Elliot Quest – Recensione

Sviluppatore: Ansimuz Games Publisher: PlayEveryWare Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 14,99 € Italiano:

Un po’ Zelda II: The Adventure of Link e un po’ La-Mulana; un po’ gioco di ruolo e un po’ metroidvania, un po’ esperienza rilassante e un po’ sfida. Elliot Quest è tante cose, ma nel suo miscelare fonti di ispirazione e meccaniche diverse trova una propria identità e una propria posizione. Il tutto senza fare affidamento su un comparto tecnico all’avanguardia, bensì su una grafica a 8 bit che fin dall’avvio del gioco ci riporta piacevolmente indietro di trent’anni. Ideato e sviluppato in solitaria dalla mente brillante di Luis Zuno, Elliot Quest è l’ennesima dimostrazione di quanto il peso specifico di gameplay e atmosfera sia superiore a quello di grafica ed effetti speciali.

In cerca di aiuto

Elliot ha perso da poco la moglie e, incapace di accettare il dolore, si ammala. In una terribile notte prende la decisione di togliersi la vita gettandosi da un burrone, ma con suo enorme stupore scopre di essere sopravvissuto. Elliot non può morire, eppure è minacciato da un pericolo ancor peggiore della morte: una maledizione inflittagli da un demone chiamato Satar lo consumerà, giorno dopo giorno, fino a trasformarlo a sua volta in un demone. Da qui prende il via il suo viaggio sull’isola di Urele, tra dungeon e foreste, per chiedere aiuto ai Guardiani e trovare una cura prima che sia troppo tardi.

Il gioco, che racconta efficacemente la sua storia tra testi scritti e sequenze di intermezzo, si rivela essere, nella pratica, un action platform bidimensionale con elementi di gioco di ruolo e una forte spinta verso l’esplorazione. La mappa dell’isola, raccordo tra le varie sezioni, ha invece una visuale dall’alto, che ricorda vagamente quella di Chrono Trigger e nella quale possiamo spostare l’icona di Elliot fino a trovare nuove zone accessibili, indicate dalla comparsa di un punto esclamativo.

Le aree esplorabili vere e proprie ci riportano a una visuale classica dal fianco e si sviluppano orizzontalmente e verticalmente in diverse schermate, di cui possiamo consultare una mappa schematica nel menù di gioco, in modo da sapere sempre dove siamo stati e dove dobbiamo ancora passare. Non tutte le zone sono accessibili dal primo momento; entra in gioco così l’elemento metroidvania di Elliot Quest, che prevede di recuperare oggetti o abilità specifiche prima di poter procedere e, eventualmente, di tornare sui nostri passi per esplorare a fondo le mappe e trovare nuovi segreti grazie ai poteri acquisiti.

Sapersi difendere

Elliot Quest non è una mera esperienza di esplorazione tra scale e piattaforme. Il nostro protagonista deve vedersela con le più svariate creature ostili, da blob gelatinosi a fastidiose rane, passando per pipistrelli fino a pseudo-troll sputa-fuoco, senza contare i numerosi pericoli ambientali che si presentano lungo la strada. Armati inizialmente di un semplice arco, dovremo affrontare i nemici con attenzione e pianificazione, senza dimenticare che comandi semplici non corrispondono a un’altrettanta semplice esperienza di gameplay. Ci troveremo spesso circondati e minacciati su più fronti e dovremo abilmente dosare fasi di attacco ad altre di fuga, o di salto per evitare palle infuocate, o di immobilità per poter approfittare dello scudo, e così via.

Giocare con intelligenza e destrezza va tutto a nostro favore. Uccidere in sequenza riempie infatti una barra di concatenazione che, come effetto, aumenterà la frequenza di rilascio di oggetti (monete, salute e non solo) da parte dei nemici eliminati. Ogni nostra azione ostile ci frutta inoltre punti esperienza fondamentali per far salire di livello Elliot e facilitarne l’avventura. Un singolo colpo subito, al contrario, ci costerà un cuore della barra energia, inizialmente composta da soli tre cuori, ma potenziabile. Attenzione anche a tornare sui nostri passi; uscendo e rientrando da una schermata vi ritroveremo tutti i nemici già sconfitti, un “fastidio” che però talvolta può essere sfruttato a nostro vantaggio.

Gioco di ruolo e finali multipli

La componente gioco di ruolo di Elliot Quest si palesa nell’esperienza che viene accumulata in seguito a ogni uccisione e che, al riempimento della barra consultabile nel menù, garantisce un salto di livello e un punto abilità da spendere per potenziare le cinque caratteristiche del personaggio. Morire, al contrario, ci farà rinascere al più vicino checkpoint, sottraendoci parte dell’esperienza. Non solo, ma sono l’atmosfera in generale, il forte senso di avventura e mistero e la scoperta di oggetti, forzieri e luoghi nascosti a trasformare questo titolo semi-sconosciuto in un piccolo gioiello che riuscirà a tenervi incollati allo schermo per ore.

Come se non bastasse, diverse scelte disponibili nel corso della storia avranno influenza sul nostro karma, consultabile nel solito menù, che prevede tre possibilità: buono, neutrale e malvagio. Terminando il gioco avremo tre finali differenti in base al nostro comportamento; aprire forzieri dentro a case di sconosciuti ci porterà verso quello cattivo, mentre aiutare personaggi in missioni secondarie ci condurrà all’epilogo buono. Variabilità e spinta alla rigiocabilità, insomma, non mancano.

Che varietà!

A proposito di varietà delle situazioni, è proprio questo uno degli elementi di Elliot Quest che lascia più a bocca aperta. Verrebbe da pensare, vista la natura del titolo e le risorse di uno sviluppatore solitario, che il gioco abbia una struttura base ripetuta capace ben presto di rivelarsi monotona e annacquata. Al contrario, avremo a che fare con eventi sempre diversi: ora dovremo saltare con precisione da una piattaforma all’altra per raggiungere un’area nascosta, ora dovremo resistere alla spinta di un forte vento contrario e attendere che si posi per saltare oltre un burrone; ora risolveremo un mini-enigma, spingendo una bomba contro una parete per abbatterla, ora attraverseremo la mappa da una parte all’altra alla ricerca di una chiave mancante.

A coronamento di tutto ci sono i ben sedici boss diversi che incontreremo nelle nostre peregrinazioni. Si tratta di nemici più tosti dei normali avversari che popolano le aree di gioco e che dovremo affrontare seguendo precisi schemi, unici per ogni boss. Non siamo ai livelli di studio e strategia di un souls-like, ma raramente basterà lanciare frecce a ripetizione senza un minimo di visione complessiva della situazione. Quando un gioco sa tenere così accesi i nostri sensi e sa restituirci un profondo senso di soddisfazione significa che ha assolto pienamente il proprio dovere. Un difetto? La totale assenza di indicazioni su dove andare, che cosa fare e perché usare determinati oggetti può a volte lasciare spaesati e costringerci a un’esplorazione minuziosa alla ricerca di qualche passaggio che potremmo aver dimenticato. D’altronde, per qualche giocatore questo potrebbe essere addirittura un pregio…

8 bit, tanta passione

Elliot Quest si presenta con una gradevolissima grafica in 8 bit che non potrà non accendere nostalgia dei tempi andati. Tanto più che lo fa alla perfezione, con il risultato di portare su PlayStation 4 un titolo che potrebbe risalire ai tempi del NES e che tiene testa, grazie alla sua qualità, ai giochi più moderni. Ottimo anche il comparto audio, non memorabile né eccessivamente vario, ma capace di accompagnare e arricchire l’esperienza senza mai venire a noia.

Trofeisticamente parlando: Quest è troppo!

Elliot Quest include ventitré trofei, incluso il Platino, i quali presentano due difficoltà. La prima è legata agli obiettivi veri e propri, che prevedono di sbloccare tutti e tre i finali, di raccogliere i numerosi collezionabili e di sconfiggere i diversi boss del gioco. La seconda è un possibile problema tecnico segnalato nei forum online, secondo cui la lista trofei non si sincronizzerebbe correttamente con i server, rendendo le coppe ottenute invisibili nella nostra bacheca. I cacciatori di trofei più accaniti sono avvisati. Per ulteriori informazioni, vi rimandiamo all’elenco trofei in italiano disponibile sul nostro forum.

VERDETTO

Elliot Quest è una piccola perla a 8 bit. Vario, longevo, difficile al punto giusto, misterioso e accattivante, capace di suscitare una certa nostalgia per i giochi di una volta e di offrire una profondità e una complessità delle situazioni invidiabile, saprà conquistarvi e tenervi incollati allo schermo. Se amate i giochi retrò, i GdR o i metroidvania, e ancor meglio se siete fan di tutte e tre le categorie, potreste aver scoperto un titolo che fa per voi.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.