Fade to Silence – Recensione

Sviluppatore: Black Forest Games Publisher: THQ Nordic Piattaforma: PS4 Genere: Azione/Avventura Giocatori: 1 (Online: 2-2) PEGI: 16 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Eravamo in pieno inverno quando, durante i The Game Awards 2017, i ragazzi di Black Forest Games annunciarono abbastanza in sordina il loro ultimo progetto. Gli sviluppatori erano riusciti a non far trapelare nulla su questo nuovo survival, lasciando all’utenza e alla stampa giornalistica l’arduo compito di giudicare. Il 14 dicembre, pochi giorni dopo il roboante annuncio, Fade to Silence approda ufficialmente sui server di Steam in versione early access e viene accolto piuttosto positivamente dall’utenza. Era però solo il primo passo di un cammino non privo di insidie.

Sono trascorsi quasi due anni da quel periodo e, dopo diversi imprevisti, l’ultimo lavoro dei creatori di Giana Sisters è arrivato definitivamente anche su PlayStation Store, l’ultima importante tappa di questo viaggio burrascoso. Purtroppo però i due anni non sono riusciti a far maturare, soprattutto tecnicamente, un prodotto che a conti fatti si è dimostrato ancora acerbo e abbozzato. Andiamo però con ordine, perché Fade to Silence è molto di più di un semplice survival.

fade to silence recensione

Winter is coming

Non potevo certo biasimarmi dal prendere in prestito una delle frasi più celebri di Game of Thrones, frase che tra l’altro riesce perfettamente a rappresentare la brutalità di questa esperienza. Fade to Silence è un survival che non si limita alla raccolta di risorse o all’esplorazione del territorio, ma rappresenta una vera e propria celebrazione della potenza della natura. Ma in che modo i ragazzi di Black Forest sono riusciti a mettere sul tavolo tematiche tutt’altro che scontate? Il mondo di gioco che ci troveremo a esplorare nei panni di Ash è stato vittima di un catastrofico incidente in uno stabilimento scientifico, che non solo ha liberato strane creature corrotte, ma ha anche gettato il pianeta in una condizione di inverno perenne, il vero nemico del nostro povero sopravvissuto. Saremo per la gran parte del tempo soli con noi stessi, ed è proprio questa una delle caratteristiche meglio riuscite. La solitudine contribuisce ad accrescere la piccolezza del nostro essere in confronto alla potenza della natura, la vera incognita capace di decidere vita e morte del povero Ash.

Il gioco riesce a mostrare tutte le proprie potenzialità fin dalla scelta della difficoltà. Due saranno le opzioni che garantiranno un’esperienza ben diversa. Quella più semplice permetterà sì di esplorare in maniera abbastanza tranquilla il territorio, ma sarà solo con la selezione della modalità Sopravvivenza che si avrà accesso alla vera essenza di questa produzione, permadeath inclusa (solo così si potranno sbloccare i trofei). Con un inizio in medias res, il nostro povero Ash si risveglierà all’interno di una strana grotta, accolto dal “demone” responsabile della drammatica situazione. L’essere corrotto sarà curioso di assistere alle azioni del nostro protagonista e sarà sempre pronto a giudicarle. Una volta usciti dalla misteriosa caverna, ci imbatteremo in un altro problema difficilmente trascurabile: la distruzione del nostro villaggio. Questo è stato razziato a dato alle fiamme e toccherà proprio a noi, e alla nostra giovane figlia, ricostruire tutto.

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Al di là delle varie meccaniche relative alle risorse e alle loro possibilità di utilizzo che vedremo dopo, Fade to Silence manca di un vero e proprio sistema di missioni, lasciando interamente al giocatore il potere decisionale sul da farsi. Durante la nostra esplorazione ci imbatteremo in alcuni eventi che ci permetteranno di raccogliere risorse extra o di incontrare nuovi sopravvissuti da accogliere nel nostro accampamento. Purtroppo, però, nonostante un’ottima base sul quale lavorare, dal punto di vista narrativo il titolo si è dimostrato superficiale per tutta la sua durata, lasciando il compito di raccontare gli eventi a brevi filmati criptici e ad alcuni dialoghi molto sbrigativi. Questa superficialità riesce perfettamente a riassumerla l’abbozzato sistema di affinità che, grazie alla possibilità di alcune semplici scelte multiple durante i dialoghi con i nostri compagni, permetterà di accrescere il rapporto con essi e la solidità della nostra comunità. Una migliore caratterizzazione dei comprimari o una maggiore profondità nelle relazioni avrebbe potuto però senza dubbio rendere il tutto più empatico e apprezzabile.

Esplora, raccogli, costruisci e… ripeti

Soprattutto nelle fasi iniziali ci renderemo subito conto dell’estrema centralità del nostro personaggio e di come le sue azioni influenzeranno il benessere dell’accampamento. Nelle prime ore di partita dovremo concentrare tutte le nostre energie nell’accumulare risorse e approvvigionamenti per soddisfare le richieste dei diversi indicatori disponibili, così da non incappare in una morte prematura. Ecco quindi che la semplice raccolta di cibo e di legna da ardere, utile per tenere a bada l’ipotermia, ricopriranno un ruolo di estrema importanza. Una volta risolte queste due problematiche, potremo finalmente dedicarci all’esplorazione e alla ricostruzione del nostro accampamento. Il mondo di gioco sarò liberamente esplorabile fin dalle prime battute, ma sarà dominato per gran parte dalla corruzione e da alcuni nemici che, senza un equipaggiamento adeguato, ci farebbero a brandelli in pochi secondi. Procedendo quindi a piccoli passi inizieremo a fabbricare le prime armi e armature e tenteremo i primi approcci con le vere minacce.

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Grazie al suo rapporto con il “demone”, il nostro Ash sarà l’unico essere vivente capace di distruggere la corruzione, così da restituire alla natura la sua purezza. Ecco quindi che durante l’esplorazione potrebbe essere utile sacrificare una piccola parte della propria salute per distruggere alcuni avamposti corrotti e purificare il territorio. La corruzione non si limiterà ad avere però solo un ruolo passivo, ma tramite alcuni spaventosi esseri potrà attaccarci direttamente. Qui entra in gioco il sistema di combattimento che, per quanto cerchi di emulare la complessità dei souls-like, non riesce a riproporre la stessa qualità. Il tutto si limiterà a quattro azioni principali: attacco leggero, pesante, schivata e parata. Tutto questo viene però riprodotto su schermo con delle animazioni veramente troppo legnose e slegate tra loro, che difficilmente riusciranno a restituire feedback positivi. Per fortuna, però, Fade to Silence può contare su un sistema di gestione del villaggio che riesce a far passare in secondo piano le nefandezze del combat system.

Ogni struttura del nostro accampamento potrà essere ricostruita con le risorse da noi raccolte, ma occorrerà almeno un compagno per il loro utilizzo e la loro manutenzione. Ecco che la presenza di altri sopravvissuti da arruolare assumerà nella seconda parte della partita un’importanza fondamentale. Questi potranno essere assegnati a particolari mansioni o lavori che ripeteranno fino a quando riceveranno ulteriori ordini. Ogni compagno disporrà inoltre di particolari caratteristiche e talenti che dovremo sfruttare a nostro favore per far rendere al meglio ogni singola struttura che andremo a costruire. Potremo anche farci accompagnare nelle nostre spedizioni da un compagno e così potremo anche attivare l’interessante modalità co-op online che, per quanto limitata nell’utilità, rappresenta una chicca piuttosto interessante. Da survival a gestionale il passo è tutt’altro che breve, ma i ragazzi di Black Forest sono comunque riusciti a trovare il giusto compromesso, rendendo estremamente semplice e intuitiva la gestione degli edifici, delle risorse e dei compagni.

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Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, scegliendo la modalità Sopravvivenza dovremo fare i conti anche con la permadeath che causerà inevitabilmente la perdita delle risorse e delle strutture costruite. Per evitare di far cadere subito il giocatore nella frustrazione e nelle crisi di nervi, Fade to Silcence è riuscito a sviluppare una propria concezione di morte permanente che riesce a sfruttare anche i momenti più difficili di questa esperienza. Tutto questo prende il nome di Circolo del tormento, un particolare stato che il nostro Ash potrà raggiungere una volta terminate le sue vite. Qui si potrà accedere a un particolare menù di potenziamento che, previo possesso di particolari materiali, permetterà di cominciare la nuova partita con bonus utili per iniziare nel migliore dei modi. Si potrà scegliere una scorta bonus di cibo e legna, oppure aumentare il numero di Fiamme della speranza per cercare di rimanere più a lungo in partita. Insomma, nonostante il numero di avversità che ci troveremo ad affrontare, la morte porterà comunque qualcosa di positivo… tanto vale sfruttarla!

Tecnicamente obsoleto

Sebbene il sistema gestionale e l’atmosfera proposta riescano a loro modo a rendere godibile questa esperienza, i ragazzi di Black Forest Games hanno comunque confezionato un prodotto tecnicamente non al livello di molte produzioni affini. Fade to Silence propone un comparto grafico abbastanza obsoleto, disseminato di un numero indefinito di glitch e caratterizzato da frame drop tutt’altro che sporadici. Il mondo di gioco riprodotto in collaborazione con i ragazzi di THQ Nordic non brilla di dettaglio e pulizia, restituendo al giocatore la sensazione di avere tra le mani un titolo di molti anni fa. E’ un vero peccato dato che, al netto di un comparto tecnico sotto tono, il lato artistico si è dimostrato estremamente efficace, con panorami mozzafiato e alcuni tagli fotografici non di poco conto. Una migliore ottimizzazione del prodotto finale e una pulizia maggiore delle texture potevano senza dubbio elevare di qualche punto la valutazione finale.

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Del comparto sonoro c’è ben poco da dire dato che, come traspare anche dal titolo, sarà il silenzio il protagonista assoluto. I pochi effetti sonori proposti risultano però sufficienti per restituire un feedback positivo al giocatore, che si sentirà a tutti gli effetti immerso in un mondo di gioco dinamico e minaccioso. Nonostante la limitata importanza del comparto narrativo, Fade to Silence offre comunque un ottimo sistema di sottotitoli localizzati nella nostra lingua che ben accompagnano un discreto doppiaggio in lingua inglese, fin troppo legato ai toni cupi del setting e incapace di entrare in sintonia con l’utente finale. Capisco che siamo nel bel mezzo di un’era glaciale causata dalla corruzione, ma si può anche provare a gioire un po’ degli ottimi risultati ottenuti. Se siete quindi poco affini alla lingua anglosassone ma molto interessati a recuperare il titolo, potete procedere tranquilli all’acquisto.

fade to silence recensione

A conti fatti, Fade to Silence risulta essere un prodotto sicuramente interessante e a suo modo innovativo, grazie soprattutto a un sistema gestionale intuitivo e stimolante, in grado di restituire all’acquirente diverse ore di divertimento. Non possiamo però sbilanciarci verso una valutazione troppo positiva per colpa di un comparto tecnico insufficiente e una superficialità narrativa che non rende giustizia al caratteristico mondo di gioco creato. Proporre infine un survival di questa qualità a un prezzo così elevato (49,99 euro) non può far altro che far tendere la valutazione verso il basso. L’attesa di quasi due anni poteva portare i miglioramenti necessari per fare uscire su PlayStation Store un gioco completo in ogni suo dove, ma purtroppo le cose non sono andate così. Se comunque i ragazzi di Black Forest vorranno sviluppare qualcosa di molto simile a Fade to Silence, siamo sicuri che impareranno dai loro errori e rilasceranno sul mercato un prodotto senza dubbio migliore.

Trofeisticamente parlando: Edge of tomorrow

Nonostante diversi problemi, almeno il comparto trofeistico di Fade to Silence si dimostra ben fatto e stimolante. Come potete vedere anche dall’elenco trofei disponibile sul nostro forum, i ragazzi di Black Forest hanno creato un sistema di trofei organizzato in modo tale da far esplorare al giocatore la maggior parte dell’offerta proposta. Dovremo conoscere per bene la mappa, padroneggiare il sistema di gestione degli edifici e compiere altre piccole ma fondamentali azioni utili per la sopravvivenza nostra e del nostro accampamento. Se siete interessati dunque al genere, magari al primo taglio di prezzo o alla prima offerta, potrebbe essere una valida alternava ad altri titoli concorrenti. La scelta sta a voi!

VERDETTO

Dopo quasi due anni dall’arrivo su Steam, Fade to Silence debutta ufficialmente su PlayStation 4 con la voglia di dare battaglia agli altri survival concorrenti. Nonostante il tempo trascorso, però, il titolo sbarcato sullo store digitale della casa nipponica ha mostrato più incertezze che altro. Al netto infatti di una componente survival e gestionale ottimamente sviluppata, il titolo targato Black Forest Games soffre di un’eccessiva superficialità narrativa e di un comparto tecnico tutt’altro che next-gen. Tutte queste problematiche affossano inevitabilmente anche la valutazione finale, ma bisogna ammettere che, se si riesce a passare sopra alle diverse magagne tecniche, la sensazione di impotenza nei confronti della natura riesce lo stesso a essere più presente che mai.

Guida ai Voti

Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!