Si partirà infatti dal piccolo villaggio di Lyndow, che gli appassionati dei titoli targati Eastshade Studios ricorderanno nella loro prima opera, parlando con gli abitanti e con i nostri compagni naufraghi per apprendere le basi della pittura, che si fonda sulla creazione artigianale delle tele e sul loro successivo utilizzo.

Gli stralci di dialogo e la possibilità di leggere vari libri di testo permetteranno poi di approfondire le tematiche del folklore locale, scoprendo tante sfaccettature del mondo creato da questo talentuoso team. Superato lo stupore iniziale e l’impatto con l’assenza totale d’indicatori a schermo o informazioni, giunge il momento di armarci di pennelli e tempere e di trasferire su tela tanti paesaggi.

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Cubista o impressionista?

La meccanica alla base di Eastshade è legata alla realizzazione di quadri. Una volta individuato il giusto scorcio sarà possibile premere un tasto, selezionare una tela vuota e decidere quale area dipingere. La stesura del colore avverrà in maniera automatica, trasformando però il paesaggio scelto in un’opera d’arte che potremo portare con noi per mostrarla agli amici, oppure utilizzarla per completare alcune delle missioni del gioco.

Proprio le missioni sono un altro elemento importante di Eastshade. Alcuni degli abitanti ci faranno richieste che consisteranno nel dipingere un determinato soggetto oppure nel recuperare oggetti. In cambio dei nostri servigi, potremo ricevere informazioni utili al proseguo dell’avventura, denaro e oggetti oppure ancora dei progetti, che rappresenteranno una sorta di potenziamento del personaggio, che apprenderà come dar vita a nuove strutture.

I progetti saranno legati alla semplice meccanica di crafting inserita nel gioco, con la quale sarà possibile inizialmente creare solo le tele su cui potremo dipingere, ma che porterà poi a realizzare strutture più complesse come falò, tende e persino rudimentali zattere utili, impiegando però una maggiore quantità di risorse.

Sfortunatamente questa è la funzione più debole di Eastshade, dato che solitamente la difficoltà nel trovare i materiali sarà data anche e soprattutto dall’assenza di indicazioni per identificare le aree in cui sono presenti, senza contare che trovarsi in un punto fondamentale per dipingere e scoprire di non avere tele da utilizzare né oggetti di creazione nei dintorni sarà decisamente frustrante, per quanto sia comunque possibile cancellare un quadro già “salvato” e riutilizzare la base.

Come in un libro

Il lato artistico di Eastshade è sicuramente l’aspetto che spicca maggiormente. La scelta degli autori di abbandonare qualsiasi tipo di azione frenetica per focalizzare l’attenzione dell’utente su ciò che lo circonda è senza dubbio vincente, tanto che molto spesso ci si dimenticherà di essere all’interno di quello che, all’atto pratico, è un walking simulator.

A rovinare parzialmente l’atmosfera ci pensa purtroppo un’ottimizzazione per PlayStation 4 tutt’altro che eccellente. Pur trattandosi di un gioco pubblicato su PC oltre un anno fa, non ci sono stati miglioramenti a livello grafico in fase di trasposizione su console, tanto che saranno frequenti e numerosi dei fastidiosi effetti pop-up che faranno comparire cespugli, alberi e persino NPC dal nulla.

La totale assenza d’indicatori a schermo per aiutare i giocatori con le missioni, così come anche la già citata mancanza di riferimenti per identificare al meglio le risorse, genereranno soprattutto nelle prime ore di gioco una sensazione di disorientamento, tanto che molto spesso ci si ritroverà a vagare senza una meta precisa.

Si tratta di difetti minori che però danneggiano un’esperienza che basa il suo gameplay sulla qualità sensoriale e che dunque risente di ogni sbavatura, specialmente di quelle grafiche: un vero peccato, considerato anche che i quadri dipinti e osservabili in qualsiasi momento dal menu di pausa saranno di pregevole fattura così come lo sarà l’intera isola di Eastshade, davvero bella da osservare, girare ed esplorare.

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Senti che musica

Chiudendo un occhio (o due) sulle magagne tecniche, il lavoro svolto dai ragazzi di Eastshade Studios è davvero encomiabile, frutto anche dell’esperienza maturata con Leaving Lyndow. I paesaggi incontaminati dell’isola, di dimensioni discrete, saranno ricchi di dettagli, con tanti luoghi che ci faranno fermare per qualche istante e porteranno quasi naturalmente il giocatore a decidere di dipingerli.

Nonostante lo scopo del gioco sia di realizzare solo tre paesaggi principali, uno dei pregi del titolo è proprio quello di stimolare gli utenti a immortalare le aree che più li colpiranno sia per una questione di gusto estetico personale, sia per sbloccare extra o completare magari qualche missione accettata dialogando con i personaggi che popolano l’isola. Ad accompagnare l’avventura ci sarà poi una colonna sonora davvero azzeccata che, nonostante una generale ripetitività, sarà in grado di aumentare la sensazione di relax generata dall’esplorazione di Eastshade.

A livello grafico, invece, a parte gli effetti pop-up di cui abbiamo già parlato, il titolo non eccede mai, proponendo paesaggi evocativi ma realizzati sempre e comunque con semplicità a volte eccessiva, che avranno una resa decisamente migliore sulle tele, funzione su cui i ragazzi di Eastshade Studios hanno davvero dato il massimo e che verrà apprezzata tanto dai reali artisti quanto da giocatori “normali”.

Trofeisticamente parlando: una passeggiata nel bosco

Trattandosi di un walking simulator, la lista trofei di Eastshade non comprende coppe che richiedono abilità specifiche. Sarà sufficiente completare tutte le missioni, raccogliere una serie di collezionabili ed esplorare le aree di gioco per arrivare al Platino. Se volete raggiungere questo obiettivo, vi suggeriamo di consultare la nostra esaustiva guida ai trofei.

VERDETTO

Chi l'ha detto che per smuovere i giocatori servono emozioni forti? Con Eastshade, l'omonimo team ha dimostrato che persino un walking simulator riflessivo e senza azione, nel senso cinematografico del termine, è in grado di tenere incollati gli utenti allo schermo. Un'isola da esplorare e da dipingere, tanti personaggi con cui interagire e qualche rompicapo sono una formula vincente, sporcata da piccole sbavature qua e là, proprio come in un quadro. Un sistema di crafting poco intuitivo e un'ottimizzazione non perfetta sono note stonate di un videogioco che verrà apprezzato tanto dagli artisti veri quanto da chi sia a digiuno dell'argomento. Se cercate un'esperienza rilassante e riflessiva, allora vi suggeriamo di prendere una nave (magari una che non naufraghi) e correre su Eastshade.

Guida ai Voti

Stefano Bongiorno
Nato e cresciuto in cattività, il giovane Stefano è stato svezzato a latte in polvere e Nintendo, cosa che lo ha portato con gli anni a dover frequentare svariati osteopati a causa delle deformazioni alle mani causati dall'uso di pad rettangolari. Oggi ha una certa età e scrive per il Bit, non perché abbia una scelta, ma perché altrimenti il boss Dario lo fustiga con le copie invendute di Digimon All-Star Rumble. Nel tempo libero si dedica occasionalmente al suo lavoro di commesso di telefonia e soprattutto alla caccia al Platino, con scarsi risultati.