F1 2020 – Recensione

Sviluppatore: Codemasters Publisher: Codemasters Piattaforma: PS4 Genere: Corse Giocatori: 1-2 (Online: 2-20) PEGI: 3 Prezzo: 69,99 € Italiano:

Al termine della passata stagione, il campionato 2020 di Formula 1 era stato presentato in pompa magna, proclamato come uno dei più sfarzosi di sempre, anche per via di una serie d’incredibili coincidenze. Ci aspettavano mesi di battaglie in pista, con il dominio targato Mercedes insidiato dalla ritrovata competitività di Ferrari e Red Bull. Doveva essere la stagione più lunga di sempre, grazie all’ingresso di due nuovi Gran Premi in calendario. Doveva essere il campionato in cui Lewis Hamilton probabilmente avrebbe eguagliato l’incredibile record di sette titoli iridati detenuto da Michael Schumacher. Dovevano festeggiarsi le mille gare della Ferrari, nonché il settantesimo anniversario del Circus. Infine, doveva essere l’ultimo anno prima del cambio regolamentare che avrebbe stravolto l’aerodinamica delle monoposto. Doveva, abbiamo ripetuto più volte. Doveva, perché all’improvviso un ciclone chiamato Covid-19 ha sconvolto tutto, persino una lega che sembrava intoccabile, per antonomasia uno sport dominato dalla ricchezza. E invece.

Anche il mondo della Formula 1 si è piegato alla pandemia. Mesi di stop forzati, fabbriche chiuse, gare cancellate o rimandate, come ad esempio lo straordinario palco del Gran Premio di Monaco, sponsor spariti dai radar, un calendario completamente rivisto e i nuovi regolamenti rinviati inesorabilmente. Ma un lato positivo lo si trova sempre, anche in queste disgraziate situazioni. Giovani piloti come Charles Leclerc, Lando Norris o George Russell ci hanno insegnato che il motorsport si può vivere anche virtualmente, partecipando a un campionato online organizzato dalla stessa F1. I Virtual Grand Prix hanno donato un nuovo senso di responsabilità agli eSport, facendoli emergere presso il grande pubblico. Come avrà reagito Codemasters, software house che detiene la licenza ufficiale del campionato, a questi repentini cambiamenti? Scopriamolo insieme in questa recensione.

F1 2020

L’undicesima stella

Partiamo subito con il dire che F1 2020 è stato ideato per essere pienamente usufruibile sia dagli esperti che dai videogiocatori alle prime armi. Grazie alle tantissime opzioni presenti, come il settaggio del controllo trazione, del livello di difficoltà dell’intelligenza artificiale o dell’ABS, l’esperienza di gioco può variare profondamente. Impostando tutti gli aiuti alla guida al massimo, il giocatore dovrà solamente fare attenzione a seguire la giusta traiettoria e a non scontrarsi con le vetture avversarie (ma anche in questo caso si possono disattivare i danni alla monoposto oppure utilizzare i comodissimi flashback). Privandosi di qualsivoglia tipo di aiuto alla guida, invece, domare una monoposto è un’esperienza difficile, ma gratificante, viste le buone sensazioni offerte sia giocando con il DualShock 4 che con un volante. Il titolo dà il suo meglio proprio in queste condizioni; ogni sorpasso diviene una vera e propria lotta al millimetro.

Dopo anni di richieste, finalmente Codemasters ha accontentato l’utenza dando vita alla Carriera Scuderia, nuova modalità in cui è possibile creare e gestire la scuderia dei propri sogni portandola in prima persona alla conquista dell’iridato. Come nel migliore dei gestionali, in F1 2020 dovremo dare un’identità alla squadra, creando un logo e una livrea abbastanza personalizzabili, oltre che ovviamente il nostro alter ego virtuale. Compiuto questo primo passo è giunto il momento di dare un’anima alla monoposto, scegliendo di siglare un accordo con uno dei quattro fornitori ufficiali di power unit, ovvero Ferrari, Mercedes, Renault e Honda. Questa scelta condiziona pesantemente l’andare stagionale, poiché ognuno dei quattro motori ha caratteristiche tecniche ben diverse. Ad esempio, la PU Ferrari è la più potente e affidabile del lotto, ma anche la più costosa, un eccessivo esborso di denaro che potrebbe condizionare lo sviluppo di altri componenti. Da sempre la Formula 1 vive di sponsorizzazioni e questo vale anche per il nostro neonato team, il quale necessita di sponsor che garantiscono ulteriori fondi, sempre a patto di raggiungere gli obiettivi a breve e lungo termine fissati. Ultimo passo è la selezione di un compagno di squadra, uno scudiero in grado di portare a casa punti importanti oppure un vero rivale con il quale lottare per la vittoria. Inizialmente è possibile solamente assumere un pilota proveniente dal roster ufficiale della stagione 2019 della F2, ma in seguito, attraverso un mercato piloti ricco di statistiche e ben strutturato, potremo addirittura ingaggiare il nostro idolo preferito. E’ ora di farci conoscere e rispettare dagli altri team.

F1 2020

Quest’oggi, finalmente farò conoscere al mondo intero la mia scuderia. Dopo aver militato a lungo nel GT World Challenge, il mio sogno si è realizzato: arrivare in Formula 1. Ho organizzato una presentazione unica, che ci farà ottenere nuovi tifosi e sponsor. Gli avversari ci osservano con attenzione, non posso sbagliare dinanzi alle telecamere.

“Un cordiale saluto amici telespettatori” – permetteteci la citazione del mitico Giancarlo Mazzoni – “diamo il benvenuto alla PSB-01, prima monoposto della Scuderia Bit. Siamo qui per mandare a casa la Mercedes, la loro egemonia giunge al termine. Toto Wolff, preparati a sbattere i pugni sul tavolo. Ma restiamo umili, l’obiettivo stagionale è la top ten, o quantomeno non distruggere la vettura alla prima curva. Ci vediamo in pista!”.

Sicuramente di grande effetto, ci temono… o ci avranno preso per dei pagliacci. Almeno il team è entusiasta di queste dichiarazioni, il reparto motori ha una motivazione quasi illogica che permetterà al personale di rendere al meglio.

E’ la vigilia del Gran Premio d’Australia, prima gara presente in calendario. Dopo mesi di simulazione al computer potremo effettuare un vero turno di prove libere, utile non solo per studiare il circuito e il giusto assetto da adottare, ma anche per analizzare la monoposto e i futuri aggiornamenti da ricercare. Il box è frenetico, è ora di calarmi nell’abitacolo. Semaforo verde, la sessione è partita e decido immediatamente di effettuare un primo test del circuito. Capire la giusta traiettoria di ogni settore e la marcia da innestare a ogni curva è assolutamente necessario per ottenere un tempo valido per la pole. Un buon primo giro mi permette di cumulare i primi punti Risorsa, in fabbrica ne saranno contenti. Ora, però, si fa sul serio, bisogna spingere sull’acceleratore nella simulazione di qualifica. Una vettura ancora acerba e nervosa e qualche errore di troppo ed il test è fallito. Ma non c’è tempo per la commiserazione, le prove libere sono finite. Domani si lotta per la pole position.

Fuoco e fiamme al via

E’ tempo di qualifiche, è tempo di dare il meglio al volante e di spremere al limite la monoposto. Ogni decimo di secondo è fondamentale per non finire nelle retrovie, per non partire in mezzo al gruppone e rischiare pericolosi contatti già al via. Inoltre, per via della regola del parco chiuso, l’assetto utilizzato durante questa sessione non può essere modificato in seguito, e dunque è quello valevole per la gara. Sbagliare significa compromettere l’intero week-end. Melbourne è un circuito atipico, un semi-cittadino ricco di curve veloci e angoli pericolosi, ma anche di alcuni rettilinei in cui un motore performante fa la differenza. Un set-up bilanciato, che garantisce una buona trazione in accelerazione e aderenza in percorrenza curva, è assolutamente consigliato in queste condizioni. La tabella dei tempi mi relega in tredicesima posizione su ventidue, non male per un novellino.

F1 2020

Domenica di gara. Mi trovo sulla griglia di partenza, dove in compagnia del mio ingegnere di pista stiamo valutando la migliore strategia possibile. Meglio caricare più carburante in modo tale da sfruttarlo in modo più intenso o partire più leggeri ma gestire la riserva per tutto il Gran Premio? E visto l’obbligo dell’utilizzo di due mescole di pneumatici diverse, sarebbe opportuno optare per una sola sosta? Mi affido totalmente al muretto, d’altronde vengono pagati proprio per questo.

Tre… due. Con la semplice pressione di un tasto imposto al massimo l’ERS – Energy Recovery System, ovvero un avanzato sistema che garantisce l’erogazione di oltre cento cavalli tramite i motori elettrici e che si rigenera in frenata. Uno. Seleziono la mescola di carburante grassa… via. Partenza straordinaria, guadagno ben due posizioni in pochi metri. ERS e carburante mi hanno dato una spinta pazzesca, ma non posso abusarne o rischio di restare a secco prima del dovuto. La prima curva dell’Albert Park è un veloce destra-sinistra, da percorrere in terza marcia a oltre centocinquanta chilometri orari. Nonostante il poco spazio, fortunatamente ne esco illeso, tenendomi stretta l’undicesima posizione. Ma il gruppo in testa è già lontano, dispongono di vetture nettamente superiori. E’ una gara in difesa, la PSB-01 necessita di pesanti aggiornamenti per poter competere al vertice. Dopo una manciata di giri, la Renault di Daniel Ricciardo è in fumo, problemi al motore mi comunicano al team radio. Con un po’ di fortuna agguanto la top ten, ma è già tempo del valzer dei pit-stop. I miei ragazzi sono velocissimi, in circa due secondi effettuano il cambio gomme e mi permettono di guadagnare un’ulteriore posizione, questa volta ai danni dell’AlphaTauri di Pierre Gasly. Il francese riparte poco dopo ed è già alle mie spalle, pronto a sfruttare ogni piccolo spazio. Si trova a poco meno di un secondo e sul rettilineo di partenza riesce a sfruttare il DRS (Drag Reduction System, ovvero un flap posizionato sull’alettone posteriore che riduce la deportanza, aumentando significativamente la velocità). Se sul rettilineo non riesco a opporre resistenza, in staccata restituisco il favore, rimettendomi in testa. Gli pneumatici, però, iniziano a cedere, l’aderenza è al minimo, sembra di pattinare sul ghiaccio. A soli tre giri dal termine, perdo la nona posizione, ma non posso recriminare nulla al team né tanto meno alla mia guida. E’ solo la gara inaugurale di una lunga carriera da pilota-team manager.

F1 2020

Mentre tutti gli altri piloti si concedono una meritata vacanza, in qualità di fondatore della scuderia io sono costretto a gestire il business e le pubbliche relazioni. In seguito ad alcune interviste post-gara, una società mi ha proposto una sponsorizzazione con obiettivi legati alle prestazioni in pista. Con questi nuovi fondi a disposizione, dopo un’attenta analisi decido di investire sul reparto marketing, in modo tale da cercare ulteriori introiti. Certo, avrei potuto migliorare strutture della fabbrica come il tunnel del vento o il simulatore virtuale, ma i soldi la fanno da padrone. Con i punti Ricerca ottenuti durante le prove libere, invece, dirigo lo sviluppo della monoposto verso un miglioramento del telaio, in particolare verso una migliore ridistribuzione dei pesi. Infine, potrei concedere del tempo libero allo staff, ma la nostra neonata scuderia è ancora troppo indietro e decido di organizzare una riunione con il reparto aerodinamico; senza ombra di dubbio saranno motivati e renderanno al meglio. E’ già ora di un nuovo Gran Premio, si vola in Bahrain.

Voglio solo guidare

Oltre alla modalità Carriera Scuderia, F1 2020 conta anche sulla classica Carriera Pilota già conosciuta negli anni precedenti. In essa i giocatori possono decidere di iniziare il loro viaggio dalla Formula 2, categoria minore che funge da rampa di lancio per il Circus. Precisiamo che al momento è disponibile unicamente la stagione F2 2019, ma in seguito Codemasters pubblicherà gratuitamente anche il campionato 2020. Se avete intenzione di gettarvi immediatamente sulla griglia della categoria massima, sappiate che oltre ad affrontare il calendario completo, è possibile disputare una stagione di F2 con calendario ridotto (anche solo un paio di gare). Rispetto alla Carriera Scuderia, la Carriera Pilota perde solamente il lato gestionale del team, dunque potrete sempre affrontare interviste con i media o sviluppare la vettura durante i Gran Premi.

The G.O.A.T

E se ancora non ne avete abbastanza, il comparto single player è arricchito dalla possibilità di creare campionati personalizzati con le vetture storiche, monoposto che hanno segnato la storia di questo sport, come ad esempio la McLaren MP4/5B di Ayrton Senna o la discussa Renault R26 di Fernando Alonso. Purtroppo le auto selezionate dal team britannico ricoprono solamente il ventennio che va dal 1990 al 2010, tralasciando icone delle generazioni precedenti. Tuttavia, l’offerta di monoposto storiche si amplia acquistando la Michael Schumacher Deluxe Edition, particolare edizione che celebra il più vincente pilota della storia. Questo pacchetto include le migliori auto da lui guidate, come ad esempio la Benetton B194 (vettura con cui si è laureato campione del mondo per la prima volta) o la Ferrari F2000 (prima vettura vincente del matrimonio Schumacher-Ferrari).

F1 2020

Gradita novità è l’introduzione, dopo svariati anni di assenza, dello split screen, modalità grazie alla quale due giocatori possono gareggiare l’uno contro l’altro a schermo condiviso. Ulteriore importanza è stata data al multiplayer online, arricchito con diverse feature. Esso è diviso in categorie: gare classificate, non classificate, leghe, eventi settimanali ed eventi eSport. Nella modalità classificata i giocatori possono mettere alla prova le proprie abilità con avversari dello stesso rango, tramite un sistema di matchmaking che di volta in volta analizza prestazioni e sicurezza in gara. Nelle leghe, invece, è possibile creare interi campionati completamente personalizzabili, vivendo una vera e propria stagione di Formula 1. Nella sezione eSport è possibile competere negli eventi di qualificazione online, con la possibilità di aggiudicarsi un posto nel Draft eSports F1 Pro, manifestazione a premi in cui si rappresenta un vero team di F1. Infine, è anche possibile assistere a una gara online in modalità spettatore. Proprio come in televisione, è possibile seguire un Gran Premio attraverso le telecamere a bordo pista o a bordo dell’abitacolo e avere accesso a una vasta gamma d’informazioni sulle condizioni dei piloti e delle monoposto.

Quasi perfetto

Tecnicamente F1 2020 è attualmente il miglior gioco di guida della generazione, grazie a un frame rate fluidissimo che non perde mai un colpo, nemmeno nelle situazioni più ardue, come ad esempio le fasi di partenza della modalità Carriera Scuderia, in cui ben ventidue vetture si sfidano ruota a ruota. E pensare che il titolo gestisce continuamente i livelli di carburante, ERS e degrado pneumatici, oltre che dello stato generale della vettura, con la guida pesantemente influenzata anche dal più piccolo danneggiamento, e della pista, con un’attenta analisi della temperatura dell’asfalto e delle condizioni della traiettoria ideale. Per raggiungere un tale livello, senza alcun compromesso grafico, la software house britannica ha lavorato duramente, migliorandosi di anno in anno. F1 2020 è solamente il culmine di un lungo processo iniziato ormai ben dieci anni fa. Nota dolente sono i caricamenti, troppi e troppo lunghi.

F1 2020

Anche sul versante puramente grafico, il titolo è strabiliante, ricco di dettagli sia nell’estetica delle vetture che nei circuiti stessi. Tra maxi schermi che riproducono le immagini in presa diretta, elicotteri che sorvolano il circuito per riprendere la scena e il pubblico che mormoreggia, sembra di essere realmente in pista. Menzione speciale per i due tracciati introdotti quest’anno, Hanoi e Zandvoort, i quali hanno goduto di uno sviluppo dedicato. Di effetto le gare sotto la pioggia, che restituiscono un grande impatto visivo, oltre che alla guida. In partenza, ad esempio, si crea un nuvolone d’acqua che offusca la vista, facendo perdere ogni riferimento a bordo pista e addirittura alle altre vetture. Per quanto riguarda il comparto sonoro, è possibile notare una particolare cura per il sound delle vetture, con le diverse power unit riprodotte in maniera abbastanza fedele. Ottimo anche il doppiaggio italiano, che fa affidamento sulle esperte voci del team Sky F1 Italia, ovvero Luca Filippi e Carlo Vanzini. Se proprio volessimo trovare l’ago nel pagliaio, ci sarebbe piaciuta la telecronaca in gara, come avveniva ad esempio in F1 Championship Edition. Molto valida anche la colonna sonora, che esprime il suo meglio nel filmato introduttivo.

Trofeisticamente parlando: sul tetto del mondo

F1 2020 vanta un totale di ben cinquantuno trofei, suddivisi in trentotto di bronzo, dieci di argento e due d’oro. Per conquistare il Platino risulta necessario suddividere equamente le ore di gioco tra il reparto single player e quello multiplayer. Per ulteriori dettagli, vi rimandiamo alla guida ai trofei presente sul nostro forum.

VERDETTO

Non perdiamoci in chiacchiere, F1 2020 è il miglior titolo di Formula 1 mai pubblicato finora, un prodotto perfezionato e smussato negli anni da Codemasters. Il titolo è rivolto sia ai puristi della simulazione che ai principianti alle prime armi su un racing game, grazie alle nuove opzioni presenti e all’ampia personalizzazione di gioco. F1 2020 vi porterà via decine di ore tra single player, che vanta la nuovissima e ben strutturata modalità Carriera Scuderia, e il multiplayer, ora disponibile anche a schermo condiviso. Un gioco di guida imperdibile per gli appassionati, che vanta un comparto tecnico e grafico da invidia.

Guida ai Voti

Alberto Lanzidei
Nato con la passione per la PlayStation è cresciuto coltivando l'amore verso tutti i generi di videogames. I suoi hobby, oltre il gaming, sono le auto e la palestra.

3 Commenti

  1. […] Il circuito, situato a Montmeló, è lungo poco meno di cinque chilometri, per un totale di sedici curve, e da diversi anni ospita i test pre stagionali. Il lungo rettilineo iniziale porta i giocatori alla complessa frenata di curva 1 (Elf) e 2, luogo ideale dove portare un sorpasso. Curva 3 (Renault), verso destra, va affrontata tenendo giù il pedale del gas. Stando attenti a non finire nella ghiaia nell’accelerazione successiva a curva 4 (Repsol), i giocatori devono affrontare curva 5, una delle più difficili del tracciato vista la pendenza. Dopo un brevissimo rettilineo leggermente incurvato, è tempo di affrontare la veloce sequenza di curva 7 e curva 8. Curva 9 (Campsa) porta su un rettilineo in cui è possibile sfruttare il DRS per compiere sorpassi puliti. Curva 10 (La Caixa), verso sinistra, è decisamente impegnativa per i freni e vi costringerà a innestare la seconda marcia. In curva 11 e 12 è fondamentale controllare il sottosterzo per non perdere trazione e sfruttare al meglio la potenza della monoposto. Il settore finale di Catalunya comprende ben tre curve a novanta gradi (curva 13 e la chicane di curva 14 e 15), oltre che la veloce curva 16 che chiude il tracciato. Per ulteriori informazioni su F1 2020 vi invitiamo a consultare la nostra recensione. […]

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