Primo PianoFlywrench - Recensione

Flywrench – Recensione

Publisher: Messhof Developer: Messhof
Piattaforma: PS4 Genere: Arcade Giocatori:PEGI: 3 Prezzo: 6,99 €

Flywrench è l’ennesimo indie game dall’atmosfera retrò (molto retrò, visto che parliamo di anni ’80) che punta ad attirare giocatori grazie alle sue dinamiche di gameplay innovative. Un’avventura che unisce l’arcade, grazie all’immediatezza, la semplicità e un discreto livello di difficoltà, ad alcune dinamiche viste nel tanto amato/odiato Flappy Bird, uscito nel 2013. Flywrench ha però una sua personalità ben definita, che scopriremo insieme nel corso della nostra recensione.

In giro per il Sistema Solare

In Flywrench ci troveremo a pilotare una sorta di sonda, in giro per i diversi pianeti del Sistema Solare. Ogni pianeta ha la sua ventina di livelli da a affrontare (o giù di lì) e volendo si può anche lasciare indietro qualche sezione particolarmente ostica per tornarci in seguito. Per sbloccare nuovi pianeti da esplorare avremo bisogno di portare a termine un certo numero di livelli, fatta eccezione per lo stage finale che sarà accessibile solo dopo aver completato tutto. Quello che ci ha colpito è l’ottima caratterizzazione di ogni pianeta: giungendo in una nuova area incontrerete ostacoli sempre nuovi e sezioni sempre più imprevedibili da fronteggiare. Un level design ispirato quindi, con colori e forme ben studiate, che impediscono al giocatore di ritrovarsi in situazioni già viste o comunque noiose da giocare. Il problema semmai è che alcuni livelli risultano davvero troppo complessi e quindi risolvibili solo attraverso traiettorie perfette e riflessi tempestivi.

La pazienza è la virtù dei forti

Parliamo più nel dettaglio del gameplay di Flywrench: in sostanza avremo a disposizione due tasti d’azione (oltre agli analogici per muoverci), con uno potremo volare, mentre con l’altro cominceremo a girare su noi stessi senza controllo. Eseguendo queste azioni però, la nostra piccola rettangolare sonda cambierà colore: volando diventerà rossa, girando verde e restando fermo bianca. Il nostro obbiettivo sarà quello di completare ogni livello rimanendo indenni, tenendo presente che ci sono dei laser sparsi per i livelli di diverso colore; per non morire, ovviamente, dovremo passarci attraverso assumendo lo stesso colore del laser. Più avanti però troveremo anche laser che potremo solo evitare o nemici che non esiteranno a spararci. Con l’avanzare dei livelli insomma, vengono aggiunte sempre più insidie e trappole fino a far diventare alcuni livelli quasi impossibili da superare.

Nel blu dipinto di blu (Svolazzare)

All’inizio della recensione non abbiamo citato il noto Flappy Bird casualmente: nonostante Flywrench non sia uno gioco endless a scorrimento, abbiamo riscontrato più di un’analogia tra i due titoli. Innanzitutto lo “svolazzare” è molto simile a quanto visto in Flappy Bird, visto che spesso dovremo dare più colpi di volo per rimanere in equilibrio e non urtare i laser e gli ostacoli intorno a noi, poi ovviamente l’alto livello di difficoltà. Gli sviluppatori stessi hanno puntato molto su questo aspetto, non perdendo occasione per esaltare la difficoltà del gioco, limitando però il titolo solo ai giocatori amanti delle sfide hardcore e con un’enorme dose di pazienza. Soprattutto da Mercurio in poi i livelli cominciano infatti a diventare sfide anche abbastanza frustranti, considerata la mancanza di margine d’errore umano, e questo potrebbe farvi abbandonare il gioco a meno che non abbiate nervi d’acciaio. Anche la longevità risente molto di ciò: se portare a termine la prima parte del gioco vi porterà via un’oretta scarsa, solo completare Mercurio e gli altri livelli rimanenti potrebbe portarvi via il triplo del tempo impiegato in precedenza.

Poco ma buono

Oltre alla difficoltà, una delle componenti che caratterizzano Flywrench è senza dubbio l’aspetto tecnico: minimal che più minimal non si può, con ambienti e colori che portano alla memoria produzioni di venti-trenta anni fa. L’effetto finale è molto apprezzabile e questo tuffo nel passato è tutt’altro che un passo indietro. Se non ci si fa condizionare dalla natura indie del titolo si può rimanere stupiti da questa produzione, anche grazie ad una stupenda soundtrack che ha visto la partecipazione di Daedalus, Machinedrum, Dntel, Spazzkid, Goodnight Cody, Knife City e tanti altri compositori di musica elettronica.

Trofeisticamente parlando: non giudicate le apparenze

Nonostante Flywrench abbia solo 15 trofei, all’apparenza innocui, conquistare il 100% sarà impresa tutt’altro che scontata. Gli obbiettivi richiedono di morire un determinato numero di volte (ma giocando lo otterrete senza neanche accorgervene) e di completare tutti i livelli, oltre al trofeo dedicato alla speedrun. Il problema è che una volta arrivati a Mercurio, la curva di difficoltà aumenta in maniera folle e portare a termine il gioco sarà tutto tranne che una passeggiata di salute. Per altre informazioni, trovate l’elenco trofei completo del gioco sul nostro forum.

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Gennaro Favatà
Detto anche Giovanni, dagli amici di Ubisoft. Newser, inviato, grafico e se sei fortunato lo trovi anche sul forum di PlayStationBit. Ama alla follia fumetti, cartoni animati, videogiochi e quanto di più colorato e nonsense ci sia, non disdegnando però generi più dark come l'horror e il noir. Inoltre, come ogni eroe che si rispetti, sa trattenere il fiato per dieci minuti.