GreedFall – Recensione

Sviluppatore: Spiders Studio Publisher: Focus Home Interactive Piattaforma: PS4 Genere: Action RPG Giocatori: 1 PEGI: 18 Prezzo: 49,99 € Italiano:

GreedFall è un gioco annunciato quasi in sordina un paio d’anni fa, con un breve teaser negli spazi pubblicitari prima di un video su YouTube. Dopo mesi di silenzio la nuova IP di Spiders Studio, sviluppatori già noti per opere ritenute mediocri dalla critica internazionale come Bound By Flame e The Technomancer, ha iniziato un moderato bombardamento mediatico per accompagnare l’uscita del suo RPG fantasy che, nel frattempo, si era reso decisamente interessante.

Qualcuno l’ha ironicamente definito, a pelle, un “Bloodwitcherskyrimcreed”, il che non è del tutto scorretto né critico; quel che è certo è che si tratta di un titolo molto ambizioso, vasto, ricco di potenziale e di passione. Non ci resta che capire quante delle promesse siano state mantenute e se il passo di Spiders Studio sia stato commisurato alle sue possibilità, o piuttosto, proverbialmente, “più lungo della gamba”.

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Teer Fradee, speranza per un mondo in declino

De Sardet è il protagonista della nostra avventura. E’ un personaggio che possiamo personalizzare in termini di sesso, caratteristiche del volto e attributi specifici nelle primissime battute del gioco. Si tratta di una storia che parte in medias res, quella di GreedFall, con una nave pronta a partire e che ci sta aspettando per condurci sull’isola di Teer Fradee assieme a nostro cugino Constantin. Lui è destinato a diventare nuovo governatore di New Serene, la colonia fondata sull’isola dalla Congregazione dei mercanti di cui noi invece saremo diplomatici.

Ma Teer Fradee è un territorio capace di fare gola a tutte le diverse fazioni presenti nel gioco, da scienziati a esploratori, da mercenari a pseudo-religosi. L’isola è ricca di risorse da sfruttare, ma la speranza è che possa nascondere anche una cura per l’epidemia mortale di malicore che sta devastando il mondo e che tocca negli affetti anche il nostro De Sardet. L’unico, enorme ostacolo è dato dalla resistenza dei nativi dell’isola, tra magia e creature mostruose che non daranno vita facile agli aspiranti colonizzatori. In questo contesto, i precari equilibri tra fazioni e il mistero che circonda la Congregazione dei mercanti e il passato di De Sardet saranno il cuore di una storia decisamente ben scritta.

Un RPG con le carte in regola

GreedFall è un gioco di ruolo a tutti gli effetti, con un forte accento sullo sviluppo della trama e sul combattimento. Il nostro personaggio può contare su una categoria iniziale che gli dona determinate caratteristiche, più votate al combattimento, alla magia o alla tecnica, in modo da adattarsi al nostro stile di gioco. Saremo poi noi a sfruttare i punti esperienza, i punti abilità e i punti talento per sbloccare miglioramenti. Una miriade di oggetti e materiali da raccogliere e gestire nell’inventario, un sistema completo di personalizzazione del personaggio in termini di abiti e armi, un meccanismo di crafting e di potenziamento delle armi, nonché un’immancabile rete di compravendite rendono onore al genere di appartenenza e possono regalare buone soddisfazioni ai fan.

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Il mondo in cui ci muoviamo, sufficientemente vasto e vivo, è generoso in termini di interazioni con altri personaggi. Da una parte ci sono scambi di battute rapidi, che a nulla servono se non a dare colore e vita al mondo che ci circonda, dall’altra dialoghi che attivano missioni secondarie capaci di farci deviare considerevolmente dalla trama principale. Fin dal prologo ci troviamo di fronte a un gran numero di compiti facoltativi che, anche grazie a una scrittura non frettolosa, sanno intrattenerci senza apparire come meri riempitivi e contribuiscono, cosa più importante, a dare spessore e verosimiglianza all’universo di GreedFall.

Alle armi!

Il combat system di GreedFall è a nostro parere uno dei fiori all’occhiello della produzione di Spiders Studio. Senza essere particolarmente innovativo né complesso, considerato che con ogni arma potremo eseguire i canonici attacchi semplici e attacchi pesanti, riesce a fornire una buona varietà di soluzioni e un ottimo livello di sfida. Dovremo infatti intervallare i nostri affondi con schivate e contrattacchi, che richiedono un corretto tempismo; dovremo considerare la presenza di armature nei nemici, che vanno indebolite con attacchi pesanti prima di potersi sfogare con attacchi in sequenza fino all’esaurimento della barra della salute; dovremo fare i conti, soprattutto, con nemici capaci di toglierci molta vita anche giocando a livello normale, il che ci costringe a essere sempre forniti di pozioni curative.

Non è tutto. Oltre alle armi da corpo a corpo possiamo indebolire il nemico a distanza con armi da fuoco o attacchi magici, oppure sfruttare un attacco “furia” disponibile solo dopo una certa serie di colpi andati a buon fine. Nel peggiore dei casi, quando le cose si mettono male, possiamo attivare una funzione di pausa tattica in cui abbiamo tutto il tempo di studiare la situazione e scegliere preventivamente la prossima mossa da un comodo menù, un po’ come in uno strategico a turni. Le possibilità sono molte e le situazioni che si creano piuttosto varie, soprattutto quando affrontiamo i mostri più grandi. La telecamera e il sistema di aggancio del nemico non sono sempre amichevoli, così come il sistema di schivata non sempre efficace, ma riteniamo che i pro superino i contro in questo fondamentale aspetto del gameplay.

Ho una certa reputazione…

Ottima la scelta di offrire diversi approcci nel completamento delle missioni. Parliamo di opzioni di dialogo alternative (consegnare un ricercato alla giustizia piuttosto che mentire sulla sua fuga dopo averlo aiutato, per esempio), ma anche di vere e proprie strade parallele per raggiungere un medesimo scopo (avvelenare delle guardie, piuttosto che attaccarle direttamente, o ancora convincerle sfruttando il nostro carisma). Alcune di queste ramificazioni possono portare a esiti diversi e a importanti variazioni nel sistema di equilibrio tra il nostro protagonista e le diverse fazioni. Queste ultime rappresentano un elemento piuttosto importante del gioco, di cui dovremo tenere conto ogni volta che scegliamo un approccio o una risposta invece di un’altra. Le nostre azioni e il nostro atteggiamento determinano infatti aumenti o perdite di reputazione con i gruppi con cui interagiamo e ciò avrà ripercussioni anche a lungo termine.

I nostri principali alleati saranno però i compagni con cui decideremo di affrontare l’avventura. De Sardet non è solo, infatti, ma accompagnato da due comprimari, che possiamo selezionare e deselezionare in qualunque momento, ognuno con specifiche caratteristiche e abilità da usare nel combattimento al nostro fianco. Il ruolo di questi personaggi è talmente centrale che, a livello di gameplay, potremo intervenire anche sul loro equipaggiamento e, a livello di storia, potremo attivare missioni secondarie aggiuntive e addirittura stabilire relazioni amorose con loro.

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Un contesto e una storia credibili

A farla da padrona in GreedFall è sicuramente la storia, che si prende i suoi tempi e, senza fretta né approssimazione, sfrutta abbondantemente i dialoghi e le missioni per regalarci fino a cinquanta ore di gioco. Ci sono diversi filoni principali e altre sotto-trame legate alle missioni facoltative. Quel che ci preme sottolineare è che la scrittura è buona, anche di fronte a tematiche e dinamiche di fondo non certo inedite. I compiti che ci vengono forniti sono quasi sempre coerenti con il nostro ruolo diplomatico e le digressioni in fase di dialogo con i PNG, più o meno lunghe in base alle nostre scelte e al nostro interesse, spiegano la storia senza perdersi in eccessiva prolissità.

L’elemento soprannaturale legato alle creature che popolano Teer Fradee e al loro particolare rapporto con gli indigeni, così come la simbiosi che esiste tra isolani ed elementi naturali, creano un background interessante, non innovativo ma coinvolgente e ben strutturato e gestito. Tutto questo, unito all’ambientazione fantasy che si ispira all’Europa del diciassettesimo secolo e alla sfaccettata situazione geopolitica ricreata nel gioco, rende GreedFall un titolo davvero degno di onore.

Spunti di riflessione

Molto interessanti anche le diverse tematiche che vengono toccate nel gioco. Abbondanti sono i rimandi alla colonizzazione delle Americhe, allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, al calpestamento dei diritti e delle tradizioni dei nativi da parte degli invasori e al tentativo di imporre una “evangelizzazione” forzata da parte di fazioni religiose. Non a caso troviamo anche membri dell’Inquisizione crudeli e senza scrupoli, così come scienziati pronti a tutto pur di approfondire le proprie ricerche.

Centrali sono anche il tema della guerra, con le diverse fazioni sempre pronte a voltarsi le spalle rompendo fragili tregue e gli isolani decisi a non chinare passivamente il capo, e del complotto, con intrighi e macchinazioni in cui ci imbatteremo di continuo. Il nostro ruolo, in quanto diplomatici, è sempre centrale e spetterà alle nostre scelte, a volte moralmente pesanti, far pendere l’ago della bilancia da questo o dall’altro lato.

Qualche limite tecnico

GreedFall non è stato sviluppato con budget da tripla A, il che è evidente in diversi aspetti. Il primo è senza dubbio il comparto tecnico, con una grafica non certo alle sue massime espressioni. Volti e animazioni dei personaggi sembrano appartenere alla generazione di console precedente, così come elementi ambientali ed edifici che colpiscono più nella visione d’insieme che nel dettaglio.

Va qui segnalato un evidente copia-incolla che interessa città e soprattutto interni di edifici. Le residenze dei governatori di diversi insediamenti sono sempre esattamente uguali, con appena qualche cambio di colore, così come le capanne dei capi-tribù dei villaggi degli isolani. Buono il comparto audio, con un doppiaggio in inglese ben realizzato, sottotitoli in italiano forse un po’ troppo piccoli da leggere e una colonna sonora adeguata alle diverse situazioni. Completamente assenti cali di frame rate e bug, nonostante le numerose missioni che abbiamo affrontato.

Altro aspetto non brillante riguarda i viaggi tra insediamenti. GreedFall offre un open world parziale, nel senso che le diverse aree che includono città e territori adiacenti sono ampie e liberamente esplorabili, ma lo spostamento in altre parti dell’isola passa sempre per un viaggio rapido con conseguente fase di caricamento (breve, a essere onesti). Capita spesso, purtroppo, soprattutto all’inizio, prima di scoprire gli accampamenti per gli spostamenti rapidi, di compiere lunghissimi e noiosi viaggi a piedi, magari per scoprire di avere anche sbagliato strada…

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Anche la gestione di abilità e attributi non è ottima. Avanzare di livello è un processo abbastanza lento anche nelle prime fasi e sbloccare caratteristiche utili per trovare vie alternative o completare più rapidamente alcuni compiti risulta quindi impossibile. Bisognerebbe scegliere una classe idonea fin dall’inizio, ma ciò presupporrebbe conoscere le richieste del gioco, o cambiare classe quando possibile nel corso dell’avventura usando un’apposita pietra, ma ciò preclude altre opzioni ancora. GreedFall si vive al meglio, insomma, solo dopo aver adeguatamente livellato il personaggio.

Trofeisticamente parlando: conquistadores del Platino

GreedFall è tanto ricco di trofei quanto avaro nel darceli. Cinquantanove sono le coppe virtuali, comprensive di Platino, che si sbloccheranno in minima parte per sbocchi della storia. Ce ne sono alcuni alternativi e che richiederanno salvataggi e scelte diverse, e soprattutto azioni legate alle possibilità offerte dal gioco. Uccisioni, crafting, abilità, storie d’amore, completamento di missioni secondarie ed eliminazione di creature mostruose saranno richiesti per ambire al Platino, anche se lo scoglio più grande sarà completare la campagna a difficoltà Estrema.

VERDETTO

Focus Home Interactive dimostra di avere fiuto per produzioni doppia A di spessore e Spiders Studio si riscatta dopo un passato non al top con un titolo assolutamente consigliato. GreedFall è un RPG che un appassionato non dovrebbe farsi sfuggire, fortemente orientato allo sviluppo della storia e al combattimento, ma con una serie di meccaniche di gameplay interessanti e una gestione di missioni principali e secondarie che ci ha fatto venire in mente The Witcher 3. Al di là degli inevitabili limiti tecnici, il nostro giudizio è ottimo.

Guida ai Voti

Jury Livorati
Classe ’85, divido il tempo tra la moglie e i tre figli e le più svariate passioni. Amo la lettura, la scrittura e i videogiochi e recito dal 2004 con l'Associazione Culturale VecchioBorgo. Eterno bambino, amo la vita e guardo sempre allo step successivo, soprattutto se è più in alto del precedente. Sono grato a PlayStationBit per avermi fatto scoprire la (sana) caccia ai trofei e i Metroidvania.