Fallout 76 – Recensione

Sviluppatore: Bethesda Softworks Publisher: Bethesda Softworks Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 (Online: 2-24) PEGI: 18 Prezzo: 69,99 € Italiano:

E’ sempre difficile dare un giudizio a un gioco. Non tanto per l’incapacità di analizzare determinate meccaniche, quanto per la difficoltà nel mantenere un’opinione oggettiva durante tutta la stesura. Diversi titoli, soprattutto se giocati dalla persona sbagliata, potrebbero infatti essere penalizzati perché incapaci di far provare le stesse emozioni che altri capitoli precedenti, se si parla naturalmente di una serie, avevano saputo trasmettere. Di serie che hanno avuto il loro capitolo nero ne possiamo citare molte, ma mai ci saremo potuti aspettare che Fallout sarebbe rientrato in questa disonorevole lista.

Su Fallout 76 se ne sono dette di cotte e di crude, tant’è che la stessa Bethesda si è dovuta pubblicamente scusare promettendo, nel più breve tempo possibile, l’uscita di diverse patch e aggiunte che avrebbero quanto meno migliorato la situazione. Proprio per questo, PlayStationBit ha diligentemente aspettato a sbilanciarsi. Uscire in concomitanza con un colosso come Red Dead Redemption 2 non era affatto facile, ma siamo sicuri che l’apparente insuccesso di questo titolo dipenda solo da questo?

Due spari in West Virginia

Come emerso anche nella nostra anteprima della B.E.T.A., eravamo scettici sul successo di questo “nuovo” Fallout. Poteva infatti un’esperienza basata sul single player accogliere una meccanica ingombrante come quella del multigiocatore online? L’idea alla base poteva senza dubbio funzionare, a patto che tutti i problemi che si erano riscontrati nel quarto capitolo venissero corretti. Un conto infatti è trovarsi di fronte a un bug che ci impedisce di proseguire un’avventura in singolo, un altro è quello di essere penalizzati dallo scarso comparto tecnico durante uno scontro in tempo reale contro altri giocatori. Ma andiamo con ordine.

Andati oltre alla schermata iniziale e alla fase di creazione del personaggio, che offre come di consueto una buona varietà di personalizzazioni, Fallout 76 ci catapulterà immediatamente all’interno del vault 76. Il nostro obiettivo sarà fin da subito chiaro: uscire e ricostruire. Ripopolare il West Virginia dopo la guerra nucleare è infatti l’argomento ricorrente su cui si basa tutta l’esperienza. Le prime missioni che ci verranno proposte saranno incentrate sul farci scoprire tutto quello che è possibile fare all’interno del mondo di gioco, lasciando poi il giocatore libero di seguire la strada che più desidera.

Tutte le vicende affrontate ci verranno però narrate solamente da olonastri e terminali, facendo risultare il tutto impersonale e incapace di catturare il videogiocatore. Bisogna però riconoscere che se si ha la pazienza di leggere tutto, questo Fallout 76 riuscirà inaspettatamente a regalare una storia profonda e interessante. La totale mancanza di NPC, che può essere in un certo senso giustificata dal background narrativo, sarà percepibile in ogni istante e relegherà anche il più breve racconto o la più piccola storia a una semplice testimonianza di un’epoca oramai passata. Probabilmente gli sviluppatori volevano proprio questo, ma la resa finale non è stata proprio delle migliori. La stessa varietà delle missioni non si dimostrerà mai all’altezza e, escludendo una piccola parte della storyline principale, molte di queste finiranno per ripetersi.

La componente multiplayer non risulta neanche ben integrata con la struttura delle missioni. In Fallout 76, infatti, ogni giocatore dovrà completare indipendentemente ogni singola richiesta, anche se si dovesse trovare all’interno di un gruppo. Se si deve accedere a un terminale, tutti i membri della squadra che hanno quella missione dovranno accedere, così come per ascoltare un olonastro o leggere un documento. In questo modo il significato di squadra finisce inevitabilmente per ridursi a un semplice scorrazzamento, utile solo per fronteggiare in maniera più semplice la gran parte delle minacce che abitano l’Appalachia e avere le spalle coperte in caso di uno scontro con altri giocatori.

Il solito Fallout

Con una narrativa appena sufficiente e un sistema di quest troppo ripetitivo, la situazione poteva essere raddrizzata dal gameplay. Anche su questo aspetto però finiamo per cascare male in quanto il sistema di gioco si è mostrato identico a quello proposto in Fallout 4. Per colpa anche di un motore grafico ormai obsoleto, ci troveremo quindi per il West Virginia accompagnati dalla classica legnosità degli ultimi titoli Bethesda e facendo affidamento su un gun system che poche volte riuscirà a regalare soddisfazioni. Fin da subito però dovremo prendere dimestichezza con tutte queste meccaniche poiché non sarà raro incontrare ghoul, animali radioattivi o qualsivoglia tipologia di mostruosità.

Il nuovo S.P.A.V. prova a rendere tutto questo ancora più semplice. Il Sistema di Puntamento Assistito Vault-Tec è stato infatti aggiornato per adattarsi a un contesto di scontri in tempo reale. Per quanto ora sia tutto più veloce e frenetico, l’importanza di assestare un colpo critico nelle situazioni più complicate rimane una cosa veramente troppo utile per poterne fare a meno. Anche lo S.P.E.C.I.A.L. ha subito un corposo trattamento rigenerativo, regalandoci un sistema di progressione tutto nuovo e dalle buone possibilità. Ora le singole abilità potranno essere equipaggiate grazie a particolari carte che potranno essere acquistate tramite il level up oppure “sbustate” da particolari pacchetti di chewing gum. Per quanto originale e abbastanza malleabile, questo sistema non permette però una pianificazione sulla media-lunga distanza in quanto non consente di visionare le abilità sbloccabili ai livelli più alti.

Le nostre abilità verranno supportate anche dall’equipaggiamento che troveremo o che creeremo. L’arsenale di armi e armature disponibili si conferma su ottimi livelli, permettendo di personalizzare in centinaia di modi diversi una stessa arma o armatura per meglio adattarla al nostro stile di gioco. Molte possibilità di creazione le offrirà anche il C.A.M.P., il nuovo sistema di creazione della nostra base (e il G.E.E.K?). Grazie a questo dispositivo portatile avremo a disposizione tutti gli schemi per creare banchi di lavoro o strutture utili non solo per noi stessi, ma per tutti gli altri giocatori. Tutti infatti potranno usufruire delle nostre creazioni, creando così dei veri e propri punti di riferimento utili per smaltire i materiali in eccesso o per riparare un pezzo d’armatura. Queste possibilità di creazione e la stessa gestione dei valori di fame e sete non fanno altro che rendere, ancor più dei precedenti capitoli, questo Fallout 76 un vero e proprio survival estremo.

A migliorare la situazione ci pensa il multiplayer che, problemi con le missioni a parte, rende il gioco di gruppo estremamente divertente. Limitarsi a godere di questa produzione in maniera solitaria, non permette infatti di entrare in contatto con molte delle potenzialità di questo titolo. Giocato in gruppo, Fallout 76 si tramuta in un titolo caciarone dove l’unica cosa che conta è fare casino. Tutto questo è dimostrato dalla possibilità, se soddisfatte determinate condizioni, di far esplodere anche delle testate nucleari. I più pignoli di voi potrebbero storcere il naso su questo (dei sopravvissuti della guerra atomica che fanno esplodere una testata atomica?), ma in un certo senso questo rappresenta perfettamente quello che vuole essere questo nuovo capitolo.

Non possiamo non citare l’immensa mole di contenuti che, tra missioni, attività ed esplorazione riuscirà certamente a tenervi incollati allo schermo per diverso tempo. Completare la campagna principale vi porterà già da sola via una trentina di ore, e le attività secondarie sono talmente tante che completarle tutte risulterà parecchio dispendioso in termini di tempistiche. Fallout 76 è quindi un’esperienza aperta all’inverosimile dove il giocatore non dovrà fare altro che dedicarsi a quello che avrà più voglia di fare. Difetti a parte, questo aspetto non si può contestare e riesce a rendere il titolo più godibile.

La sagra del lag…

Un paio di paragrafi più in alto abbiamo accennato ai diversi problemi tecnici che, aggiornamenti in arrivo a parte, affliggono questo nuovo capitolo. Fallout 76 è infatti un titolo nato già vecchio, non tanto per colpa di uno sviluppo frettoloso e superficiale, quanto più che altro per un motore grafico (il Creation Engine) ormai alla frutta e che non riesce più da diversi anni a regalare qualche gioia. Delle perplessità maggiori le si possono avere anche se si pensa agli ultimi lavori targati Arkane Studios che, dopo l’acquisizione nel 2010 da parte di ZeniMax Media, fa a tutti gli effetti parte di Bethesda Softworks. Possedendo quindi queste risorse, com’è possibile che si arrivi nel 2018 a risultati del genere?

Ci troveremo a vivere all’interno di un mondo caratterizzato da texture di dubbia qualità e da un sistema di ombre che definire imbarazzante risulta riduttivo. Inutile è anche ritornare a parlare della legnosità delle animazioni che, considerando anche alcune produzioni moderne, potevano essere migliori. Concludiamo questa pietosa analisi grafica però con la ciliegina sulla torta: i confini della mappa sono infatti gestiti da un bel muro invisibile in pieno stile anni ‘90.

Anche la solidità del netcode ha mostrato vulnerabilità. Per un gioco che si presenta come titolo multiplayer, il limitare al minimo qualsiasi tipo di problema tecnico doveva essere la priorità. Dopo circa un mese dall’uscita ufficiale di questo Fallout, disconnessioni a parte, il PvP risulta ancora impraticabile a causa di un eccessivo lag che impedisce la corretta acquisizione del bersaglio. Tutto questo influenza indirettamente anche lo stile di gioco, riducendo le interazioni tra giocatori a semplici scambi di emote e poi… ognuno per la propria strada.

L’unica cosa che riesce a funzionare tecnicamente risulta essere l’ottima soundtrack proposta. Per lo meno sotto questo aspetto, Fallout 76 si conferma in linea con i predecessori allietando la nostra esplorazione con una colonna sonora di tutto rispetto. Nonostante molte magagne tecniche, infatti, è comunque piacevole trovarsi a camminare per le strade del West Virginia in compagnia della voce di John Denver. Questo nuovo Fallout è tutto fuorché un brutto gioco. E’ capace di regalare emozioni e divertimento, ma i numerosi problemi emersi non possono essere ignorati, soprattutto considerando le risorse a disposizione di Bethesda.

Trofeisticamente parlando: give the money, country roads

Fortunatamente per tutti noi trophy hunter, il Platino di questo Fallout 76 sarà tutt’altro che complicato. La gran parte degli obiettivi, infatti, che potete già consultare nel nostro forum, richiedono il completamento delle missioni principali. Portate a termine queste, non vi resterà altro che ultimare i restanti incarichi dedicati alle attività cumulative e procedere poi spediti verso il livello 100. Bug e glitch a parte, vi consigliamo di affrontare questa caccia insieme a un vostro amico, così da sfruttare appieno tutte le meccaniche offerte da questo nuovo Fallout.

VERDETTO

Fallout 76 è un titolo difficile da valutare. Le strane scelte narrative lo faranno senza dubbio apprezzare a molti giocatori, ma al contempo lo faranno odiare ad altri. La mancanza di NPC è di per sé una cosa che può dar fastidio, ma, nella sua stranezza, riesce a tramutare perfettamente il giocatore in un vero “sopravvissuto”. Nonostante questo bisogna però scontrarsi con la dura verità. Un comparto tecnico obsoleto e un netcode che mostra tutto fuorché stabilità sono i principali motivi di questa valutazione. Giocato in compagnia il titolo può rendere al meglio ma, se giocato in singolo, la noia potrebbe giungere da un momento all’altro. Resta il fatto che, considerando il talento e le risorse a disposizione di Bethesda, avremmo voluto qualcosa di più. Ci aspettavamo un nuovo Fallout.

Guida ai Voti

Ivan Presutto
Ivan, tra studio e basket, riesce a ritagliarsi il suo angolo della giornata per immergersi nel magico mondo dei videogiochi. Gioca un po' di tutto ma i generi preferiti sono: gli shooter (TPS e FPS) e gli action (in particolar modo quelli con una forte componente stealth). Se gli date un controller... sogna!

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