Fire Pro Wrestling World – Recensione

Sviluppatore: Spike Chunsoft Publisher: Ravenscourt Piattaforma: PS4 Genere: Sport Giocatori: 1-4 (Online: 2-4) PEGI: 12 Prezzo: 49,99 € Italiano:

Fire Pro Wrestling World è il nuovo capitolo della serie Fire Pro Wrestling che vide la luce, con il suo primo capitolo, nel lontano 1989 grazie a Human Entertainment. Con lo sbarco di quest’ultimo capitolo, abbiamo deciso di dare un’occhiata più nello specifico analizzando ogni anfratto dell’ultima fatica rilasciata dalla software house giapponese Spike Chunsoft.

La strada del combattente

Tra le diverse modalità presenti in Fire Pro Wrestling spunta tra tutte la modalità storia, intitolata Fighting Road, dove potremo migliorare le nostre skill combattendo con avversari sempre più forti del wrestling professionistico giapponese, l’IWGP Heavyweight Championship di cui Spike Chunsoft ha acquistato la licenza. Qui gli scontri si alternano a breve cutscene simili a quelle che potremmo trovare in una visual novel di non particolare interesse. Si affianca alla modalità Fighting Road un (corposo) tutorial composto da cinquanta missioni che aiuteranno il giocatore a comprendere le meccaniche e le varie strategie di gioco.

Se chi si interfaccia per la prima volta in quel di Fire Pro Wrestling World spera di ritrovarsi di fronte a un prodotto con una grafica e un gameplay che segue gli standard dei giochi tripla A odierni, rimarrà molto deluso; anche questo nuovo capitolo, infatti, rimane fedele agli standard della serie Fire Pro Wrestling, su tutti lo stile retrò, sicuramente una chicca per tutti i nostalgici. Sulla storyboard del titolo c’è poco da discutere; l’intento del gioco è quello di catapultare sin da subito il giocatore nel vivo dell’azione a colpi di suplex e altre miriadi di celebri mosse del wrestling.

Nonostante la suddetta modalità consenta al giocatore di migliorare di missione in missione, sin da subito ci imbatteremo nelle primissime difficoltà dovute prevalentemente alla mancanza di una stamina che ci indichi lo status del nostro lottatore che, se non presteremo la dovuta attenzione, inizierà ad affaticarsi rendendo complicate alcune tipologie di mosse e mettendo in vantaggio l’avversario.

Si tratta di una scelta, certo, compatibile con la natura old school del titolo, radicalmente diversa da quella che può essere quella di un WWE 2K19 qualsiasi; in ogni caso chi non è in possesso della sufficiente dedizione, è avvisato. Una nota di demerito va al combat system molto impreciso che rende, specialmente per i neofiti, l’esperienza di gioco molto frustrante; non capiterà di rado di non riuscire a colpire o ad afferrare l’avversario per via delle hitbox non molto comprensibili. Stesso discorso per il moveset di ciascun lottatore, particolarmente ampio ma allo stesso tempo difficile da padroneggiare al di là dei tre colpi basici di entità diversa affidati agli altrettanti tasti frontali.

Multiplayer per tutti!

Questo nuovo capito propone per la prima volta in assoluto il multiplayer online, che ci consentirà di poter sfidare altri giocatori in diverse modalità; a quanto pare anche Spike Chunsoft ha deciso di accaparrarsi un posto nel museo dei battle royale con la sua modalità dove solo un lottatore riuscirà a sopravvivere a tutti gli sfidanti. Cioè, più o meno: viene molto prima l’evento omonimo nel wrestling che non tutti i vari Fortnite, PlayerUnknown’s Battlegrounds e simili.

Altre modalità più classiche sono la Tournament Mode e la classica modalità esibizione; è possibile, inoltre, poter giocare in locale con altri tre giocatori, a differenza della versione PC in cui è possibile sfidarsi fino a otto giocatori in locale. E’ proprio nella modalità multiplayer che sentiremo maggiormente la mancanza della stamina, ma allo stesso tempo saremo spronati ad adottare nuove strategie per riuscire a battere l’avversario senza affaticarci troppo. Spesso e volentieri i tempi d’attesa nelle lobby dureranno svariati minuti e, nonostante ciò, una volta trovata una partita, ci sarà un’introduzione per ogni singolo giocatore, in cui si vedrà il proprio lottatore entrare e salire sul ring.

Nonostante queste intro possano essere carine, a lungo andare diventano monotone e talvolta noiose; basti pensare che in modalità Battle Royale i giocatori sono otto e per ognuno di essi ci sarà un’entrata a lui dedicata. Le numerose modalità, sia offline che online, rendono il gioco abbastanza longevo grazie anche all’aggiunta dell’editor in cui potremo creare nuovi lottatori impostando tutte le tipologie di parametri che più ci aggradano tra costumi, stili di combattimento e molto altro. L’Edit Mode ci consentirà anche di modificare i personaggi già esistenti potendoli condividere con tutta la community; potremo addirittura arrivare a modificare gli stage in cui combatteremo! Dovessimo salvare un aspetto del gioco senza se e senza ma, l’editor sarebbe senza ombra di dubbio la nostra scelta.

Trofeisticamente parlando: bene ma non benissimo

Il Platino di Fire Pro Wrestling World non è nulla di troppo complicato: la maggior parte dei trofei saranno ottenibili portando a termine un numero prestabilito di incontri oppure terminando la storia o il tutorial. Alla fine non si tratta di nulla di particolare, anche se inserire questa tipologia di trofei renderà il gioco sicuramente più appetibile e longevo per un appassionato del genere.

VERDETTO

Fire Pro Wrestling World non è di certo un titolo al passo con i tempi, anche se per scelta. Punta tutto sullo stile old school ai tempi dei cabinati. Nonostante le interessanti novità apportate, il gioco non spicca di certo per originalità, diventando a tratti anche frustrante per il combat system non sempre preciso. Un gioco solo per intenditori del wrestling e gli amanti del retro gaming.

Guida ai Voti

Simone Pacucci
Diplomato in sistemi informativi aziendali, grande appassionato di videogiochi sin da quando ha iniziato a muovere i primi passi, iniziando dal vecchio ma amato NES. Sin dalla tenera età non si è mai limitato a vedere il videogioco solo come mezzo di intrattenimento: Ha sempre cercato di "spolpare" ogni opera videoludica che aveva tra le mani cogliendo a pieno ogni singola particolarità partendo dalla narrazione fino alle meccaniche finalizzate al gameplay. Il suo sogno nel cassetto? Diventare Game Designer