MobileEmily Wants to Play - Recensione

Emily Wants to Play – Recensione

Publisher: SHK Apps Developer: SHK Apps
Piattaforma: PS4 (disponibile anche per Mobile) Genere: Survival Horror Giocatori:PEGI: 12 Prezzo: 5,99 €

Con l’avvento di Slender su PC, i titoli horror hanno avuto un aumento forse anche troppo eccessivo. In Slender il nostro scopo era trovare 5 pagine di un quaderno, e sopravvivere in un bosco alla mortale presa di Slenderman e relativo “jump scare”. Da quel momento in poi praticamente tutti i titoli indie a tema survival horror si sono basati su questi ultimi; il nostro unico scopo è diventato sopravvivere in un’area medio piccola per più tempo possibile evitando così gli spaventi, pur restando in un’atmosfera di piena tensione.

Questi titoli hanno avuto un grandissimo successo grazie a YouTube, dove titoli come Outlast, Five Night at Freddy, Amnesia e il già citato Slender hanno fatto breccia nel cuore dei videogiocatori, grazie soprattutto agli spaventi presi dai beniamini dei ragazzi e noi, non possiamo essere da meno, quindi spegniamo le luci, indossiamo le cuffie e prepariamoci ad avviare Emily Wants to Play.

Giochiamo a nascondino?

La storia che ruota attorno ad Emily Wants to Play è semplicissima: noi siamo un normalissimo fattorino che consegna delle pizze, facendo la nostra consegna ci ritroviamo in questa casa apparentemente disabitata, presto però scopriremo che ad abitarla ci sono Emily, una bambina fantasma e tre pupazzi dall’aspetto davvero inquietante. Il nostro compito? Sopravvivere fino alle prime luci dell’alba. A noi quindi spetta solo l’ardua missione di non venire sopraffatti dalle bambole che vogliono giocare ad 1,2,3… stella o a nascondino, girando liberamente per la piccola casa messaci a disposizione dagli sviluppatori.

L’intero gioco è quindi basato sugli ormai famosi jump scare e non dovremo davvero fare nulla se non continuare a girare o ad analizzare gli elementi della casa per scoprire la sottotrama del gioco. Sia chiaro, non siamo ai livelli di Gone Home (anche perché lì, di Jump Scare, non ce ne era manco mezzo NdD), non era certo questo l’intento degli sviluppatori, ma cercare di scoprire cosa sia successo agli inquilini può essere un interessante passatempo. Certo, vi servirà un passatempo perché, a meno che non siate degli streamer o dei piccoli youtuber provetti, ci sarà davvero ben poco da fare nell’oretta che impiegherete a completare il gioco, questo perché il vostro compito sarà sopravvivere fino alle 6:00 del mattino, e senza crearvi voi stessi uno scopo, il tutto risulterà abbastanza noioso.

Nessuno vuole giocare con me?

Come facilmente intuibile le ore di gioco non sono paragonabili alle ore reali, infatti un’ora equivale a 6 minuti effettivi, il che vuol dire che impiegherete circa mezz’ora per completare il gioco. Purtroppo la quantità spropositata di morti e continui jump scare faranno alzare abbastanza l’asticella del tempo giocato, ma difficilmente si arriverà a superare l’ora e mezza, anche se ogni morte equivale a ripartire dall’ora in cui siamo morti da zero – fortunatamente mai dall’inizio. Una volta capito il meccanismo delle tre bambole e il nascondino con Emily però, il tempo si riduce drasticamente perché tutte le morti derivano dal fatto che inizialmente è difficile capire a che gioco stiano giocando i vari personaggi.

Come già detto in precedenza, i giochi sono essenzialmente dei semplici giochini per bambini, che almeno una volta nella vita abbiamo fatto tutti quindi, una volta apprese le regole, sarà molto facile riuscire a sopravvivere e resistere 6 minuti in presenza dei simpatici amici di Emily, inoltre vi basterà andare ogni volta in cucina e leggere la lavagna per capire cosa fare.

Una casa desolata

Sotto l’aspetto grafico il gioco non eccelle. Il titolo è mosso dall’Unreal Engine 3, ma nonostante tutto gli ambienti sono molto scarni e sempliciotti e come già detto anche la casa in cui è ambientato il gioco è davvero piccola. Oltre alle classiche stanze come cucina, soggiorno, bagno e camere da letto abbiamo solo un piano interrato; queste serviranno prevalentemente quando dovremo giocare a nascondino con il fantasma di Emily. L’audio fa il suo dovere, soprattutto se giocato con le cuffie (cosa praticamente essenziale in questo genere di giochi) dove è necessario ascoltare attentamente i suoni delle bambole per capire da dove provengono e come comportarci in presenza di bambole diverse. Su PlayStation 4 il titolo non dispone delle funzionalità di PlayStation VR cosa che, invece, su PC è stata implementata ormai da tempo.

Trofeicamente parlando: 1,2,3… Stella!

Emily Wants to Play ci da l’opportunità di racimolare solo 11 trofei, suddivisi in 7 bronzi, 3 argenti e un singolo trofeo d’oro; niente di eccezionale quindi sotto questo aspetto, ma ottenere il 100% è fortunatamente una sciocchezza, infatti basterà completare il gioco solo due volte per ottenere il doppio finale e un brillante 100% nella vostra trophy card.

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Nicola Raiola
All'interno del mondo del Bit fin dal suo stato embrionale di UPSBlogit. Ha iniziato a giocare alla tenera età di quattro anni. Appassionato a ogni genere videoludico segue con passione, oltre ai videogame, anche film, anime e manga. Questo, purtroppo, è causa della sua instabilità mentale.